Il sogno del filosofo in cerca di un posto autentico
DANIELE KIHLGREN
Fine anni ‘90, Santo Stefano di Sessanio (Aq). Una città-fortezza medievale, nel centro dell’Abruzzo, in una zona che chiamano “il piccolo Tibet” per i panorami mozzafiato, folgora un giovane imprenditore in cerca di bellezza. Nasce un progetto di recupero e di ospitalità, il primo albergo diffuso abruzzese. Una storia che sembra un romanzo. Daniele Kihlgren la racconta ne I tormenti del giovane Kihlgren (Baldini+Castoldi). Vita, ironia e riflessioni di un imprenditore italiano, figlio di padre svedese, oggi 56enne.
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Come è nata l’idea? «Giravo molto, con la mia moto. Avevo una laurea in Filosofia ed ero troppo nevrotico per insegnare. Vedevo la bellezza dei paesi del Sud, incastellati, abbandonati. A Santo Stefano tutto si era fermato nel passato. Sentivo che poteva avere un’altra vita. Andai dal mio commercialista e gli spiegai le potenzialità di questo borgo, paradossalmente salvato dall’abbandono e dai drammatici destini di emigrazione che hanno dissanguato il Sud. Immaginavo una possibile ridestinazione: un albergo diffuso».