“CIÒ CHE RESTA DELLA MATERIA DELL’EDIFICIO ORIGINARIO IN QUELLO ATTUALE OGGI COSTITUISCE IL FILO IMPRESCINDIBILE DA RIPERCORRERE IN QUESTO LAVORO, ASSIEME ALLA SUA ICONOGRAFIA, TESTIMONIATA DIRETTAMENTE E DAGLI ARCHIVI DI MANGIAROTTI, MORASSUTTI E FAVINI, E STRAORDINARIAMENTE DOCUMENTATA DALLE FOTO DI GIORGIO CASALI SCATTATE ASSIE- ME AGLI STESSI PROGETTISTI FIN DAL CANTIERE. A PRESIEDERE QUESTO DIALOGO NEL NOSTRO LAVORO DI PROGETTAZIONE ABBIAMO INDIVIDUATO IL DIAFRAMMA FRA INTERNO ED ESTERNO. LE MURATURE, LA FACCIATA, GLI STRATI INTERPOSTI FRA LE PAVIMENTAZIONI E LA STRUTTURA PREESISTENTE O IL TERRENO, SONO STATI GLI UNICI LUOGHI POSSIBILI DELLE NUOVE INSTAL- LAZIONI E DEI NUOVI ELEMENTI COSTRUTTIVI. NELLO SPAZIO RICAVATO NEL LIMITE, NEGLI STRATI DELLA MATERIA, SI SITUA LO SCARTO FRA VECCHIO E NUOVO. AL DI FUORI DALLA MATERIA SI È RIPROPOSTA LA PERCEZIONE DI QUESTA ARCHITETTURA IL PIÙ POSSIBILE SIMILE A QUELLA RICERCATA ALL’INIZIO. È QUESTA UN’INTERPRETAZIONE DEL RESTAURO CHE INVESTIGA LA DIFFEREN- ZA FRA VERO E VEROSIMILE, MA CHE ALLO STESSO TEMPO RISIEDE NEI MATERIALI, DENTRO LA COSTRUZIONE”. Giulio Barazzetta