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ILSECOLOXIX SABATO 27NOVEMBRE2010
genova MATTINATA DI DISAGI PER LA MANIFESTAZIONE CONTRO LA GELMINI. BLITZAPRINCIPE E IN RETTORATO
L’Ondabloccai treni elunedìritornainpiazza
LeFerroviepronteachiedereidanni.Ec’èancheil rischiodidenunce FRANCESCOMARGIOCCO
«FINALMENTE anche a Genova abbiamofattoqualcosadigrande». È l’una del pomeriggio, quando il popolo della protesta anti-Gelmi- ni, riunitoinun’auladiArchitettu- ra, esulta per il risultato. Tre ore prima cinquecento studenti circa - 300 secondo le forze dell’ordine, 1.500 secondo gli organizzatori - avevanoinvasoibinaridellastazio- ne Principe, bloccando il traffico per mezz’ora. «Oggi è stata una scintilla. Speriamo che settimana prossima questa scintilla trovi ter- renofertile»,commentaPietroCa- stelli, studente di Scienze politi- che. Aspettando il voto sulla riforma
Gelmini martedì alla Camera, gli studenti genovesi si sono dati ap- puntamento lunedì pomeriggio al- letre, inviaBalbi4, sedediLettere. Vogliono organizzare un grande corteocontuttelefacoltà.Alcorteo di ieri, invece, c’erano soprattutto studenti delle superiori. Pochi gli universitari, quasi tutti daLettere. Partiti da piazza Caricamento, gli studenti delle superiori hanno marciatofinoaviaBalbi4perunir- si conquellidiLettere equindi, tra slogancome“Noi la crisinonlapa- ghiamo” e striscioni come “Non si gioca al ribasso col nostro futuro”, sono saliti a Principe. Lì, approfit- tando di un ingresso laterale in via Andrea Doria rimasto aperto, sono corsi sui binari, dove hannostesoi lo- ro striscioni, scattato foto ri- cordo e creato disagiaiviaggia- tori: ritardi di quarantaminu- tiperduetrenia
DELLAFOLLA «Anche qui
finalmente è stato fatto qualcosa
di grande»
lunga percorrenza, unEurostar da RomaeunIntercitydaMilano,eri- tardimedidiventiminutiperdieci treni regionali. In una breve nota stampa il gruppo Ferrovie dello Stato «ricorda che l’occupazione indebita dei binari costituisce rea- toperinterruzionedipubblicoser- vizio».Ec’è lo spettro della richie- sta
danni.Dopo il blitz ferroviario, lamarcia dei cinquecento è torna- ta,unpo’confusamente, indietro:è salitanell’atriodiviaBalbi5,haap- peso un altro striscione “Sciopero generale subito”ha stazionatodie- ciminutiesièrimessaincammino, assottigliandosi, verso la facoltà di Architettura. «Oggiabbiamodimostratocheci
siamo!Siamopartitiperultimi,ma cisiamo!»,commentavanoieri,do- po l’impresa, gli studenti riuniti nell’aula di Architettura dove il corteo si è concluso in un’assem- blea. Tra dichiarazioni d’intenti: «Dobbiamo fermare legge, che è unaleggefattadaibaroni,ecostrui- re noi la nostra università». Pro- grammi: «Dobbiamo volantinare nelle facoltà e nelle scuole, siamo ancora troppopochi».Autoaccuse: «Questaèunacittàchesièliberata da sola dal nazifascismo. Possibile che non riesca ad organizzare una grandeprotestadi tuttigli studenti ei ricercatori?».Econunappunta- mento: viaBalbi4, facoltàdiLette- re, per un nuovo corteo. «Questa volta-promettono-cisarannotut- te le facoltà e faremo sentire la no-
stra voce».
