“Un insegnante non deve mai imporre ai propri allievi il suo modello preferito. Un buon insegnante è una guida che mostra all’allievo la sua vulnerabilità e lo sollecita a esplorare se stesso, sia interiormente che esteriormente, per potersi alla fine integrare con il proprio essere”.
B
ruce Lee è stato senza dubbio la stella più grande delle arti marziali della sua generazio-
ne e chiunque lo abbia incontrato, anche solo una volta, ha un aneddoto da raccontare. Vic Damone, celebre cantante statunitense degli anni ’50 e ’60, ha potuto sperimentare personalmente le qualità atletiche ed il genio tattico di Lee. Damone, all’apice della sua carriera alla fine degli anni ’60, sostenne che avrebbe assunto le due migliori guardie del corpo sulla piazza e sfidò Lee, suo caro amico, a metterle fuori gioco. L’idea, in base agli ordini di Damone,
era di “mandare Lee a tappeto e dargli una lezione”. Dal canto suo, Lee aveva ben altri programmi e disse a Damone che si sarebbe liberato facilmente della prima guarda del corpo e che con un calcio avrebbe fatto cadere la sigaretta di bocca alla seconda. La sigaretta, a detta di Lee, rappresentava una pistola nella fondina. La guardia del corpo sarebbe dovuta riuscire a togliersela di bocca prima che ci avesse pensato il piede di Lee. Tutta l’azione, dal momento dell’entrata al calcio della sigaretta e al
I risultati della dedizione di Lee all’allenamento
erano evidenti nei suoi film. Nella
vita reale, la sua forza era
semplicemente sbalorditiva. Segue una lista di prodezze ben documentate:
ritrovarsi faccia a faccia con Damone, si sarebbe svolta, secondo Lee, in non più di cinque secondi. Ovviamente né le guardie del corpo né
Damone credevano che fosse possibile. Non dovevano neppure preoccuparsi del fattore sorpresa. Sapevano della visita di Lee, erano pronti ad accoglierlo, si erano piazzati vicino alla porta, pronti a colpirlo non appena si fosse aperta. Tuttavia la porta non si aprì come si aspettavano. Esplose via dai cardini e schiacciò la prima guardia del corpo a terra con una tale irruenza da spalmarla sul pavimento. Lee aveva previsto, a ragione, che almeno uno dei due avrebbe fatto l’errore di posizionarsi troppo vicino alla porta, così l’aprì con un calcio. Meno uno. Poi, prima che la seconda guardia del corpo potesse reagire, con un colpo secco, il piede di Lee gli fece volare la sigaretta che aveva in bocca davanti al naso di uno sbalordito Damone. Questi si voltò verso Lee, che si trovava a due centimetri da lui, e guardò l’orologio. Erano passati quattro secondi. La sua reazione fu assolutamente e totalmente condivisibile: “Porca vacca!”.
Con un calcio, spense un candeliere sospeso ad un’altezza di due metri e mezzo.
Con un calcio, fece un buco in un sacco pesante di 30 kg e strappò la catena che lo ancorava al soffitto.
Con un calcio laterale, sbatté un sacco pesante di 136 kg sul soffitto del suo patio.
Riusciva a far indietreggiare un uomo di 5 metri con il suo famoso “pugno a un pollice”.
Partendo con le braccia lungo i fianchi, riusciva a colpire un bersaglio a 60 cm di distanza in cinque centesimi di secondo.
Eseguiva piegamenti delle braccia unilaterali stando in appoggio solo su pollice e indice e piegamenti delle braccia tradizionali in appoggio sui pollici.
Manteneva la posizione elevata a “V” (una sorta di verticale seduti) per più di un minuto restando in appoggio solo sulle braccia distese.
Faceva consecutivamente 50 trazioni alla sbarra con un braccio solo.
Con un pugno piegò una serie di barre d’acciaio inserite nel casco protettivo del suo sparring partner.