Progetto Project
5+1AA Alfonso Femia, Gianluca Peluffo Agenzia di Architettura srl
Committente Client
IULM - Libera Università di Lingue e Comunicazione, Milano, Italia IULM - University of Languages and Communication, Milan, Italy
SISTEMA AMBIENTALE SPATIAL SYSTEM
Contesto insediativo Settlement context Urbano Urban
Destinazione Intended use
Istituto di formazione Universitaria University education institute
SISTEMA TECNOLOGICO TECHNOLOGICAL SYSTEM
Categoria dell’intervento Category of intervention Nuova costruzione New construction
Tecnica costruttiva Construction technique Sistema razionalizzato Rationalised
Applicazione Application
Copertura e rivestimento di facciata Roof and façade coverings
Tipologia di posa Type of installation Mediante adesivo cementizio monocomponente alleggerito With lightweight single-component cement-based adhesive
Materiali ceramici Ceramic materials Gresplus
Diamante R20,
Superfici Superfici 9.802 mq 9,802 sq.m
Ph: Ernesta Caviola Verde Smeraldo, 9x9 cm
Polo di eccellenza per la formazione nei settori linguistico, delle scienze della comunicazione, delle relazioni pubbliche, del turismo e della valorizzazione dei beni culturali, la Libera Università di Lingue e Comunicazione, comunemente conosciuta come IULM, si è sempre collocata come punto d’incontro tra il mondo accademico e il mercato del lavoro, muovendosi come un interlocutore dinamico in un sistema in continua evoluzione: condizione privilegiata che le permette di avvicinarsi a importanti realtà extra accademiche con le quali sviluppare progetti di interesse comune, capaci di produrre valore aggiunto per la didattica, la ricerca e l’innovazione. È in questa logica che l’ateneo milanese ha promosso l’ampliamento del campus attraverso la realizzazione del Knowledge Transfer Centre, ovvero lo spazio osmotico grazie al quale la città e l’università entrano in dialogo, mettendo in condivisione le proprie conoscenze e i propri saperi.
L’articolato progetto studiato da 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo si sviluppa partendo da un ordinato impaginato di pianta dei diversi corpi di fabbrica, a cui fa da contrappunto la complessità dei volumi, dei percorsi interni e all’aperto, delle relazioni spazio-temporali tra i diversi contenitori funzionali, pensati per garantire la massima permeabilità sia a livello fisico che di interattività del pensiero. Il nuovo complesso sorge in un lotto immediatamente a sud e in continuità con il preesistente ateneo. La sua immagine si compone di quattro elementi chiave. La torre, avvolta, come sottolineano i suoi progettisti “da una rampa continua, una promenade spigolosa ma unica, nostalgia del James Stirling eroico e della Johnson Wax di Wright”, all’interno della quale trovano collocazione la biblioteca digitale, gli archivi e i loro spazi di consultazione. In sintesi: banca dati delle iniziative e delle attività dello IULM e al tempo stesso luogo di formazione, studio, ricerca e comunicazione. Sinergicamente legato alla torre è l’edificio nord, che ospita la biblioteca generale d’ateneo e gli archivi più tradizionali.
Un corpo di fabbrica lineare sviluppato su due soli piani, che sorge in diretto contatto con la sede principale dello IULM e per il quale è prevista l’apertura al pubblico come elemento di connessione diretto con la città. Al suo interno trovano spazio anche la mensa e le cucine per tutto il campus. In parallelo, ma sul lato sud del lotto, è stato realizzato un altro edificio basso e lineare, concepito per offrire la massima flessibilità, destinato ad accogliere sia strutture accademiche di vario genere (aule, laboratori, uffici), sia per dare spazio a eventi e attività spin-off collegate a istituzioni pubbliche e private, che individuano nella collaborazione con l’ambito universitario un’occasione importante di specializzazione e crescita. Una visione operativa che intende superare la tradizionale logica episodica del rapporto tra università e mondo della produzione, attraverso una collaborazione organica e continuativa per affrontare insieme le sfide del futuro. Al cuore dell’area d’intervento, circondato dai volumi degli altri edifici, emerge la scocca, rivestita in ceramica verde, che racchiude un auditorium da 600 posti. Una spettacolare pelle formata da migliaia di tessere tridimensionali a motivo diamantato disegnate da 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo e prodotte appositamente da Casalgrande Padana. Figura di grande impatto architettonico, l’auditorium rappresenta il luogo dove la comunicazione tra università e territorio trova un eloquente palinsesto, per l’organizzazione di congressi, proiezioni, eventi culturali e artistici. Un manufatto che va ben oltre la sua funzione e, come raccontano gli stessi Femia e Peluffo: “Rappresenta lo spaesamento, la sorpresa. La risposta per noi, sempre in lotta contro il grigio universale. È il semaforo di Luigi Ghirri a Modena. È il semaforo di Bruno Munari nella Nebbia di Milano. Oggi di nebbia ne è rimasta poca. C’è solo la sua nostalgia: la nostalgia di chi scopre che, svanita la nebbia, a essere grigia era la città”.