margiocco@ilsecoloxix.it ©RIPRODUZIONERISERVATA
L’URLO Il corteodegli studenti percorre viaGramsci,poi invade la sededi viaBalbi 5dopoaveroccupatoibinari aPrincipe CHISONOI PROTAGONISTI PRINCIPALI DELLA CONTESTAZIONE
DALETTEREALEADERDELLAPIAZZA, CONRITROVOINVIADELLEFONTANE ILRETROSCENA
INTESTAal corteodi ieri, formato in gran parte da adolescenti delle superiori, c’eraunristrettogruppo distudentiuniversitari.Pochedeci- ne di volti noti, già protagonisti del movimento noto come Onda, che aveva riempito le strade e le crona-
chedueannifa.Sonoiscrittiadiver- se facoltà, ma per lo più a Lettere. Non amano i giornalisti, evitano con cura le interviste. E hanno un minimo comune denominatore: si ritrovano spesso inviadelleFonta- ne, ai piedi della facoltà diLingue. Lì, in pochimetri quadrati, den-
trounedificiodiproprietàdell’Uni- versità,hasedel’AutAut.Uncollet- tivo nato sulla scia dell’Onda, a ini- zio 2009, legato ai centri sociali ge- novesi e alla rete nazionale Uniriot-il “networkdelle facoltà ri-
PAMBIANCHI
della Fgci, allontanandola. Hanno un sito internet, con notizie, foto- grafiedi cortei, laprogrammazione diuncineforumelabrevestoriadel collettivo: «Uno spazio che parte dalla necessità di un’università al- tra.Uno spazio fatto di autogestio- ne, che vuole proporre una didatti- ca partecipata e orizzontale. Uno spazio di socialità e partecipazio- ne». L’altra protagonista del corteo di
Laprotestadi ieri in stazione
belli”. Gli studenti di Aut Aut non fanno parte degli organi di rappre- sentanzadell’ateneoesidichiarano estraneiaqualsiasipartitopolitico: AutAut è l’acronimo diAutonomia e Autoformazione. Durante il cor- teo di ieri hanno contestato l’unica bandieradipartitopresente,quella
PERCHÉURLANO? MATTEOVALENCIC
C
ieri, e in generale delle manifesta- zionistudenteschedelleultimeset- timane, è l’Unione degli studenti, Uds. A differenza del piccolo Aut Aut, Uds ha un’organizzazione ca- pillare, 18milatesserati intuttaIta- lia e un coordinatore nazionale 22enne, Tito Russo, nato a Reggio Calabria e studentediScienzepoli- tiche alla Sapienza diRoma, spesso ingiroperl’Italia(il4novembreera aGenova)acoordinareicorteidegli studenti.
F.MAR.
STOP LA SETTIMANA
PROSSIMA.MALA DATA È ANCORADADECIDERE
Economia, lezionibloccateperungiorno Lasceltadeiprofessori.ElunedìArchitetturasi fermaperdueore
VENTI di occupazione ad Architettura, dove gli stu- denti ierimattinasi sonoriuniti inassemblea.Edoveil presideStefanoFrancescoMussohaautorizzato, lune- dìmattina,dalle11alle13, unbloccodidueoredelladi- dattica, in segno di protesta contro il disegno di legge
Gelmini.Maèsoloilprimopasso,annuncianogliarchi- tetti.«Stiamopensandodioccuparelafacoltà»,annun- cia Maicol De Palo, rappresentante degli studenti. Un’occupazione costruttiva, precisa, con workshop e
iniziativeculturali.Manullaancoradi deciso, «manca l’autorizzazione del preside». Un’altra facoltà, Economia, ha pre-
soieriunaposizionenettacontrolari- forma universitaria. In questo caso la protesta è partita non dagli studenti, madaiprofessori. Il consigliodi facol- tàhaapprovatoall’unanimitàunamo- zione che sospende le attività didatti- cheperungiorno.«Comeespressione - si leggenellamozione -dellapropria
LAMOZIONE «Chiediamo
a rettore e premier una decisa inversione
di tendenza»
protestaeperpromuovereunmomentodidiscussione e di confronto sui problemi dell’Università e dell’Ate- neoalpropriointerno,conlealtreFacoltà,congliorga- ni di governo dell’Ateneo, con ilmondo delle imprese, delle professioni e del lavoro, con le istituzioni locali e coniparlamentaridellaRegione». Il giornodi sospen- sione della didattica è ancora da decidere: sarà, quasi certamente, settimana prossima. Lamozione approvatadaidocentidiEconomia si ri- volge sia al premier Silvio Berlusconi che al rettore Giacomo Deferrari. Al primo chiede «una decisa inversione di rotta nelle politiche in tema di for- mazione, ricerca ed innovazione». Al secondo «una azione di riequilibrio delle risorsedidocenza, tenendocon- to dei carichi didattici delle diverse FacoltàedelfattocheoggilaFacoltàdi Economia soffre non di un eccesso di corsidistudiomadiunacarenzadido- centi».
