«La prima cosa che abbiamo fatto è stata mappare il mercato: abbiamo individuato i vari operatori con una ricerca sul Web, poi li abbiamo intervistati uno a uno per capire quali fossero i loro bisogni. A luglio 2019 è stata creata la società e lanciata la prima versione della piattaforma». Il feedback degli utenti è positivo e Michele decide di lasciare il suo lavoro. Nel frattempo Simone, che li aveva aiutati a costruire la piattaforma, si unisce a loro.
«I primi tempi ci siamo autofinanziati (circa 50mila euro). A dicembre 2019 abbiamo ricevuto un preseed
da angel investor di circa 200mila euro. Dopo un programma di accelerazione con Social Fare (incubatore certificato del Mise che investe in startup a impatto sociale, ndr) è arrivata la pandemia. «In quei mesi si è affacciato un altro attore che per noi è stato fondamentale: l’incubatore i3P del Politecnico di Torino, che ci ha fornito una consulenza strategica e il contatto con gli investitori». A luglio 2021 i tre soci chiudono un round di 600mila euro. «La sfida? Far capire alle tante microimprese che lavorano sull’outdoor l’importanza di diventare digitali».