di CO2, il contenimento dei consumi energetici e idrici e l’utilizzo di materiali green per raggiungere il livello più alto della certificazione LEED, ovvero il livello “Platinum”. “Per soddisfare i requisiti
due realtà Siamo
particolarmente attente ai clienti e questo facilita la collaborazione e l’armonia
previsti dalla certificazione LEED, Grandimpianti ha utilizzato sistemi e attrezzature di ultima generazione, come i forni Lainox Naboo”, ha spiegato Alessandro D’Andrade, direttore commerciale di Grandimpianti. “Gli impianti di refrigerazione sono gestiti attraverso un’unità a consumo energetico ridotto e monitorabile a distanza per il controllo di tutte le apparecchiature utilizzate nelle varie aree. Questo tipo di organizzazione assicura un comfort superiore anche negli ambienti di lavoro, perché non c’è dispersione di calore legata alla presenza di motori nelle singole unità di refrigerazione”. Nella sua ricerca di un partner
per gestire il progetto chiavi in mano, Generali ha deciso di andare sul sicuro. “Il rapporto tra Grandimpianti e Generali risale a molti anni fa. In passato, abbiamo fornito le attrezzature per la sede centrale dell’azienda a Mogliano Veneto (Treviso)”, ha precisato D’Andrade. “Ci siamo
recentemente aggiudicati anche la gara per lo storico edificio Generali “Procuratie Vecchie” in Piazza San Marco a Venezia, un progetto prestigioso guidato da David Chipperfield Architects”. Alla domanda su cosa
caratterizzasse la partnership tra Generali e Grandimpianti, D’Andrade ha risposto: “Siamo due realtà particolarmente attente ai clienti e questo facilita l'equilibrio e l'armonia tra le parti coinvolte nel progetto. La collaborazione è andata molto bene: gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti con soddisfazione per entrambi e nei tempi previsti”. Il servizio offerto da
Grandimpianti comprende “il massimo livello di competenza e affidabilità” e “un controllo completo di ogni aspetto del progetto”. Era proprio questo l’ambizioso obiettivo di Generali: “Grandimpianti ha una struttura in grado di seguire e supportare il cliente in ogni scelta relativa alle attrezzature e al design del progetto. È stata infatti riconosciuta l’importanza cruciale della nostra presenza per ottimizzare i processi e risolvere esigenze e criticità legate alla direzione dei lavori”.
Questa valutazione positiva
è condivisa anche da Boldrini. “Per un progetto così complesso, CityLife [il costruttore della Torre per conto del Gruppo Generali] ha scelto un partner affidabile come Grandimpianti. Era necessario realizzare un progetto completo, comprensivo della progettazione di spazi tecnici per il catering e della fornitura delle attrezzature necessarie per organizzare in modo efficiente i servizi di ristorazione. I gestori del servizio hanno collaborato con Grandimpianti e proposto piccoli adattamenti basati sull’esperienza e sui requisiti previsti”, ha commentato. “La sfida principale del servizio
di catering è fornire varie opzioni e diversi livelli di servizio in base alle esigenze degli utenti, creando aree funzionali in spazi limitati e irregolari generati dall’architettura unica dell’edificio”, ha proseguito. “Non bisogna poi dimenticare il bisogno di gestire prima della pandemia i picchi di affluenza in pausa pranzo, con la necessità di limitare i tempi d’attesa e mantenere, al tempo stesso, un’offerta diversificata”. “Considerata la portata del
progetto, abbiamo suddiviso il flusso di lavoro in diverse fasi collaborando con il team interno del cliente, composto da architetti, ingegneri, installatori e non solo, per garantire il massimo del coordinamento e il rispetto delle scadenze”, ha sottolineato D'Andrade. “Lo spazio disponibile per le cucine della mensa era molto limitato. Non è stato facile includere tutte le attrezzature
Le capacità organizzative di Grandimpianti hanno avuto un ruolo di primo piano nella gestione del flusso di lavoro per la realizzazione delle aree ristorative. Prima foto a sinistra: Lorenzo Catanoso di CIRFOOD
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