genova
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ILSECOLOXIX VENERDÌ
26NOVEMBRE2010
ILSECOLOXIX VENERDÌ
26NOVEMBRE2010
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21 MOLTE GENOVESI PREFERISCONO FARE ACQUISTI ALTROVE, SENZA FARSI NOTARE
Il lussosicompraaMilano Hermèslascialacittà
Pescetto:«Dopo52annidoversi separareèundolore» ILCASO
BRUNOVIANI
GENOVA non è una piazza da Her- mès, la sentenza è arrivata dalla sto- ricaaziendafrancesechehadecreta- to la fine del negoziomonomarca in viadiScurreria,aduepassidallacat- tedralediSanLorenzo: fatturatigiu- dicati senza appello troppo bassi hanno portato alla decisione del ta- glio, i locali saranno riassorbiti dal- l’abbigliamento Pescetto che dal Duemila aveva lanciato la sfida di portare un po’ diParigi in città. «Trattiamo Hermes da 52 anni,
doversi separare è un dolore - am- mette Francesco Pescetto, titolare dell’attivitàmonomarca e dell’adia- cente storica bottega sartoriale - an- cheseèprestoperparlarne, lofaran- noatempodebitoiresponsabilidella casa madre». È comunque già tutto deciso: a gennaio, l’insegna sparirà con l’assortimento di cravatte, fou- lard, pelletteria e capi preziosi che hanno fatto sognare generazioni di donne. Il problema, sussurra qualche ad-
Le ex FonderiediMultedo RAZZORE
detto ai lavori, non è che la clientela localesiaprivadimezzi (economici). Enemmeno(comevorrebbelatradi- zione) che sia avara. La verità è che molte borse griffate Hermes, sfog- giate a teatro o nelle occasionimon- dane più importanti, vengono dalle
boutique di via Montenapoleone a Milano o comunque da lontano: «Le signore della Genova-bene, fedeli a quellalineadiunderstatementcheda sempre è pregio e difetto della bor- ghesiamercantile - racconta un ad- dettoailavori-nonvoglionofarsino- tare se comprano capi di abbiglia- mentooaccessorichecostanocifrea treoquattrozeri».Comedire:Geno- va sarà anche una cittàmetropolita- na,marestapursempreunpaesedo- velagentemormoraetutti conosco- notuttiall’internodei loroambienti: per trovare uno spazio di libertà e nonfarsinotare,avolte,èmegliofare qualche chilometro. Mal’addiodiHermèsècomunque
L’ingressodiHermès aCampetto L’ANDAMENTODELMERCATO
«Il turnover è elevato per bar e ristoranti, per
AMBROSI
un segno dei tempi, il simbolo di un commercio che vive sempre più di chiusure selvagge e riaperture pro- blematiche.Cercasoluzionianti-cri- sicomequelladei temporaryshop, le boutique che accendono le luci delle vetrine solo inprossimità delle feste epoi si trasformanoovannoinletar- go,evitandolespesedeiperiodimor- ti per il commercio.Oppure soprav- vivono sperando in tempimigliori. Dalmondoistituzionalefiltranole
gli altri negozi è più dura» ANDREADAMERI direttoreConfesercenti
TRASLOCHI E NOVITÀ IN CENTRO. TRA POCHE SETTIMANE ALZA LE SERRANDE GUCCI
NELL’ERA del commercio usa e gettaedei temporarystore,chisiri- corda il vecchio parrucchiere Gio- vanniCoppoladaSalernodetto“Ri- goletto”, classe 1906, un pezzo di storiacittadinainviaFieschi?Dopo mezzosecolotrabarbeecapelliave- va ceduto a Tonino detto Totò, an-
coraunafettadivitadelpassato.Ma adesso,nellabottegapienadi ricor- di,sonoarrivatiglioperai.E abreve subentrerà un nuovo negozio col marchioCabib. Igrandireggono(Cabibchiudead
EXTIME,ÈORADIRIAPRIRE ViaFieschi,
addioallastoricabarberia.FontaneMarose, rinasceilbar
Albaro,continuainviaVentiecorso Europa e rilancia in via Fieschi), i piccoli si ritirano o
ripiegano.Così Mary Giordano, 58 anni, l’ultima a tirare avanti l’attività di barberia di “Rigoletto” e diTotò, adesso lavora da dipendente in salita SantaCate- rinadaLuigiPunzo,decanodeibar- bieri-artigiani.«Dasolanoncelafa- cevomicaadandareavantiepagare l’affitto-raccontalei,passatadapa- droncina a dipendente - sono stata costretta a cambiare». Alcune chiusure sono de profun-
TOTÒS’INCHINAACABIB
provato amettermi in proprio,ma questiprimiduemesinonsonocer- to incoraggianti, non si pagano nemmenolespese».Gliaffitti inzo- na vanno dai duemila euro almese (perpochimetri quadrati) insu, lo- gicochenonsiafacilefarquadrarei conti.«AspettiamoNatale,seagen- naio noncambiaqualcosa,chiudo». Apochimetri, sempreaPortaSo-
primeindiscrezionisul2010aGeno- va:siparladiunandamentosenzari- presa rispetto agli ultimi due anni nerissimi, Dal 2008 al 2009 sono scomparse 200 aziende, quest’anno ildecrementocontinua,seppureral-
lentato.Nonc’èdastapparelocham- pagne. Einumeri (già sconfortanti) foto-
prana, c’era il GemStudio di Tracy Blackmanchehatrasferitol’attività inGalleriaMazzini,altroluogosim- bolo incerca diundifficile rilancio, almeno a constatare il numero di attivitàchechiudonodopounabre- ve apertura: ultimo il negozio spe- cializzato in birre di importazione che ha lasciato l’attività a un sarto- ria. Ma in buon ordine avevano chiuso anche il fiorista, l’ottico, le boutiqueCelle eLizzie. Se mancano i soldi, non si butta
