primopiano
contagiata anche l’Italia
sarà FEDERICOGHIZZONI
Patetici i pessimisti nostre banche solide
gallo.MasubitodopovienelaSpagna e, allora, la risposta sull’esistenza di fondi sufficienti potrebbe farsi più complicatae-complicato-perimer- cati si traduce in impossibile. E la scommessa crac diventa sempre più forte. I premi di rischio sui titoli de- cennali spagnoli sono così schizzati ieri ai massimi storici rispetto ai bund tedeschi, sino a 225 punti, tra- scinando al rialzo Irlanda (593 pun- ti), Portogallo (442), Grecia (944) e
anche Italia (169).Eoggi si riparte.
cafasso@ilsecoloxix.it
PORTOGALLO MAXISCIOPERO
IL PORTOGALLOsarà paralizzato oggi da uno sciopero generale che i sindacati promettono sarà «il più grande di sempre», proclamato contro il giro di vite anti-deficit senza precedenti deciso dal governo socialista del premier José Socrates. Porti e aeroporti saranno fermi, ferrovie in allarme
GRECIA OKAI PRESTITI
LABCE, l’Fmi e laCommissione europea hanno dato via libera alla prossima tranche di 9 miliardi di euro del prestito alla Grecia, dopo cheAtene ha accettato di porre in atto «nuove misure» di rigore nel 2011 - senza ricorrere ad altri tagli di salari, pensioni o licenziamenti - per far fronte alla crisi
SPAGNA TITOLIARISCHIO
LASPAGNA, ieri, ha dovuto accontentarsi di collocare solo 3,3miliardi di titoli (contando di arrivare fino a quattro) al costo di rendimenti quasi raddoppiati in unmese. E i premi di rischio sui titoli decennali hanno segnato il massimo storico rispetto ai bund, a 225 punti base
FedericoGhizzoni, amministratore delegato di Unicredit, non ostenta ottimismoma «sicurezza». EdaMilano, dove è intervenuto alla presentazione di un Rapporto sull’importanza del credito al consumo, commenta così la crisi irlandese e le sue ripercussioni sul sistema bancario: «Certo, prima si sistema l’Irlanda meglio è per tutti, perché la volatilità si sta
accentuando.Ma non credo proprio che l’Italia sia a rischio contagio. Io sono ottimista inmodo realistico, anche perché a essere sempre pessimisti si diventa anche patetici.Èvero, l’Italia deve colmare dei gap, per esempio il costo del credito è ancora molto
alto.Nello stesso tempo, però, può essere preso amodello da altri paesi europei, come dimostra il fatto che le sue banche hannomeno difficoltà di altre banche
europee.Paesi una volta additati come esempi ora si ritrovano con un sistema bancario completamente nazionalizzato».
Abbiamo basi forti non vedo pericoli
Dopo la Grecia, l’Irlanda. Poi forse toccherà la penisola iberica. Ma dove finirà la corsa della speculazione?
ALBERTOQUADRIOCURZIO ? TITO BOERI
Altri più a rischio, ma cresciamo troppo poco
MASSIMOBALDINI
Il pericolo c’è ma non immediato
SecondoMassimoBaldini, economista, docente all’Università diModena, bisogna leggere la crisi del debito irlandese e il conseguente effetto domino che potrebbe coinvolgere l’Italia attraverso due diversi archi temporali: «Per i prossimi mesi possiamo stare al sicuro, perché le banche non hanno situazioni di difficoltà. Il problema è sul lungo periodo: il punto debole dell’Italia non è la finanza privatama quella pubblica, il debito che rischia di diventare insostenibile. Se la crescita non riparte, a quel punto o si opterà per un forte taglio della spesa sociale o per una richiesta di
aiuto.Non credo invece che nel breve periodo corriamo rischi particolari con la speculazione. Siamo molto più grandi diGrecia e Irlanda, abbiamo 23milioni di occupati contro i circa 2milioni di irlandesi. Se toccasse all’Italia, l’intera costruzione dell’euro dovrebbe esseremessa in discussione: con la nostra crisi significherebbe che l’intero sistema sta per crollare».
«L’Italia ha dei fondamentalimolto forti, per questo non vedo pericoli»: cosìAlberto QuadrioCurzio, economista dell’Università Cattolica diMilano e direttore delCranec (Centro di ricerche in Analisi economica).Quali sono questi fondamentali? «Sono tre. Innanzitutto il nostro sistema bancario è solido e poco esposto verso paesi vulnerati e ancora vulnerabili.Ha pochissima esposizione sui titoli tossici e le sofferenze creditizie finora sono contenute. In secondo luogo, nel pieno della crisi la finanza pubblica è stata gestita con attenzione e l’incremento del debito pubblico sulPil è stato, comparativamente ad altri paesi,moderato. L’ultimo punto di forza riguarda l’indebitamento privato: gli italiani si sono dimostrati dei formidabili risparmiatori e questo dà resistenza al nostro sistema. Il caso italiano, insomma, è una terza fattispecie: non siamo l’Irlanda o laGrecia,ma neanche laGermania.Abbiamo un potenziale di crescita forte,ma anche fattori di frenata o di blocco evidenti»
85 miliardi
il valore delmaxi-prestito che l’Irlanda sta trattando con
Ue-Fmi. Il piano di austerity che sarà varato oggi vale invece 15miliardi
servizioacuradi ILARIOLOMBARDO
«Sono altri iPaesi che nell’immediato rischiano di essere coinvolti dalla speculazione» secondo TitoBoeri, economista, ordinario allaBocconi di Milano e fondatore del sito
Lavoce.info: «Portogallo e Spagna, prima di
tutti.Per ilmomento l’Italia è nella seconda cerchia dei paesimeno a rischio. In fondo il sistema non ha subito così tanto la crisi irlandese: lo spread tra i nostri titoli e i Bund tedeschi non si è eccessivamente
allargato.Gli stessi cdsmanifestano preoccupazioni sulmedio periodo più che sul breve. Il problema dell’Italia è la bassa
crescita.Esu questo non è stato fatto nulla. L’Irlanda è entrata in crisi per unamiscela esplosiva di vari fattori: la bolla immobiliare, il crollo delPil,mentre il settore pubblico è dovuto intervenire per salvare le banche e garantire i depositi. In Italia invece non abbiamo avuto alcun crollo delle istituzioni finanziarie, nessuna grande banca è fallita: è stata questa la nostra forza più che la politica economica».