re
aGenova.Giovedì, visto che la viabilità diBalbi era resa difficile dalle proteste degli studenti, sono stato costretto a fermarmi e ad aspettare che la folla di studenti arrabbiati si calmasse e si disper-
desse.Nel frattempo ho iniziato a parlare con alcuni deimanife- stanti più tranquilli e a chiedere il motivo di tale occupazione nella sede diGiurisprudenza. “LaGel- mini ci vuole togliere il diritto al- lo studio!LaGelmini vuole ren- dere private le università! Il go- verno vuole cacciare i precari e i ricercatori e distruggere le uni- versità italiane!”, pronta fu la ri- sposta. Io a suo tempo lessi il “de- cretoGelmini” perché interessato al futuro dellamia università e, quando almanifestante chiesi più particolari riguardo almodo nel quale laGelmini voglia ridurre al- l’osso gli atenei o su quali articoli del decreto non fosse d’accordo, mi continuò a ripetere “LaGelmi- ni è ilmale dell’Italia!Ci toglie il diritto allo studio!”.Provai con un altromanifestante e la risposta fu di diversa formama d’ugual con- tenuto - forse leggermente più volgare.Eallora iomi infurio emi chiedo, voi studenti, ricercatori, precari che protestate ogni setti- mana, questo decreto l’avete let- to? Sapete cosa vuole fare vera- mente laGelmini? Sapete che le università italiane sono quelle che spendono di più almondo e che producono dimeno? Sapete che in tutto ilmondo ci ridono dietro?Evoi insorgete non appe- na si tenta di cambiare qualcosa? Informatevi prima di protestare. Che forse forse laGelmini ha pu- re
ragione.Non in tutto,ma in buona parte sì. MATTEOVALENCICèunostudente universitario
aro SecoloXIX, so- no uno studente di Lingue fuori sede che è venuto da lontano per studia-
CERTICHETUTTI SAPPIANO
LA LETTERA MASIAMO
DELLARIFORMA SONOANCHE NELLEBUGIE LUCAGUZZETTI
C
degli studenti nell’autunno del 2008, per i tagli dell’estate pre- cedente.Ora, nel tentativo di far passare la normativaGel- mini, ilministero dell’Econo- mia promette 800-1.000milio- ni: si tratta di una parte delle risorse sottratte precedente- mente, non di nuove risorse. La riforma dell’Università ha
secondome tre pecche princi- pali:mette a esaurimento i ri- cercatori, invece di riconoscere il nostro ruolo di docenti, com- pito che abbiamo svolto volon- tariamente e a titolo gratuito permolti anni, ci cancella; isti- tuisce una nuova figura di pre- cari, quella dei ricercatori a tempo determinato, senza cor- reggere lemolte forme di pre- cariato già esistenti; dà tutto il potere ai rettori.C’è anche una questione di stile: damesi il ministro ripete che la sua rifor- ma va contro il potere dei “ba- roni”.Èunamenzogna, perché la riforma dei concorsi già at- tuata e la riforma in discussio- ne accrescono enormemente il potere dei professori ordinari e soprattutto dei rettori - dei ba- roni appunto. Infine protestia- mo perché non capiamo quale sia il progetto di società che questo governo prospetta per l’Italia. Noi pensiamo che i tagli alla
aro SecoloXIX, le nostre prime ini- ziative di prote- sta sono avvenute insieme all’Onda
LA RISPOSTA LEPECCHE
scuola, all’università e alla ri- cerca siano dannosi cultural- mente ed economicamente, e vorremmo che in particolare in una situazione di crisi – come stanno facendoFrancia eGer- mania – si investisse sul futuro. IlGoverno sta facendo esatta- mente il contrario. LUCAGUZZETTIèunricercatore universitario
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