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ILSECOLOXIX MERCOLEDÌ 24NOVEMBRE2010


genova LA “LUNGA MARCIA”DARIVAROLOABOLZANETO per lasuagattina


Ilgattorandagio sfidalacittà


Camminaper tresettimaneper ritrovarla LASTORIA


EDOARDOMEOLI


ANDARE da Rivarolo a Bolzaneto può essere un’impresa degna di un cavaliere della tavola rotonda se il Lancillotto in questione non è un guerriero, ma un gatto randagio. Rosso, in salute e soprattutto inna- morato, il felino vagabondo ha per- corso quattro chilometri tra strade, marciapiedi, ruote di bus e di auto- mobili, semafori rossi e verdi. Tutto per raggiungere la sua Ginevra, una gatta dalla quale era stato diviso. La storiadeidue gatti, ribattezzati


coninomideiduecelebripersonaggi del ciclodi reArtù,hadell’incredibi- le.TuttohainizioaRivarolo:idueso- noinseparabili,gattidistradamaac- cuditi amorevolmente dalla gente delquartiere.Ma,qualchesettimana fa,lagattasiammala:gliabitantisial- larmanoechiamanol’Enpa, l’entedi protezione animali che interviene. La micia randagia è magrissima, ha unabruttamalattiaesidecidedipor- tarla via dalla strada: «Rischiava di morire se non l’avessimo curata», spiega Rosanna Zanardi, responsa- bile dell’associazione. Ginevra viene così prelevata da


AnnamariaBadino, veterinaria e vo- lontaria,chegiàconoscevaiduegatti eche, insiemeaunagattararivarole- se, li curava e li accudiva.La bestiola viene portata a Bolzaneto, dove c’è un centro veterinario specializzato. Qui viene curata, accudita e a poco a pocosiriprende,ancheselamalattia che ha contratto impone cure conti- nue. Passano le giornate e le settimane


(circa tre). Poi, un bel giorno, fuori dal laboratoriosisentemiagolare.La sorpresa è grande quando la porta viene aperta e davanti agli occhi in- creduli della veterinaria appare il gatto rosso: «Proprio lui, quello che stava sempre insieme alla randagia diRivarolo». Iduegatti si riconosco- no e tra mille fusa lasciano tutti a bocca aperta. Facendo venire alla menteleparolepronunciatedaipro- tagonisti del poema epico: «Imprese comequestenonsicompionosenon per amore di una donna. Ditemi, se non sono indiscreta: chi è costei? » domandòGinevra; «Siete voi, signo- ra» - rispose il cavaliere. Ecosìiduemici,ormaiinseparabi-


Ginevra e Lancillottodavanti alla loronuova casadi Torriglia


lidopoilricongiungimento,vengono dati inaffidamentomaconunvinco- lo ben preciso: chi li addotta si deve impegnare a non separarli. Alla fine toccaaunimpiegatocheabitaTorri- glia accettare la richiesta di non spezzarel’incantotraidue:«Checo- sa dovevo fare? – si domanda Carlo


Pedemonte, il nuovo “papà” dei due innamorati – di fronte a una storia d’amore come questa, non potevo che fare la mia parte». Oggi Lancil- lottoeGinevrasonoinseparabili: tra un giardino e il camino della casa di


campagna. ©RIPRODUZIONERISERVATA


IL PARERE DELL’ETOLOGO


«UN’IMPRESAALLIMITE DELL’ISTINTOANIMALE»


UNABELLAstoria,manonunasor- presa.PerDaniloMainardi, etologo, consideratounodeimaggioriesperti di comportamento degli animali, la vicenda di Ginevra e Lan- cillottoconfermalacapaci- tà di orientamento dei feli- ni e, naturalmente, la forza di attaccamento che può nascere tra due animali. «Probabilmente abituati a vivere insieme da molto tempo, se non da sempre», diceMainardi. Sorprendete, semmai, è


il fatto che Lancillotto ab- bia compiuto tanta strada: «Quattro chilometri di distanza so- no ancora all’interno del raggio di azionediungatto–aggiungel’etolo- go –Ma è un limite estremo anche


TRENT’ANNI FA IL TERREMOTO IN IRPINIA FestapergliangelidiLaviano Glioperaidi ItalsidereAnsaldofuronotraiprimiadareaiuto


LOSTESSOviaggio,daGenovaaLaviano, trent’annido- po.AriportarenellacittadinainprovinciadiSalernoSte- fano Ferretti, Baldassarre Giacalone, Antonio Ferrara- ris, Roberto Ciarlo, Agostino Palmerino,Mauro Alletti, Angelo Manca, Pasquale Morabito. operai in pensione dell’Ansaldoedell’ItalsiderdiGenova,èstatol’invitodel sindaco,RoccoFalivena, chenell’anniversariodel sisma checolpì l’Irpinia- il23novembredel 19800- havoluto abbracciare i volontari genovesi che aiutarono ilpaese a rinascere dallemacerie. «Allora avevo 33 anni ed ero il piùgiovanedelconsigliodi fabbricadell’Italsider-ricor- daFerretti-.Pernoièstatoimportantevedereilpaeseri- costruito... ce lo ricordavamo ancora come un ammasso


dimacerie. Sonostatiduegiornimoltointensi».All’epo- cadel terremoto inIrpinianonesisteva ancora laprote- zionecivileei soccorsonon furono immediati. ALavia- no, traipaesipiùcolpitidalsisma,sicontarono200mor- ti su una popolazione di 1500 abitanti: «Laviano è a sei- cento metri di altitudine... faceva un freddo, quando siamoarrivati...Ognunoinpaese avevaunluttoinfami- glia - ricorda Ferretti - e mentre le autorità volevano mandarei sopravvissuti sullacostalagentevolevarima- nereinpaese.Così liabbiamoaiutatiarestare». Ilvillag- giodiprefabbricaticostruitiperospitareivolontariechi avevaperdutolacasaèancorainpiediedèdiventatouna sorta di foresteria delComune, da affittare ai turisti.


DaniloMainardi


per un di randagio, capace di svilup- pare una capacità olfattiva notevo- le». E anche rispetto alle inevitabili difficoltàepericolicheilgattohado- vuto superare per rag- giungere la sua bella, se- condo Mainardi entra in gioco l’indole tipica dei randagi:«Sonoingradodi riconoscere i pericoli do- po una lunga esperienza di traffico urbano. Dicia- moche,unavoltaraggiun- ta l’età adulta, i randagi hanno sviluppato un vero epropriosestosensocon- troipericoli».«E, inogni -


dergo al suo ruolo di sceinziato - quelladiLancillottoeGinevra,èuna bella storia bellissima»., E.M.


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