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xte / ilmaredei colori SALA 10: Il congedo: VanGogh, Monet, Cezanne


¯1b FRANCOIS-MARIUS GRANET “Raccolta delle zucche nella cascinadel Malvalat” dopo il 1825


Granetèilpittore che nellaprimametà dell’Ottocento antici- pa l’interesse di Cézanne perlamon- tagna Sainte-Victoire, un vero eproprio totem per ipittori operanti in Provenza


“Campodigrano con veduta di Arles” 1888


10 a VINCENT VAN GOGH˘


Arles,Van Goghs’im- merge dimostrando come la pitturanon sia piùsoltanto dal


vedere, ma anche dal partecipare come corpo


Nel gialloassoluto di un campo di grano davanti alla città di


CLAUDEMONET “Capd’Antibes, Mistral” 1888


10 b˘


In questaimmagine diMonetdel 1888 ad Antibes la sintesi di


profondodel mare edellecime innevate


una fioritura, dall’azzurro


ILSECOLOXIX GIOVEDÌ


25NOVEMBRE2010 LARECENSIONE


EL’ULTIMA SALAÈ


Sainte-Victoire” 1904-1906


L’immagine smontata esuccessivamente


ricostruitaparte della visione interiore


porta di passaggioche conduce la pittura dal XIX al XX Secolo.


Cézanne èlagrande La montagna di


PAUL CÉZANNE “Lamontagna


10 c˘ SANDRORICALDONE SALA 9: Il Novecento importanti


per sala, leopere più


Sala uscita


Commentiacuradi MARCOGOLDIN


6 SALA 7


8aHENRIMATISSE˘ “CarnevaleaNizza” 1921


b a


b SALA 8 a a SALA 9 b SALA 6: Monetad Antibes,Van Gogh in Provenza


¯6a CLAUDEMONET “Il Forte di Antibes” 1888


Da gennaioadaprile del 1888 Monetscende perlaseconda volta al sud, questa volta individuando quale luogo predilettoper la pitturala costa francese di Antibes, dove dipinge il mare come un tappeto di pietreprezios


¯6b VINCENT VANGOGH “Salicipotati al tramonto” 1888


Alla fine di febbraio del1888 VanGogh lascia Parigi con un bigliettodel treno fino a Marsiglia, ma si ferma ad Arles.Questo dipinto fa parte di un primo gruppo di studi dedicatiainuovi colori, fracui spiccanoilgiallo el’arancione


Alla fine del secondodecen- nio del Novecento,Matisse si stabilisce in via quasi


SALA 10 a


b c


definitivaaNizza, iniziando unaseriediquadri cherac- contanolafelicità di una


nuova ediversa esperienza delcolore


¯9aCHAÏMSOUTINE “PaesaggioaCagnes (laGaude)” 1923


L’operadiSoutine èdiversa rispettoaquella deglialtri pittori che dipingono la Provenza con l’inserimento di un coloreche sembra quasi sciogliersi ediventare unasorta di grande colatadi cera


¯9bPIERRE BONNARD “La stanzadel tè in Provenza” 1917


Bonnard èl’artista che più di ogni altro introduce nel XX Secolo la lezione di Monet. In questo quadro vengono armonizzati in modo mirabile le figureeil paesaggio provenzali


UNSECOLOemezzo di pittura, l’epopea di un territorio, quello della costameridionale francese, del suo paesaggio forte e armonio- so,dellasualuminositàsenzaeguale.Cinque generazioni di artisti si succedono in questa vicenda, ripercorsa da Marco Goldin attra- verso la sequenza di 80 quadri di cui si com- pone lamostra. Fra i due estremi del nitido, ma compassato vedutismo settecentesco e delladissoluzionedel soggettoinluceecolo- re, si articola un movimento che attraversa Naturalismo, Impressionismo e Fauvismo, trovando nuove risonanze nelle immagini marine e nelle scene agresti; entro lo spazio domesticodelgiardinoedi fronteallanatura maestosa dellemontagne. Nelleprime stanzedell’esposizione venia-


