Battiato a Sanremo APAGINA48
1948 LIBERI TUTTI
ELISABETTAPAGANI
GENOVA.Nel 1944MargheritaAlbanièunascal-
traefascinosadonnadiventottoanni.Chesaco- me rigirarsiunuomoper fare labella vita e come sbarazzarsene quando quella vita inizia a soffo-
carla.Cosìinquattromesisiliberadelmarito,con cuiviveaPegli,perchélestatroppoaddosso:lode- nunciaalComandotedesco, lofaarrestare, loiso- la,si faintestareognibene,gli tendeunatrappola elofadeportarenelcampodiconcentramentodi Flossenburg, dove Roberto Rossi Canevari - che
pesa43chilielaamaancora-muore.Margherita è libera e perunpaio d’anni se laspassa. Per un po’ tira un sospiro di
sollievo anche Aldo Nicolosi, chenel1945hasolo17annima indossogiàladivisadellebriga- tenereeintascaunarivoltellae duebombeamano.Èunamat- tinadi gennaio e sipavoneggia indisturbato dell’armamenta- rio con gli studenti del liceo D’Oria, proprio davanti alla
scuola.Finoa cheun’innocen- tepalladineveloinnescaecon un colpo di pistola uccideMi- cheleAngeletti, 16anni, colpe- vole di non volerglimostrare i documenti - e perché, poi, do- vrebbe farlo -perché, contesta lui candido, «la mamma non vuole». Margherita, la vedova alle-
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ESCEOGGI “LA BEFFADEIVINTI”
Esce oggi “La beffa dei vin- ti” diAndreaCasazza (ilme- langolo, 360pagine, 20eu- ro): racconta le storie di bri- gatisti neri, spie, torturatori e gerarchi fascisti genovesi che vennero condannati e poi liberati per l’amnistia
gra, e Aldo, lo sbruffone in ca- micianera,nonsiconoscono.Entrambiperò,per convinzione, opportunismo o arroganza, finché convieneflirtanoconquelche,dopol’8settembre ’43,rimanedel fascismo.Fannolespie,uccidono, nelcasodiAldoprendonoparteai rastrellamenti
dipartigiani.FinitalaguerraenatalaRepubblica, perunpo’
laGiustizialiriacciuffaeliprocessa.Ma poi li libera,per sempre. È l’effetto dell’amnistia firmata il 22 giugno
1946dalgenovesePalmiroTogliatti,ilCompagno pereccellenza,diventatoministrodiGraziaeGiu-
stizia.InsiemeaAldoeMargheritadallecarceridi tutta Italia,Genova inclusa, esconocollaborazio- nisti, spie e picchiatori comuni, torturatori di ebreiepartigiani,grandi criminalidel regime. Èla grande truffadellaStoria edelle storie che
xte
Il cantautore siciliano sarà in gara al prossimo Festival di Sanremo. Il colpo a sorpresa lo ha annunciato ieri il conduttoreGianniMorandi: «Porterà una canzone bellissima». Tra i big un altro nome eccellente è quello diVecchioni
Spie, torturatori, brigatisti neri: in un libro le storie dei fascisti che l’amnistia ha salvato
racconta Andrea Casazza, giornalista del Secolo XIXe scrittore,nel suonuovolibro, “Labeffadei vinti”, cheesceoggi (ilmelangolo,360pagine,20 euro).Unlibrocheraccoglie,appunto, lestoriedi alcuni fascisti genovesi: come Brenno Grandi, il “boia della famiglia ebrea Sonnino”, gerarchi fa- mosi come Arturo Bigoni e spietati come Vito Spiotta,maanche«didonneeuominicomuni,co- meMargherita e Aldo,ma nonmeno colpevoli»
precisaCasazza.Atenerli insieme,continual’au- tore«èilfilodell’ingiustiziaperchétuttilorofuro- nocondannatiper reatipiùomenogravi,dalcol- laborazionismoallestragi,maquasinessunopagò per intero il suo debito con la so- cietà». Un pugno nello stomaco per le vittime, un profondo senso dirabbiaefrustrazioneperchidu- ranteilfascismoerastatotortura- to o aveva perso, perché ammaz- zati,amicieparenti. Perché tutti i processi che in
frettaefurialeCortid’Assisestra- ordinaria e speciale di Genova mettonoinpiedidalprimogiugno del’45al26febbraiodel’48,dando all’Italia l’illusione di ripristinare unostatodidiritto, «nonservono anulla» spiegaCasazza sullabase dei trentuno faldoni di carte pro- cessuali cheha sfogliato, e studia- to,echeraccolgonogliattidique-
stestorie.AGenova,su395impu- tatigiudicatiin251processi,infat- ti, 313 vengono condannati ma soltanto 17 sconteranno intera-
mentelaloropena.Perchél’amni-
stiadel ’46inpocopiùdiunpaiod’anni invaliderà iprocessiincorsoeapriràpersemprelecelledichi èstatogiudicatocolpevole. Con“Labeffadeivinti”,Casazzaraccontalasto-
ria di questi genovesi. Una storia tenuta segreta negli archivi di Stato fino al 2009 quando, final- mente, vengono desecretati gli atti processuali delleCortid’AssisestraordinariaespecialediGe- nova.«Oggi,intempiincuiilrevisionismostorico che piange sul sangue dei vinti è giunto a negare l’olocausto e la censura sta tornando di moda, questolibro»concludel’autore«intenderestitui- re volti e storie a un passato che sarebbe più che
maipericolosolasciareconfinatonell’oblio».
