Da decine di anni, i veterinari usano il Nembutal per sopprimere gli animali o come anestetico. Fino al 1998, quando il Nembutal era ancora prescritto dai medici, si poteva sostenere di soffrire di un’insonnia così grave che solo questo raro e pericoloso farmaco avrebbe offerto un rimedio. Non ci sono scuse, però, con cui si possa chiedere il Nembutal a un veterinario. Se un veterinario fornisse il Nembutal a una persona conoscendo le sue
intenzioni, rischierebbe di essere accusato di aiuto al suicidio. Le conseguenze probabili sarebbero la radiazione e una pena detentiva. Nel 2001, l’Australian Veterinary Board rilevò con preoccupazione l’uso crescente del Nembutal veterinario come mezzo eutanasico umano e mise in guardia i suoi iscritti, consigliando cautela nella conservazione del farmaco (cfr. Veterinary Surgeons Board, 2003). Exit è a conoscenza di un numero limitato di casi in cui un malato grave è riuscito a procurarsi il Nembutal attraverso un veterinario. Quando si parla in pubblico di questa possibilità, le associazioni dei veterinari smentiscono immediatamente.
Le misure volte a contenere l’uso del Nembutal anche in campo veterinario stanno facendo sì che la versione anestetica del farmaco sia sempre più difficile da ottenere. È questa la versione preferita da chi desidera il farmaco per poterlo usare in autonomia, rassicurato dal fatto che è confezionato in flaconi sterili sigillati e chiaramente etichettati.
La versione verde e non sterile, che prende il nome commerciale di Valabarb o Lethabarb è più concentrata di quella trasparente.