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SHOWPURO Monet, Van Gogh e Cézanne un trittico che vale la mostra


moguidatidallegrandivedutediJosephVer- net, ladescrittiva“CittàeradadiTolone”del 1756, allo scorcio della Montagne Sainte- Victoire, in prossimità di Aix-en-Provence, ritratto da François-Marius Granet. Meno note al pubblico italiano, si scoprono più avanti le opere degli esponenti della scuola provenzale,Paul-CamilleGuigou,Jean-Bap- tisteOliveedÉmileLoubon, lacui“Vedutadi MarsigliadaLesAygalades,ungiornodimer- cato” del 1853 unisce, in una dimensione prettamentenarrativa,delineandounaman- dria sospinta verso la città, la rappresenta- zione del retroterra rurale allo sfondo urba- nodelcapoluogo.Ècon“RivadelmareaPala- vas” dipinto nel 1854 da Gustave Courbet, cheinizialasfilatadeicapolavori:all’opposto delle imponenti tele che lo affiancano, que- stodipintodimisuracircoscritta, incuicam- peggia la figuraminuta di un solo personag- giorittosuunoscogliodinanziall’immensità delmare, perviene conmezziminimi a spri- gionare un’intensa vibrazione simbolica. Un significativo confronto è originato più


SALA 8: Matisse eilpostImpressionismo


oltredall’accostamentodiduequadridalme- desimo titolo, “Rocce a l’Estaque” del 1882, dipinti contemporaneamente e nella stessa località: ilprimodaRenoir che, inprospetti- vadalbasso,rivesteimassidiunchiaroredo- rato, il secondo da Cézanne, che dall’alto scandaglia l’ordine costruttivo della quinta naturale. Al livello più elevato, fra i lavori esposti,sicollocanolequattroteledipinteda MonetaBordighera, fracui lacelebre“Vedu- ta” dell’Hammer Collection di Los Angeles, dove i tetti della città alta paiono sollevarsi tra cielo emare, e lo “Studio di ulivi” che ri- produceiltroncocontortodiunalberotutto- raesistentenelparcodiVillaMariani:sintesi perfetta di adesione al genius loci e di stupe- facente estro cromatico, non pregiudicata dal poco felice accostamento ad opere di- mensionalmente sproporzionate. Ogniautoree,sidirebbe,ognioperaacqui-


SALA 7: IFauves


¯7aGEORGES BRAQUE “Il porto de L’Estaque” 1906


Al Salond’Automne del 1905 aParigi compaionoper la prima volta riuniti in un gruppoicosiddettiFauves, che sulla scia di Gaugin ee VanGogh incendiano ancor di piùilcolore sul Mediterraneo


¯7b ANDRÉDERAIN “L’Estaque” 1906


L’Estaqueèuno deiluoghi magici per ipittori chescen- donosulla costa Mediterranea eiFauves in questo sensonon fanno ecce- zioni,facendolo diventare spazio dell’apparizioneedel sogno


sisceunasuavoce.Così ilvigoroso“Ulivi”del 1889diVanGogh,dovel’ocradel terrenotra- smuta nel violetto dei rami, così la spigliata “Promenade des Anglais” di EdvardMunch dipinta nel 1891, il vivacemosaico di tasselli pittorici del “Saint-Tropez” del 1896 di Si- gnac.E ilsinuosointernotratteggiatodaMa- tissenel“Quadernonero”del1918ol’incisiva deformazione impressadaChaïmSoutine al “Paesaggio diCagnes”, quadro del 1923. L’itinerario si arresta a ridosso degli esiti


raggiunti da Pierre Bonnard in opere come “Giardino nel Var”, dipinto nel 1914, e “Im- barcadero a Cannes” del 1934 che segnano, nella visione del curatore, il tramonto del soggetto ed il recupero, attraverso il filtro della memoria, delle «qualità più lievi della luce, dell’aria, del colore della natura». Ma, a suggello dell’esperienza compiuta


dalvisitatore, l’ultimasalaproponeuntritti- co di penetrante suggestione, che riepiloga i temi paesaggistici su cui lamostra s’imper- nia: ilmare, con“Capd’Antibes,mistral”,del 1888,diMonet,doveilMediterraneos’incre- spa sullo sfondo delle Alpi innevate; ilCam- po, traboccante del giallo maturo del fru- mento, a lambire il profilo della città nel di- pinto di Van Gogh “Arles vista dal campo di grano” del 1888; laMontagna, scarnificata e scompostadaCézanneinunadelleraffigura- zioni estreme del massiccio della Sainte- Victoire.Visionidellanaturaedell’anima:«ll


sogno» scriveGoldin «delMediterraneo». ©riproduzioneriservata


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