Braccio sinistro e gamba destra distesi e sollevati, addominali tenuti.
Arrivo - Cambio lato e tengo per 3 secondi.
Partenza - Allungo la schiena inspirando a fondo.
forza e velocità più dei 100 metri piani. Basta pensare al gran clamore che alle Olimpiadi accompagna gli specialisti di questa disciplina e l’eccitazione di scoprire chi si aggiudicherà la corona di uomo più veloce del mondo. Personal- mente considero il fisico dei velocisti tra i più gradevoli dal punto di vista estetico, una combinazione equilibrata di massa muscolare, simmetria, condizione fisica e armonia di propor- zioni. Certo, il corpo di questi atleti non è una scultura a scopo artistico. Si tratta piuttosto di una scultura che, animata da potenza esplosiva, velocità e tecnica quasi perfetta sa tenere col fiato sospeso platee planetarie. I centometristi sono le rockstar delle Olimpiadi estive. I loro corpi sono macchine che, come qualsiasi macchina, richiedono un lavoro di pianificazione per esprimere presta- zioni ottimali; oltre a sviluppare alla perfezione ogni singolo componente,
D 82 MUSCLE&FITNESS
La tecnica è il veicolo che permette l’espressione della velocità
ifficile trovare una prova che, nell’ambito dello sport e del fitness, sia in grado di misurare potenza fisica,
occorre gestire al meglio la manuten- zione.
A pochi chilometri da Los Angeles sorge la più grande pista da corsa al coperto della California, la struttura ideale per misurare la mia prestanza fisica con quella di un velocista professionista per la “Sfida sportiva estrema” del mese. Ad accogliermi c’è l’allenatore John
Gilmer, ex velocista internazionale che si affida ad una filosofia molto semplice: “La tecnica è il veicolo che permette l’espres- sione della velocità”. E non è l’unica frase a cui posso ispirarmi in questa giornata: nei 3.500 m2
della struttura, che ospita una
palestra completa di tutto, le pareti sono tappezzate di slogan motivazionali presi da campioni del passato e del presente. Questa è una sfida che non vedevo l’ora
di affrontare perché avevo fatto atletica a scuola finché l’interesse per i pesi non mi aveva distolto dalla passione per la corsa. Ero curioso di scoprire come sarei andato nel confronto con uno dei migliori atleti di John, Leo Negti, che corre i 100 metri in poco più di 10 secondi. Sapevo in partenza che è più veloce di me, oltre ad essere più
grosso, pesando 104 kg per un metro e 85 di altezza, perciò ero soprattutto curioso di scoprire fino a che punto mi avrebbe superato in velocità. Prima ancora d’iniziare a confrontare le nostre statisti- che e pensare alla corsa, naturalmente, dovevamo fare il riscaldamento. Non conosco sport che richiedano più riscaldamento dei 100 metri piani, gara che poi si esaurisce in una manciata di secondi. Sembra uno sport di una facilità estrema, praticamente accessibile a chiunque, eppure se la tecnica non è a posto si rischiano infortuni piuttosto gravi. Ai tempi in cui correva, John ha dovuto fare i conti con la rottura del tendine di Achille e uno strappo al quadricipite, e oggi ci tiene che tutti i suoi atleti si riscaldino a dovere e perfezionino la loro tecnica per ridurre al minimo il rischio di traumi. Nella prima parte del riscaldamento, una corsa leggera in pista insieme a Leo, ho scoperto, con mia enorme sorpresa, che non fa nessun tipo di allenamento coi pesi in senso classico. Il suo regime è total- mente sport-specifico, organizzato da