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ILSECOLOXIX GIOVEDÌ
25NOVEMBRE2010
31 ifaldoni cheriunisconogli atti processuali delleCorti d’Assise straordinariaespeciale controifascisti conservati dall’Archivio di Stato diGenovaeresipubblici nel2009dopooltresessant’anni
395 gliimputati giudicatiin251 processi svolti, fra il primogiugnodel ’45 eil26febbraiodel’48,nelle sezioni dellaCorte d’Assisegenovese
82le assoluzioni in primogradonei treanni di lavoro delleCortid’Assise
3lecondanneamorte eseguitedelle20comminate dalleCorti d’Assise genovesi nel corso di treanni di processi. Leesecuzionisonotuttedel1945
266icondannati chel’applicazionedell’amnistia Togliatti farà uscire di galera nel giro dimenodi cinqueanni
88,35%la percentuale di condannatichealla fine deglianniQuaranta eranogià statiscarceratigrazie all’amnistia
17 idetenuti chehannoscontato interamente lapena su 313 condannati
47 L’ANTICIPAZIONE
FRADELAZIONE ECUPIDIGIA
ANDREACASAZZA Q
to il 28 agosto del ’45 e da seimesi è detenuto nelle celle ricavate all’indomani dellaLiberazione nei locali dell’Albergo deiPoveri.Èun uomo piccolo di statura ed è segnato da un’evidenteme- nomazione: ha una gamba, la sinistra, leggermente più corta dell’altra il che lo fa zoppicare
vistosamente.La figura dello “zoppo”, del “maresciallo zoppo” tornerà più volte sulla scena dei pro- cessi intentati contro i fasci- sti genovesi. Si chiamaBrunoDeDo-
minici, è nato nel 1916 e abi- ta in viaBobbio 29, di fronte al carcere diMarassi, appe- na scavalcato il torrenteBi- sagno. Il “Maresciallo zop- po” è un informatore delle SS: la sua tessera è la nume- ro
46.Veste abiti borghesi e gira armato di unaBeretta per la cui detenzione ha un regolare porto d’armi.Du- rante il processo si difende- rà dicendo di aver svolto “mansioni umili allaCasa” come familiarmente indica quel luogo di orrore e tortu- ra che fu laCasa dello Stu-
dente.Ma sarannomolti i testimoni a dire il contrario. Asostenere, portando prove a riguardo, di averlo spesso visto al fianco delmarescial- loGiovanni Janniche, il re- sponsabile della speciale se- zione ebrei aperta alla “Ca- sa” a partire dal settembre del ’43. DeDominici è un caccia-
uando si pre- senta al pro- cesso non ha ancora qua- rant’anni.Lo hanno arresta-
ICACCIATORI DIEBREI,
tore di
ebrei.Li bracca, li scova, li ricatta e li depreda, prima di consegnarli nella mani delle SS. In questo “la- voro”, per il quale è regolar- mente stipendiato e premia- to in base alla percentuale di arresti effettuati, è uno dei più feroci ed esperti fra quanti agiscono aGenova, nell’ultimo anno emezzo di guerra, al soldo dei nazisti. Ed è, soprattutto, un uomo avido e senza scrupoli. (…)
Pergentileconcessionedell’editore“ilme- langolo”,pubblichiamoqui sopraunestratto dauncapitolodel libro“Labeffadeivinti”
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