candidare a usufruire della legge sul fine vita. Nella pratica, questo significava che una persona molto malata doveva pregare i medici di dare il loro via libera.
Nel periodo in cui ho operato sotto questa legge, mi è stato subito chiaro che nessuno dei miei quattro pazienti che hanno usufruito del Rights of the Terminally Ill Act si sarebbe sottoposto a questo lungo processo di valutazione se avesse avuto accesso a una «pillola della quiete».
Chi mai si sottoporrebbe a un esame psichiatrico obbligatorio disponendo già di un mezzo per ottenere una morte tranquilla e dignitosa? Avrebbero semplicemente aspettato il momento giusto e preso la pillola dall’armadietto delle medicine. Le leggi volte a riconoscere diritti ai malati possono avere un effetto opposto alle loro intenzioni e negare all’individuo la possibilità di esercitare un controllo nel momento decisivo.
Alcuni desiderano avere i medici al proprio fianco quando muoiono, ma non per tutti è così. La filosofia di Exit International è che la morte non deve essere necessariamente un evento medico. È anzi discutibile l’opportunità di affidare ai medici il ruolo di arbitri che decidono chi ha diritto di morire dignitosamente e chi no.
Per una descrizione approfondita della filosofia di Exit International circa la morte si rimanda a Killing Me Softly: Voluntary Euthanasia and the Road to the Peaceful Pill (Penguin 2005), disponibile a questo link: http://bit.ly/1eVogzs
Questo modello «medico» della morte perdura ed è bene che sia messo in discussione. Il Peaceful Pill eHandbook nasce anche per rispondere a questa esigenza. Internet si è dimostrato uno strumento ideale per la democratizzazione dell’informazione.