LA FORZA DEL DRAGO Sono sempre stato trascinato dalle
circostanze, perché pensavo a me stesso come a una persona influenzata da condizionamenti esterni. Soltanto ora comprendo di avere il potere di governare le sensazioni della mia mente ed è questo potere che crea le circostanze”.
B
ruce Lee non era il classico duro. Che fosse una leggenda nell’ambiente
delle arti marziali è fuori discussione, ma il suo aspetto non era quello del tipico duro. Era minuto, ben curato nell’aspetto e nell’abbigliamento. Nessun tatuaggio. Chiaramente in forma ed atletico, ma non certo il tipo che per strada si preferisce evitare. Mark Komoro, direttore artistico di
diverse pubblicazioni di arti marziali, ricorda: “Il mio capo mi disse che Bruce era sicuramente il più grande artista marziale di tutti i tempi. Sono cresciuto nel centro di Los Angeles, riconoscevo un duro quando lo vedevo, e Bruce non corrispondeva affatto allo stereotipo. Non credevo alle sue parole”. Al loro primo incontro Komoro volle
vedere di cosa Bruce fosse capace. Assunsero la posizione da combatti- mento; Lee si teneva ad una distanza di oltre 4 metri da lui. Quando Komoro
avanzò, Lee retrocedette, una tattica che incuriosì Komoro che gli chiese: “Come farai a combattere da laggiù?” Prima che Komoro potesse reagire, Lee lo colpì due volte in mezzo alla fronte. Komoro tentò di rispondere ai colpi, ma Lee si trovava di nuovo a quasi cinque metri da lui. Anche dopo essersi preparato all’attacco di Lee, Komoro non riuscì ad evitare di essere colpito ancora e ancora. “Ad oggi, non ho mai visto nessuno più veloce di lui”. S’incontrarono di nuovo in occasione di un servizio fotografico con alcuni tra i più eminenti atleti di arti marziali, tutti ben più grossi di Lee. Gli atleti colpivano con calci laterali uno scudo protettivo gonfiabile tenuto da Komoro, che era impressionato dalla forza dei loro colpi. Ad un certo punto Lee gli si avvicinò e gli chiese se volesse “sentire un vero calcio laterale”. Komoro si preparò a ricevere il colpo. Senza fare un passo né prendere la rincorsa (come invece avevano fatto gli altri), Lee scosse Komoro con un calcio laterale che lo fece indietreggiare di 4 metri e infine atterrare sul fondo- schiena. “Una volta m’investì una macchina, ebbene l’impatto del calcio di Bruce era molto simile. Solo dopo alcuni anni, dopo aver conosciuto quasi tutti i più celebri atleti di arti marziali, mi resi conto di quanto lui fosse eccezionale”.
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