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ILSECOLOXIX MARTEDÌ 23NOVEMBRE2010
IL TIFOSO
SEIROSSOBLÙ SOSTENGONO GARRONE
LORENZOLICALZI
tentemente le parate di Curci (si preannuncia una nuova battaglia a giugno per riscattare il giocato- re) e la zampata finale del Pazzo. Impegno (ma quello non manca mai),qualcheaccettabiletramadi gioco e Poli che si è improvvisa- mente ricordato di come si batte-
valoscorsoanno.Trepuntifonda- mentali per zittiremalumori ser- peggianti , e tutto sommatomeri- tati anche se ottenuti in modo rocambolesco. Ma al di là delle considerazioni tecniche, il vero motivodelsuccessoèstatol’uomo in più, non quello in campo,ma la presenza del Presidente in tribu- na, insieme alla squadra per tutta la trasferta, un segno importante che viene almomento
giusto.Ma l’uomo in più è stato anche l’ab- braccioafinepartitadiMarangon aDiCarlo, i trecento tifosi che so- no andati all’aeroporto per soste- nere la squadra,quel fenomenodi Pazzini. La Sampdoria, come So- cietà prima di tutto, dimostra compattezza e determinazione nel voler dimenticare Cassano. I tifosi un po’meno. A questo pro- posito va registrato un fenomeno sociale inte- ressante:seda un lato la tifo- seria blucer- chiata resta divisa sul co- siddetto caso Cassano (an- che se ormai ancheilcassa- nianopiùcon- vinto è bene che se ne fac- cia una ragio- ne), quella rossoblù, per motivi che tendono a sfuggirmi, mostrandosi
CERCHIATO DI BLU
Lorenzo Licalzi, scrittore, vive aGenova
sinceramenteappassionataall’in- tera vicenda, appare pressoché compatta nello stigmatizzare il comportamento del giocatore e conseguentemente approvare la lineaduradellaSocietà.Ascoltan- do i commenti nei bar, nei luoghi di lavoro, nelle telefonate alle tv private, si evince forte e chiara la condanna inappellabile al gioca- tore e il sostegno ammirato al no- stroPresidente.Questaimprovvi- sa simpatia per Garrone, unita al riconoscimento dei valori etici chedasemprecaratterizzanolali- neadellaSocietà, inaltreparolelo “Stile Sampdoria”, è a dir poco onorevole.LostessoPresidente,a fulgido esempio della incondizio- nata approvazione di gran parte dell’opinionepubblica,hacitatoil casodiuncugino(mapermettete- mi di chiamarlo “fratello”) che gli ha manifestato la sua solidarietà fermandolo per strada e invitan- dolo a tener duro. Grazie, sono commosso,tuttavia,ancheseque- staammirevolesintoniadi intenti nasceprobabilmentedaontologi- che considerazioni morali che vanno ben al di là di ogni puerile contrapposizione calcistica, fossi Garrone, confesso, sarei ancheun po’ preoccupato.
nbuonprimotem- po e un secondo in parte da dimenti- care dal quale emergono prepo-
da unodei nostri inviati PAOLOGIAMPIERI
LECCE.Ungol sipuò segnaredide- stro,di sinistroodi testa.Pure inal- tri modi. Ma c’è chi li segna tutti. Nella propria testa. Anche quelli sbagliati. Anche quelli che devono ancora
arrivare.Giampaolo Pazzini è un artigiano del gol. Alla tripletta di Lecce lavorava da tempo e quel che si è visto sul campo è soltanto la parte finale e più importante del la- voro lungo e complesso di un attac- cante che vive ilpropriomestiere in maniera totalizzante. Pazzini, quanti gol ricorda tra
quelli cheha fatto? «Tutti». Tutti quelli fatti alla Sampdo-
ria? «Tutti quelli fatti in carriera». Daquandogiocavanelle giova-
nili? «Tantianchediquandoeroragaz-
zo.Di certo tutti quelli che ho fatto da quando gioco come professioni-
sta.AnchequelliinserieB.Bastache unomidicalapartitaeioraccontoil gol». In questa stagione, in campio-
nato, erano stati pochi fino a do- menica. Quando termina la par- tita e lei non ha segnato, come si sente? «Specialmente se il mio errore è
