Alcuni farmaci o sostanze assunti per via orale agiscono molto rapidamente. In alcune situazioni la rapidità d’azione è un fattore importante; si pensi a una spia che ingerisce una pillola per sottrarsi agli interrogatori e alla tortura. Hermann Göring assunse del cianuro la notte prima della sua esecuzione. Era tenuto sotto stretta osservazione, ma la sua morte fu così rapida che non vi fu modo di rianimarlo. È tuttavia raro che un malato grave che desideri porre fine alla propria sofferenza attribuisca tanta importanza alla rapidità d’azione del metodo considerato.
Molta gente immagina una «morte tranquilla» come una morte che giunge nel sonno, e cerca perciò farmaci che provochino questo effetto. Il tempo che passa fra l’addormentamento e la morte può variare considerevolmente. Maggiore è il tempo, più è alta la probabilità di un intervento esterno indesiderato. Per ridurre questo rischio, è consigliabile procurarsi farmaci che provochino sonno, perdita di conoscenza e morte in sequenza relativamente rapida. In questo senso, il barbiturico Nembutal presenta un indubbio vantaggio: il sonno giunge entro pochi minuti dall’assunzione del farmaco e dell’alcol e la morte segue entro un’ora.
Altri farmaci di uso comune comportano una «finestra temporale» molto più lunga durante la quale può avere luogo un intervento esterno. Per la combinazione propossifene/oxazepam, può trattarsi di ore. Ciò significa che è necessaria un’attenta pianificazione per ridurre la probabilità di un intervento esterno. La possibilità di un intervento indesiderato è il motivo per cui molti preferiscono assumere il farmaco letale la sera, così da avere una finestra di diverse ore durante la quale non ci si aspetta di essere scoperti. La scoperta di una persona in uno stato di profonda incoscienza ma ancora viva può rappresentare un grosso problema per chi la trova (accidentalmente o meno). Questi, anche se è al corrente delle intenzioni della persona in stato di incoscienza, deve fare qualcosa per proteggersi.