Negli anni Sessanta l’immagine dei barbiturici fu ulteriormente compromessa quando si scoprì che erano efficaci sostanze psicotrope. In questo periodo si sfruttò l’effetto depressivo di questi farmaci. Dosandoli attentamente, si poteva indurre un piacevole stato di tranquillità e sonnolenza. Presero così il nome di «downers». Come downers, i barbiturici erano spesso mischiati con sostanze eccitanti («uppers») quali le anfetamine. Questo uso determinò la diffusione di vari termini gergali con cui si indicavano questi farmaci, come «Pink Ladies», «Yellow Bullets», «Peanuts» e «Dolls» (Mendelson, 1980).
Poiché la differenza fra le dosi che inducevano il sonno, l’euforia e la morte era piccola, prescrivere barbiturici era molto rischioso. I medici smisero di prescrivere barbiturici quando si resero disponibili sonniferi più moderni e sicuri.
L’avvento dei sonniferi non più a base di barbiturici
Il primo sonnifero di questa nuova classe (le benzodiazepine) fu il diazepam (Valium), commercializzato a partire dai primi anni Sessanta. I medici riconobbero nelle benzodiazepine un’alternativa più sicura ai sonniferi a base di barbiturici. In quel periodo esistevano molte forme commercializzate di barbiturici, che subirono però un rapido declino con l’introduzione delle benzodiazepine.
Intorno alla metà degli anni Novanta rimanevano due sonniferi a base di barbiturici: l’amylobarbital (Amytal) e il pentobarbital (Nembutal). Il Nembutal fu ritirato con scarso preavviso nel 1998, seguito dall’Amytal nel 2003. Oggi l’unico barbiturico prescritto comunemente dai medici è il fenobarbital, un farmaco ad azione lenta. Il fenobarbital trova ancora impiego come