Progetto Project
5+1AA Alfonso Femia, Gianluca Peluffo Agenzia di Architettura srl
SISTEMA AMBIENTALE SPATIAL SYSTEM
Contesto insediativo Settlement context Rigenerazione urbanistica Urban regeneration
Destinazione Intended use
Centro commerciale Shopping centre
SISTEMA TECNOLOGICO TECHNOLOGICAL SYSTEM
Categoria dell’intervento Category of intervention Ristrutturazione Restoration
Tecnica costruttiva Construction technique Tradizionale Traditional
Applicazione Application
Rivestimento di facciata, pavimentazione esterna, pavimentazione interna e rivestimento interni
Ambienti Settings
Façade coverings, exterior flooring, interior flooring and coverings
Corti, passeggiata, servizi igienici Courtyards, walkways, toilets
Tipologia di posa Type of installation Rivestimenti esterni posati su sottostrutture e supporti metallici Exterior coverings installed on metal substructures and substrates
Materiali ceramici Ceramic materials
Corte Blu Blue courtyard Granitogres
Unicolore, Blu forte, Blu chiaro, Blu scuro, Azzurro, Bianco
Corte Verde Green courtyard Granitogres
Unicolore, 5 tonalità di verde RAL 5 shades of green RAL
Interni Interior Granitoker
Cemento, Cassero Grigio, Diamante Boa
Superfici Surfaces 2.915 mq 2,915 sq.m
Distributore Distributor Mattout
Ph: Luc Boegly
Narra lo storico siceliota Timeo da Tauromenio che quando i greci approdarono sulle rive della futura Marsiglia, lanciando la cima d’ormeggio a un nativo, gridassero Massé (μασσαι in antico eolico): Lega! Vero è anche che in arabo, porto si dice Marsa. Non è dunque azzardato sostenere che Marsiglia è porto, prima ancora che città. Luogo di arrivo e di partenza, di rifugio, di scambio, di apertura alle merci, alle genti, alle culture, ai significati altri. Luogo eletto, come scriveva Baudelaire, per contemplare quelli che hanno ancora la forza di volere, il desiderio di viaggiare… Ecco allora che rianimare uno degli edifici più importanti per dimensioni, ma anche per destinazione d’uso del porto - gli storici magazzini di stoccaggio, i Docks, così come la lingua del mare li identifica a ogni latitudine -, assume particolari valori simbolici, che vanno ben oltre il rapporto tra passato e futuro. Come raccontano Alfonso Femia e Gianluca Peluffo, alla guida dell’Agenzia di Architettura 5+1AA, autrice del progetto di questo complesso e felice intervento di rigenerazione, ogni città importante ha nella propria pancia edifici che possono essere definiti eroici per la loro dimensione fisica e visiva, per essere stati costruiti in mezzo o nel cuore di tempi e di luoghi oramai lontani da noi, per essere stati molte cose, macchine, dispositivi, limiti, luoghi, e soprattutto per essere ancora qui: “Noi abbiamo voluto ricercare un dialogo con il corpo e con l’anima dei Docks di Marsiglia. Ci siamo avvicinati ai Docks come ci si avvicina a una scoperta, a una specie di mistero, che è stato sempre presente, ma che una nuova identità rivelava e avrebbe rilevato secondo altre nature, altre relazioni, altre intimità”. Il progetto, sviluppato a seguito di un concorso internazionale, è frutto di una articolata riflessione che gli architetti hanno sviluppato rispetto alla natura, al ruolo e ai significati dell’edificio storico, indagandone soprattutto i rapporti in essere e potenziali con la città, operando per riannodare le giaciture non solo dei corsi murari, ma anche delle relazioni e delle attività socializzanti, al fine di restituire il manufatto alla città, trasformando il suo status di austero e monolitico complesso in un luogo pubblico, partecipato e fortemente identitario.
L’obiettivo è stato perseguito attraverso un’attenta ricerca di permeabilità tra fronte urbano e fronte rivolto al mare, lungo tutto il perimetro dei Docks, trasformando quello che prima era una cortina impenetrabile in un luogo da vivere e attraversare, fisicamente e visivamente. Non di meno, le quattro corti racchiuse all’interno di un corpo di fabbrica che in lunghezza misura ben 365 metri, sono state completamente reinventate e trasformate in luoghi straordinari e inattesi. La Corte Barcellone, la Corte Rome, la Corte Village e la Corte Marchè diventano infatti elementi di polarizzazione funzionale ed emotiva, che qualificano il percorso longitudinale, definendo nuove relazioni e gerarchie spaziali, dinamiche e vitali. In questo palinsesto, un ruolo particolare assumono la luce, il colore e la materia, attraverso i quali lo spazio si arricchisce di una dimensione caleidoscopica, capace di suscitare meraviglia e al tempo stesso sentimento e intimità. Una dimensione spazio-temporale mutevole al mutare delle ore e della luce del giorno.
Luoghi dove la ceramica diventa avvolgente, policroma, sorprendente per formati, accostamenti e sistemi di posa. Gli stessi elementi, che appartengono a nature diverse, si declinano via via in maniera differente e tutto ciò non lascia indifferenti. Ceramica dunque come materia viva, che racconta della straordinarietà delle invenzioni del presente, così come del melting pot che ha generato il Modernismo catalano, gli azulejos arabi, l’art nouveau, ma non di meno del colore delle spezie, delle pietre d’oltremare e del sorriso sereno di un approdo, capaci di sollecitare la dimensione percettiva, sensoriale ed emozionale di chi oggi vive e attraversa i Docks.
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