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L’albero: la vera leggenda
Tutti iparticolari
In un remoto villaggio di cam- pagna, la Vigilia di Natale,un ragazzino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino,come voleva la tradizione,nella notte Santa. Si attardò più del previsto e, sopraggiunta l’oscurità, non seppe ritrovare la strada per tor- nare
acasa.Pergiunta incomin- ciò acadere una fitta nevicata. Il ragazzosisentì assalire dall’an- goscia epensò acome,nei mesi precedenti,aveva atteso quel Natale,che forse non avrebbe potuto
festeggiare.Nel bosco, ormai spoglio di foglie,vide un albero ancoraverdeggiante esi riparò dalla neve sotto di esso:
eraunabete.Sopraggiunta una grande stanchezza, il piccolo si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco el’albero, intenerito,abbassò isuoi rami fino afar loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna che proteggesse dalla neve edal freddo il bambino. La mattina si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero,poté con grande gioia riabbracciare isuoi compaesani. Solo alloratutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro oc- chi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la pianta avevapiegato fino a terra, avevaformato dei festoni, delle decorazioni edei cristalli che,alla luce del sole che stava sorgendo,sembravano luci sfa- villanti, di uno splendore incom- parabile. In ricordo di quel fatto, l’abete venne adottato asimbolo del Natale.
Gastronomia
Pranzoacasaoalristorante Ciò che contaèstare assieme
Peril25dicembre sono tanti ilocali cheoffronomenùfissi
Il dilemma grosso modo è sempre lo stesso: meglio man- giare in casa ofuorinel giorno di Natale? Le scuole di pensiero in questo senso sono molteplici, ma ciò che più conta einteressa alle famiglie,infindei conti, è il fatto di trascorrere un po’ di tempo assieme lontani da assilli epreoccupazioni quotidiane. Molto spesso chi sa cucinare bene esisente di preparare più portate opta per la scelta casalinga. Solitamente dopo gli antipasti si passa al menù che prevede tutte le portate: almeno un primo accompagnato da uno spumante per brindare,seguito dal secondo solitamente di car- ne più dolci.EaNatale èproprio qui che ci si sbizzarrisce.Le ricette tradizionali non mancano di sicuro,anche se aGenova, ad esempio,una delle cose più inflazionate èsenza ombradi
dubbio il tradizionale pandolce. Anche pandoro epanettone hanno un ruolo certamente importante,così come lo hanno biscotti ecioccolatini. Tornando
ai primi, èsolitamente molto utilizzato il cappon magro (che va bene anche come antipasto), mentre traisecondi la carne la fa da
padrona.Iristoranti offrono
invece solitamente un menù a
prezzofisso.Iltempo di perma- nenza atavola inizia solitamente verso mezzogiorno,terminando per lo più apomeriggio inoltrato.
Ancheinquestocasola sceltaètra lacasaounlocaleesterno Notte di San Silvestro
EaCapodanno si replicalacena Chi si diverte acapodanno si
diverte tutto l’anno.Potrebbe essere questo il tormentone per la notte più famosa, quella dell’ultimo giorno dell’anno, nella quale la parola d’ordine èdivertirsi dimenticando che si diventa sempre più vecchi. Il tradizionale cenone viene effet-
tuato in molteplici modi, apar- tire dai classici piatti di portata preparati in casa, al ristorante, passando per le discoteche che offrono aprezzofisso la cena e la serata
danzante.Sedauna parte può essere garantita, parlando della casa, una certa dose di tranquillità, dall’altra
ne èassicurata una altrettanto grande di divertimento,sempre che le sale da ballo possano incontrare igusti della
gente.Per chi si trova in montagna èmolto interessante l’opzione rifugio: si va in motoslitta sino alla baita dove si mangia esifesteggia immersi... nella neve.
Sia in città che in rivieralesolu- zioni non mancano,con prezzi che possono variare da posto
aposto.Chi fosse interessato deve però sbrigarsi aprenotare.
ILSECOLOXIX SABATO
27NOVEMBRE2010
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