130
Page 1 |
Page 2 |
Page 3 |
Page 4 |
Page 5 |
Page 6 |
Page 7 |
Page 8 |
Page 9 |
Page 10 |
Page 11 |
Page 12 |
Page 13 |
Page 14 |
Page 15 |
Page 16 |
Page 17 |
Page 18 |
Page 19 |
Page 20 |
Page 21 |
Page 22 |
Page 23 |
Page 24 |
Page 25 |
Page 26 |
Page 27 |
Page 28 |
Page 29 |
Page 30 |
Page 31 |
Page 32 |
Page 33 |
Page 34 |
Page 35 |
Page 36 |
Page 37 |
Page 38 |
Page 39 |
Page 40 |
Page 41 |
Page 42 |
Page 43 |
Page 44 |
Page 45 |
Page 46 |
Page 47 |
Page 48 |
Page 49 |
Page 50 |
Page 51 |
Page 52 |
Page 53 |
Page 54 |
Page 55 |
Page 56 |
Page 57 |
Page 58 |
Page 59 |
Page 60 |
Page 61 |
Page 62 |
Page 63 |
Page 64 |
Page 65 |
Page 66 |
Page 67 |
Page 68 |
Page 69 |
Page 70 |
Page 71 |
Page 72 |
Page 73 |
Page 74 |
Page 75 |
Page 76 |
Page 77 |
Page 78 |
Page 79 |
Page 80 |
Page 81 |
Page 82 |
Page 83 |
Page 84 |
Page 85 |
Page 86 |
Page 87 |
Page 88 |
Page 89 |
Page 90 |
Page 91 |
Page 92 |
Page 93 |
Page 94 |
Page 95 |
Page 96 |
Page 97 |
Page 98 |
Page 99 |
Page 100 |
Page 101 |
Page 102 |
Page 103 |
Page 104 |
Page 105 |
Page 106 |
Page 107 |
Page 108 |
Page 109 |
Page 110 |
Page 111 |
Page 112 |
Page 113 |
Page 114 |
Page 115 |
Page 116 |
Page 117 |
Page 118 |
Page 119 |
Page 120 |
Page 121 |
Page 122 |
Page 123 |
Page 124 |
Page 125 |
Page 126 |
Page 127 |
Page 128 |
Page 129 |
Page 130 |
Page 131 |
Page 132 |
Page 133 |
Page 134 |
Page 135 |
Page 136 |
Page 137 |
Page 138 |
Page 139 |
Page 140 |
Page 141 |
Page 142 |
Page 143 |
Page 144 |
Page 145 |
Page 146 |
Page 147 |
Page 148 |
Page 149 |
Page 150 |
Page 151 |
Page 152 |
Page 153 |
Page 154 |
Page 155 |
Page 156 |
Page 157 |
Page 158 |
Page 159 |
Page 160 |
Page 161 |
Page 162 |
Page 163 |
Page 164 |
Page 165 |
Page 166 |
Page 167 |
Page 168 |
Page 169 |
Page 170 |
Page 171 |
Page 172 |
Page 173 |
Page 174 |
Page 175 |
Page 176 |
Page 177 |
Page 178 |
Page 179 |
Page 180 |
Page 181 |
Page 182 |
Page 183 |
Page 184 |
Page 185 |
Page 186 |
Page 187 |
Page 188