sembra compromettere l’armonia e le proporzioni del suo corpo, essenziali in una disciplina come il sollevamento pesi, che non può prescindere dalla prestanza degli arti inferiori. Le gambe devono spingere forte per combattere contro la gravità e il carico. Lo sa bene Giada, una delle atlete più promettenti nel panorama italiano del sollevamento pesi.
P
rovate ad immaginare un caporal maggiore dell’esercito, membro della nazionale di sollevamento pesi, che
compete in campionati italiani, europei e mondiali, nella categoria dei 75 chilo- grammi. La persona che vi siete figurati somiglia poco alla ragazza in foto. Invece è proprio Giada Dijust, classe 1990 e un palmarès già invidiabile. In lei grazia e femminilità coesistono con potenza ed esplosività in un corpo rimasto sinuoso, grazie ad anni di duro lavoro in palestra. E’ una ragazza timida e composta, che con un po’ di imbarazzo parla del suo aspetto. Riesce a trovarsi perfino un difetto, definendo le sue cosce “molto muscolose”, anche se a guardarla nulla
IL SACRIFICIO ALLA BASE DEL SUCCESSO “Questo sport si comincia un po’ così” afferma con naturalezza. La Dijust si è affacciata alla disciplina grazie alla conoscenza che suo padre aveva con il responsabile della società locale, un po’ a corto di iscritti. È nato subito un feeling speciale: dopo le prime gare regionali, nel 2003 a Terona Giada vince la prima competizione nazionale, nella categoria giovanissimi. “Ho alzato 27 chili” aggiunge con un sorriso. Questi solo i primi passi. Nel 2006 viene convocata in raduno permanente con la nazionale. Così, ancora quindicenne, si trasferisce dalla sua Cervignano a Roma. E’ qui, nella città eterna, che può coltivare la sua passione e prepararsi al meglio. Di pari passo con la scuola si susseguono gli allenamenti, di cui Giada sottolinea il pesante carico: “Due al giorno per 4 o 5 mesi valgono gare da una manciata di minuti”. Anche tra i banchi se la cava bene, è incline alle materie umanistiche e le piacciono filosofia e psicologia, un po’ meno la matematica. Giada non si è
affatto pentita di essersi allonta- nata dalla famiglia e da Cervignano a soli sedici anni, con l’incognita di costruire una nuova vita a Roma,nel college della FIPE. “Senza il sacrificio non ottieni nulla, l’ho imparato presto”. I risultati non tardano ad arrivare. Il 2 dicembre 2007, in casa sua e nel giorno del suo diciassette- simo compleanno, conquista il primo posto agli Assoluti Italiani. Si ripete nell’edizione dell’anno successivo a Molfetta. Impressionando addetti ai lavori e tecnici, nel 2008 partecipa con successo agli Europei Seniores di Lignano Sabbiadoro, dove l’Italia compete per le qualificazioni olimpiche. Ma è il 2009 l’anno della svolta per la Dijust, che ottiene un onorevole quarto posto - con il podio sfiorato e mancato per un chilo - ai Giochi del Mediterraneo di Pescara, dove colleziona tre record italiani nella categoria 69kg Juniores: 174 chili complessivamente sollevati, di cui 78 nello strappo e 96 nello slancio. “Una manifestazione peraltro preparata – racconta con soddisfazione - con l’handicap di un calo di peso in concomi-