statodecisivo,male.Holunghissimi momenti, appena rientronegli spo- gliatoi, incuimimettodaunaparte, dasolo,epensoacosaecomehosba-
gliato.Pensoacosaavreipotutofare di diverso, ricostruisco l’errore». Ètremendo.Epoi? «Poi questa fase finisce, sennò ci
sarebbedaimpazzire.Einizialafase propositiva. Allora penso alla pros- simapartita e immaginoi gol,quelli che potrei fare». Si può spiegare meglio per fa-
vore? «Immagino lo stadio dove si gio-
cherà, lo penso,mi calo nella parte. Pensoagli avversari che incontrerò, inizio a studiare i movimenti che hanno, comesimuovono.Poipenso a comepotrei sfruttare leoccasioni. Cerco di immaginarmi e vedermi mentre vado in porta». Quando termina questa fase? «Nonterminasenonallafinedel-
GiampaoloPazzini: attraversoi suoigolpassanole speranzedella Sampdoriadi lottareper un altropiazzamentodiprestigio SAMPDORIA
lapartita.Anchedurantelagaraim- maginole azioniprima che si verifi- chino. È ilmodo che ho per cercare di essere pronto. Se vedo che parte uncompagno,asecondadichièpos- sogiàimmaginarechecosasuccede- rà.Forse. So che il cross o il passag- gio arriverà in una certamaniera. Il sistema ti permette di rubare un metro, qualche centimetro. È que- stione di spazio e di tempo. Ruban- dolo all’avversariopuoi esseredeci- sivo». Domenica ha pensato bene.
Trevolteinrete:haportatoviala palla? «Noperché lìper lìnoncihopen-
sato,datocheèun’usanzapiùingle- se che italiana. Poi quando i miei compagnime lohannoricordatoho chiesto aMarangon (il capo ufficio stampa) sepoteva andarla a chiede- realLecce.Mihadettocheforsenon era il caso, visto come era finita la partita». Che cosa ha urlato a Dessena
per farsi lasciare lapallasulpas- saggio diMannini? «“Velo”.Ha capito subito e ha al-
largato le gambe». Sabato arriva ilMilan. Cosa le
viene inmente? «Cose belle. Due anni fa il primo
golaMarassi.Dueaunopernoi,sot- tolapioggia,
bello.ArientraresuBo- nera. La passata stagione ugual-
SULLEALI DELPAZZO
«Ricordotutti imieigol:micapochi»
menteimportante. Ilgoldellavitto- ria a tempo scaduto». LostadioeraunabolgiaeaMa-
rassilasciavatepochipunti.Que- st’anno invece vincete poco, co- memai? «Non siamo più una sorpresa.
Tante squadre vengono a Genova con l’idea di portare via un punto che per loro è tanta roba. Così si chiudono e giocare diventa diffici- le».
MailFerrarisribollemenodel-
l’anno scorso,nonle pare? «Avoltestaancheanoifarloribol-
lire.Speriamosabato,anchesedevo dire che giocare spesso ci toglie un po’ di lucidità e
brillantezza.Ma in Europa League vogliamo vincere con il Psv e passare il turno. Se vo- gliamo diventare una squadra im- portante questa è la strada». In campionato dove potete ar-
rivare? «Se giochiamo con entusiasmo e
convinzionepossiamodinuovofare bene. Dipende da noi, le qualità ci sono». Anche senzaCassano? «SenzaAntonioil giocoè cambia-
to. Prima tante palle passavano da lui e aspettavamola giocata chepri- ma o poi arrivava. Lui ci scaricava anche un po’ dalle responsabilità. Adesso dobbiamo fare tutti quanti un po’ di più». E la schiena di Pazzini come
sta? «Adessomeglio,hopassatounpe-
riodo nel quale ho fatto fatica. Non riuscivo ad allenarmi con continui- tà.Hofattotantepartitenondame,
sonoilprimoariconoscerlo.Adesso riesco ad allenarmi con più intensi- tà».
Il primo gol a Lecce sembra
frutto di queste migliori condi- zioni:torsioneetiroinunattimo. «Nonsonotantolatorsioneeil ti-
ro. È che se non stavo bene in quel puntononc’
eronemmeno.Nonvo- glio trovare alibi. Ma se non stai be- ne e timanca la luciditànonriesci a
fareimovimentigiusti.Nonriescea prendere quei pochi metri, anche centimetridi vantaggio aldifensore che ti consentono di fare gol». Epoi di pensarci un po’ su.
giampieri@ilsecoloxix.it ©RIPRODUZIONERISERVATA
PEGASO
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