GIACOMOVACIAGO
Prima Portogallo e Spagna, poi noi
«Calma, calma: prima ci sonoPortogallo e Spagna. Poi tocca a noi».Tagliente come sempre,Giacomo Vaciago, direttore dell’Istituto diEconomia e Finanza nell’Università Cattolica diMilano è preoccupato dall’atteggiamento dei mercati: «Il rischio contagio c’è perché i mercati oggi valutano la probabilità di default di ogni paese della zona euro, singolarmente. Imercati si comportano inmaniera diversa da quando si è rotto lo specchio con la crisi greca e ognuno vale per i
proprimeriti.Fino a un anno fa invece se un paese era con poco o tanto debito pagava tassi come i tedeschi. Svanito ilmiracolo tutti soffriamo i difetti degli altri, anche perché l’Europamonetaria non è stata capace di affrontare presto e bene i problemi dell’Irlanda, come dellaGrecia. Non ha avuto una politica economica tempestiva e unitaria. Se continuiamo così e non aggiustiamo le cose agli occhi dei mercati, il pericolo è che ci sarà un paese in crisi ogni tre-seimesi » .
ILSECOLOXIX MERCOLEDÌ
24NOVEMBRE2010
3 IL REPORTAGE
Larabbia invadeDublino: «Paeseportato allarovina»
MARKTREVELYAN
DUBLINO.Gli irlandesi,vittimedi un disastro economico, stanno adesso soffrendo anche ripercus- sioni di carattere politico. Le umi- liantinotiziedelweek-end, secon- do cui l’ex tigre celtica era incerca di un pacchetto salvezza da parte dell’Ue edelFondoMonetario In- ternazionale, sono state seguite dalla richies di nuove elezioni. Lafuriaperlagestionedellacrisi
dapartedelleautoritàsièunitaal- losconcerto,nelmomentoincui la gentehavistoiproprileaderpoliti- cimettere in dubbio il salvataggio finanziario e la presentazione di un piano di emergenza. «Non c’è mai stata una situazione politica così zoppicante nella storia dello Stato» ha scritto Stephen Collins, sull’IrishTimes.«Losgretolamen- todellacoalizionehaaggiuntouno velodi incertezza inpiùalla già in- stabile situazione del paese». La maggior parte della stampa
ha ritenuto saggia la decisione del primoministroBrianCowendi ri- fiutarsi di procedere a un improv- viso ritorno alle urne per dare la priorità al bilancio 2011 (previsto per il 7 dicembre). «L’approvazio- nedelbilancioèassolutamentevi- tale per ilPae- se, per ogni cittadino e ad- dirittura per i bambini che non sono an- coranati»dice l’Irish Inde- pendent nel suo editoriale. «In un perio- do come que- sto, qualun- que manovra fatta per fini politici o per- sonali sarebbe scandalosa». Gerald
Ilmenudi unpub ispiratoalla crisi
IMPOPOLARE
Murphy, inse- gnante 39enne, ha di- chiarato di es- sere d’accor- do: «Non pen- sochesidebbaandarealleelezioni primadell’approvazionedelbilan- cio, perché siminerebbero le fon- damenta dell’Fmi”».Ma l’opinio- ne che il Fianna Fail, il partito di Cowen, debba dimettersi al più presto, è quasi generalizzata. Cowen è fortemente impopola-
«SeCowen lasciasse
l’incarico ci farebbe felici»
PREMIER
re in Irlanda. Come ministro delle Finanze, ha esercitato lui il co- mando negli ultimi anni del boom irlandese. Un successivo collasso dell’immobiliareedellecostruzio- ni ha portato alla luce prestiti ri- schiosidapartedellabancheirlan- desiehaportatoilsettorebancario vicino al collasso. «Per lui è la fine,ma fondamen-
talmente la decisione è nelle sue
mani.Adognimodo,gli irlandesisi sentirebbero più tranquilli se lui lasciasse l’incarico» ha dichiarato Charlotte,unastudentessa21enne di Dublino. L’Irish Sun ha pubbli- cato un’immagine che rappresen- tavaCowencomeun’anatraverde, conaccantolafrase“L’anatrazop- panonpuòvolare”.«IlFiannaFail non può farcela; le sue manovre politiche hanno portato l’Irlanda allarovina.«C’èunaprofondarab- bia là fuori…Brian Cowen e il suo vergognoso partito saranno il ber- saglio delle ire di tutti». Le aziende, intanto, cercano di
guadagnare qualcosa dalla crisi: – unsitointernetsièmessoavende- reprodotti conilmarchio“Fianna Failed” (“Fiannahafallito”.Un’al- tracompagniaproponeintimocon slogan legati alla crisi.Evende.
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