consegnare una copia della lettera anche a lui. È anche possibile lasciare una copia della lettera in un cassetto.
Una lettera d’addio ben scritta non servirà solo a confermare che sapevate quello che stavate facendo (che eravate cioè in possesso della facoltà di intendere e di volere), ma aiuterà anche a proteggere gli altri. È molto più difficile che la polizia accusi un vostro caro di avervi aiutato a morire (anche solo essendo presente) se fornite questa spiegazione.
Pochi vogliono che la loro morte appaia «sospetta», così da rendere necessario il coinvolgimento della polizia o addirittura un’autopsia. Una lettera d’addio che spieghi le vostre azioni aiuterà a scongiurare questa possibilità. La lettera d’addio sarà uno strumento molto utile per proteggere i vostri cari qualora si trovino a essere implicati nella morte (ad esempio: vi hanno incitato a suicidarvi?). Se invece alla persona che si toglie la vita non interessa che il suo suicidio sia noto, la lettera d’addio può essere lasciata accanto al corpo.
Dopo la morte
Se la morte ha luogo fuori da un ospedale, una clinica o un altro istituto medico (ad esempio, se si muore a casa propria), è prassi che dopo la «scoperta» del corpo si chiami un medico. Giunto sul posto, il medico avrà due opzioni.
Se la morte appare naturale e il medico ha visto il paziente nei due mesi precedenti (il periodo può cambiare a seconda di dove risiedete), il medico confermerà il decesso e firmerà un certificato di morte. La malattia del defunto sarà identificata come causa del decesso. Non ci saranno lungaggini burocratiche. La salma sarà «rilasciata» a un’agenzia di pompe funebri e si potranno prendere accordi sul funerale.