dis epocali: Hermes che chiude a Campetto è un segno dei tempi, gli amantidellamodasi interroganose l’aperturadiGucci inviaXXVApri- le(alpostodelNapoleon,unodeiri- storanti più amati dai gourmet) possa alleviare la
ferita.Ma restan- do alle delizie del palato, che dire della Casa del cioccolato Paganini cheha ammaliatogenovesi e turisti a Porta Soprana per decenni? Oggi al suoposto c’è ilnegoziodi articoli da regalo “Strike”. Sandra Cefis, 57 anni,raccontaperchèsièlanciatain un’avventura imprenditoriale per laqualeperòsidicegiàpentita.«La- voravocomecommessainunnego- zioaSanFruttuoso,misonotrovata aspassoperchèquell’attivitàhafal- lito.Mi sono detta: alla mia giova- nissimaetà,chimiassume?Cosìho
Gucci in viaXXVAprile Cabibapre in via Fieschi
VIA LUCCOLI, PARTE LA RASSEGNA FOTOGRAFICA
SI ÈAPERTA la rassegna fotografica “Via Luccoli, punti di vista…dal bianco e nero al colore”, (fino all’11 dicembre) al termine del concorso promosso dall’Unione operatori diVia Luccoli. Teatro e oggetto dellamostra è la via stessa, le foto saranno poi valutate da una commissione di fotografi e di esperti e battute all’asta in favore di Emergency. Sempre in via Luccoli, domani a partire dalle 17,30, il negozio al 26 rosso Plastic Passion ospiterà “Dollwordminimal rooms”, installazione dell’artistaAngelaMambelli.
La sartoria ingalleriaMazzini
SACCHETTI BIODEGRADABILI CAMPAGNA DELLA REGIONE
INVISTAdell’uscita di scena dei sacchetti di plastica prevista (salvo proroghe) dal primo gennaio 2011, laRegione hamesso a punto una campagna di sensibilizzazione verso i consumatori per spingere alla diffusione dei sacchetti di plastica biodegradabile e all’uso di quelli di stoffa e carta. L’iniziativa è stata presentata dall’assessore regionaleRenataBriano. «Ci prepariamo facendo prevenzione - ha detto l’assessore - con la speranza che la legge, dopo la proroga per tutto il 2010, entri in vigore».
vianiente.Ealloraeccola“listadel- la spesa”della sartoria chehapreso il posto del birraio: stringere una giacca(dietro)costa10euro,20seci sono da sistemare anche i fianchi. Cambiarelacernieraaunagonna,8 euro (25/30 per un giubbotto o un giaccone).Per cambiare colloepol- si alle camicie, come si usava una volta, 12
euro.Come dire: alla birra griffata sipuòrinunciare, i vestiti si possono rammendare. Ibar aprono e chiudono infretta,
grafanosoloinpartelarealtà,perchè andando appena più a fondo si sco- precheimarchiconpiùpuntivendi- tasonocresciuti, ipiccoliesercentisi sono ulteriormente diradati. «La forbice tra aperture e chiusure di lo- cali continua a essere negativa, sep- purenoninmodopesante»,diceAn- dreaDameri,direttoreConfesercen- ti.Ele riaperture che durano lo spa- zio di un mattino? «Sicuramente oggi assistiamo aunturnover eleva- to più che in passato, le attività che abbassano la saracinesca e riaprono inferttasonoipubbliciesercizi,bare ristorazione hanno ancora appeal e c’è un ricambio facile. Il discorso è moltopiùcomplessoperaltretipolo- gie commerciali, addirittura dram- matico per l’artigianato: se chiude unabottegaartigiana,siperdeunpa- trimoniodi saperi chenonè recupe-
rabile.Ma se guardiamoai tempine- cessari per trovare un acquirente in caso di cessione d’azienda, ecco che anche in un settore come l’abbiglia- mentooggisisonodilatatimolto,ma moltopiùcheinpassato: ladifficoltà a trovare chi subentri a un’azienda chechiudeèforteovunqueedèenor- menellezonepiùperifericheomeno ricche. Comunque, si è sempre nel- l’ordine dimesi». Il Natale che si avvicina porterà
ma oggi abbassano le saracinesche anche quelli storici: non fa presagi- renulladibuonolaprolungatainat- tività del Time di piazza Fontane Marose, oggi in via di ristruttura- zioneinattesadelrilanciosottouna nuovagestione.O l’exbarCapezza- na di via Palestro che ha chiuso do- po alcuni cambi di gestione e risul-
tatialtalenanti.Ilmomentodibrin- dare alla fine della crisi, per ora, sembra lontano. B.V.
probabilmente clienti e un (breve) alito di speranza, ma l’onda lunga della crisi non permette di ritrovare il sorriso. E sempre più spesso, oggi, chi si arrende abbassa la saracinesca rinunciando definitivamente alla speranza di poter cedere l’azienda. «Una volta era una buonuscita sicu- ra, po’ come la liquidazione per i la- voratori dipendenti - dice Patrizia DeLuise,responsabileConfesercen- ti - adesso sempre più spesso si deve rinunciare. Se si chiede troppo, non sitrovanessunocheabbialadisponi- bilità economica per subentrare. Se si chiede poco, comeminimo ti trovi la finanza che sospetta una truffa». Un accertamento non èmai gradito, anche se si ha la coscienza a posto: e allora (per molti) è meglio riconse-
gnare la licenza.
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