genova LA “ZAMPATA” DEL SOVRINTENDENTE
Pacor, il“contropiano” chepuntasullamusica
Mainteatroc’èchi frena:«Primasaniamoibilanci» ILRETROSCENA
GIOVANNI Pacor ci lavorava da tempo. «Sono incontatto conmolti grandi artisti, di famamondiale, di- sposti a esibirsi gratis o a cachet ri- dotto», dichiarava a inizio mese il sovrintendente del Carlo Felice. Ora può cominciare a raccogliere i suoi frutti. Il primo, in ordine cronologico, è
il recital di JoséCarreras previsto - si veda l’articolo qui accanto - il 18 novembre. Il secondo, certo non meno prestigioso, è il concerto di ZubinMehta. Il grandemaestro in- dianoèattesoaGenova,dovedirige- rà l’orchestra delCarlo Felice, il 22 novembre. «Stiamo prendendo ac- cordi conil teatro»,diceNataliaRi- tzkowsky,portavocediMehta, con- fermando l’impegno per quella da- ta.
ZubinMehta, unodeipiùgrandidirettorid’orchestra sulla scena AL BOTTEGHINO
L’INCERTEZZA“CONGELA”LEPREVENDITE PERILBARBIEREDISIVIGLIA
••• «SIAMOspiacenti,ma le pre- vendite sono sospese». L’addetta alla biglietteria delCarlo Felice al- larga le braccia. La programmazio- ne del teatro, spiega, è sospesa fi- no a data da destinarsi. Per ora, dunque, niente “Barbiere di Sivi- glia”, che è previsto dal 12 al 24 ot-
tobre, né “La Traviata”, dal 10al 21 novembre. «Purtroppo - spiega l’impiegata della Fondazione - per ora le recite sono sospese. E lo ri- marranno finché non si chiarirà la situazione del teatro. Speriamo di poter riaprire le vendite a otto- bre».
preparativi.Pacorha già incontrato le “prime parti” dell’orchestra e ha scelto unmaestro concertatore per le prove. Considerata la grave crisi del Carlo Felice, dove le trattative per la cassa integrazione sembrano definitivamente arenate e dove il consigliere d’amministrazioneRic- cardoGarrone afferma che «se i la- voratori non cambiano idea si ini- zierà una procedura per arrivare al commissario liquidatore, vuol dire che il teatro chiude definitivamen- te», i concertidi Mehta,Carreras, e dialtrigrandiartistichehannodato la loro disponibilità fanno ben spe- rare. Pare, tuttavia, che queste esibi- zioni, fortemente volute da Pacor,
Intanto al Carlo Felice fervono i
dipende da cosa accadrà entro la fi- ne delmese. Se la situazione doves- se precipitare, addioZubinMehta. L’annunciato concerto del gran-
LAPROMESSAMANTENUTA
Sono in contatto con grandi artisti disposti
a esibirsi gratis.Oquasi GIOVANNI PACOR sovrintendente delCarlo Felice
non abbiano incontrato il favore di tutti i verticidel teatro.Fonti inter- ne alCarlo Felice parlano di «pres- sioni» per bloccare quei concerti che rischierebbero di «interferire» conilpianodi salvataggiodel teatro proposto dal consiglio d’ammini- strazione. Un piano che prevede la
cassa integrazione in deroga per quattromesi, a rotazione, e la con- seguenteriduzione,nellostessope- riodo, dell’attività del Carlo Felice. Aldi làdiquestevoci -chegiranoin- sistentemente dietro le quinte an- chesenonsonoconfermateufficial- mente - un punto resta certo: tutto
demaestro indiano ha, comunque, ungrandevaloresimbolico.Ainizio settembre, in un vivace botta e ri- spostaadistanzaconSandroBondi, Mehta aveva definito «una trage- dia» la situazione al Carlo Felice. E aveva puntato l’indice contro ilmi- nistro per iBeni culturali: unmini- stro «senza vergogna», che «non ha neanche il coraggio di venire a par- lare con noi. Abbiamo mandato i sindacatida tutta Italia e lui è rima- sto asentirlidieciminuti,epoièan- dato via». La risposta di Bondi non s’erafattaattendere:«Lasituazione del Carlo Felice non può essere im- putata a questo governo». Più tardi nel corso della giornata,Mehta era tornatosull’argomentoperribadire che «su Bondi ho detto soltanto la verità». Al centro di quello scontro, c’era
ILSECOLOXIX DOMENICA
26SETTEMBRE2010
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la drasticamanovra economica del governo: in un anno complessiva- mente il Fus, Fondo unico dello spettacolo, è crollato da 411 a 304 milioni.Ilpiùgravetagliomai inflit- to alla lirica. Tre giorni fa Bondi ha però dichiarato di volersi impegna- re «per il reintegro anche parziale delFus» nel 2011.Un reintegro che dovrebbe consentire ai teatri di so- pravvivere. Altrimenti, come ha scritto Marco Tutino, presidente dell’Associazione nazionale enti li- rici, in un recente articolo su “Ae- don” rivista edita dal Mulino, «la maggioranza dei teatri lirici (Carlo Felice compreso, ndr.) rischia la cessazionedelleattivitàel’impossi- bilità di retribuire gli stipendi». F.MAR.
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