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L’articolato programma di concorso per la realizzazione di MAST comprendeva una serie di servizi aziendali rivolti ai dipendenti unitamente ad alcune attività aperte al pubblico, esprimendo chiaramente la volontà di costruire un centro di eccellenza in grado di superare la dimensione chiusa del recinto produttivo. I progettisti dello studio Labics hanno interpretato questa indicazione accorpando in un unico complesso edilizio le differenti funzioni, in modo da conferire maggiore forza e identità all’intervento, e definire al meglio il ruolo di un’interfaccia tra pubblico e privato. Concepito come una sorta di micro-organismo urbano, aperto e dedicato alle arti, all’innovazione e alla tecnologia, l’edificio si qualifica all’esterno con un’immagine unitaria, mentre all’interno si diversifica in un sistema articolato di percorsi e funzioni. A partire dal piano terreno, MAST ospita un ristorante aziendale, una sala espositiva, ambienti di servizio, una palestra e un grande asilo nido dotato di un proprio giardino. Al piano superiore, due sale per esposizioni con annessi e una caffetteria, mentre l’ultimo piano è in parte occupato da una serie di aule, da un ampio foyer e da un auditorium destinato ad accogliere quattrocento persone. Pensato per essere civico, aperto e accogliente, MAST si presenta come un dispositivo urbano che metaforicamente travalica i propri confini per tessere relazioni con l’intorno vicino e lontano. Il suo contesto naturale è la città; il suo fruitore, la collettività. Strutturato a partire dai flussi delle persone e dalle possibili interazioni tra le diverse attività ospitate, l’edificio comprende numerosi servizi, organizzati in base a logiche capaci di innescare, come nei tessuti urbani, nuove relazioni funzionali e inaspettati modi d’uso dello spazio. Un percorso continuo attraversa l’intero fabbricato, collegando tra loro tutte le attività e queste con la città, lo spazio pubblico per eccellenza, trasformando così il complesso in un organismo aperto alla comunità, vivo e dinamico.


Attraverso le grandi rampe che si estendono dal cuore della costruzione fino a ridosso dell’ingresso principale, è possibile raggiungere lo spazio espositivo al primo piano, e da questo il foyer e l’auditorium. Percorrendo poi lo spazio verticale a tutta altezza si raggiunge la caffetteria e il ristorante aziendale. L’edificio esprime una nuova e per certi versi ibrida identità, che non si identifica con nessuna delle attività ospitate ma, al tempo stesso, è in grado di rappresentarle tutte. Sotto il profilo insediativo, la costruzione trova nel luogo e negli allineamenti preesistenti la propria misura e il proprio calibro ponendosi come elemento di mediazione tra la dimensione minuta e disaggregata del tessuto urbano circostante e le masse compatte e di scala maggiore dei fabbricati industriali. La collocazione di MAST ai confini del lotto e in posizione opposta all’ingresso dell’azienda ha reso possibile enfatizzare, oltre che sotto il profilo programmatico anche dal punto di vista urbano, il ruolo di cerniera tra pubblico e privato, tra la città e l’azienda. Il tema è declinato nel disegno decisamente differente dei due prospetti principali: quello rivolto verso l’impresa, continuo e compatto, in prosecuzione con i volumi dell’area industriale; quello verso la città, aperto sul centro abitato e il parco del Reno, che, attraverso le lunghe rampe, invita il pubblico a entrare. Quale contraltare a un programma funzionale e morfologico tanto articolato, il progetto dell’involucro è stato declinato in modo da ricercare la massima neutralità. Il rivestimento della struttura, prevalentemente formato da pannelli di vetro serigrafato che riproducono il disegno di una tenda, restituisce all’insieme un’immagine leggera, uniforme ma al tempo stesso mutevole. Solo l’asilo nido presenta un involucro differente: un rivestimento in listelli in ceramica colorata definisce una parete frangisole policroma che attribuisce all’edificio un carattere giocoso e vibrante, dedicato alla sua speciale tipologia di utenti.


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