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SETTANTENNECONLAPISTOLAFERMATODAICARABINIERI


MINACCIA DI SPARARE A 4 RAGAZZINI: ARRESTATO


FAGANDINIeINDICE>>21 GENOVA EDOARDOMEOLI


SICHIAMAdiariounicoedèun’ini- ziativa cheha comeobiettivoprinci- pale quello di rendere più chiari i rapporti tra famiglie e scuola, elimi- nando i libretti di comunicazione e quelli delle as- senze riuniti in un unico volu- me. In più serve afarrisparmiare qualche euro a genitori sempre più pressati dal caro scuola. Alle medieBertanidi salitaBattistine, però, l’adozione del diario unico ha sollevato un vero e proprio polverone per la presenza di un marchio pubbli- citario.Non uno qualunque, ma quellodellaban- ca più alla ribal- ta delmomento: l’Unicredit del dimissionario amministratore delegato (geno- vese) Alessan- droProfumo. «Io mi rifiuto


OTTIMA IDEA Io sono d’accordo: spendomeno, e poi anche gli altri diari hanno sponsor


ANTONIO PRIVITERA impiegato


di far andare a scuolamio figlio con un diario sponsorizzato – dice Marcella Fiammati, mamma di una ragazzina di pri- ma–nonhonul- la contro Uni- credit, ma trovo assurdo che i nostri figli facciano pubblicitàaunabanca.Sapevocheal Bertani si voleva adottare il diario unico; ma i patti erano che fosse stampato come un documento ordi- nato, comprensivodi tutti gli altri li- bretti,abbellitodaidisegnidegli stu- dentidi terza.Madipubblicitànonsi parlava proprio». CarlaVinciguerra,dapartesua,ha


DIARIO “NOLOGO” La scuola di mia figlia l’ha autoprodotto, per comprarlo ho speso 10 euro


GIUSEPPE OLIVIERI professionista


TROPPI SPOT Siamo circondati daimarchi, almeno a scuola evitiamoli


BARBARA CANEPA impiegata


dei prodotti di più ampia diffusione. Del resto il decretoministeriale con la quale laGelmini ha riformato an- che i diari scolastici, prevedeva espressamente la possibilità che ogni istituto si dotasse, se lo avesse voluto, del cosiddetto diario unico. Sempreammeten- do che, oltre la convenienza, un'agenda base avrebbe potuto contenere anche altre sezioni che oggi sono scorpo- rate,comei libretti di comunicazione con le famiglie o quelli delle tradi- zionali giustifica- zioni per le assen- ze.


COMANDA LABIMBA Se amia figlia non piace devo comprarne un altro e spendere il doppio


SERVET XHAFEBAJ badante


pagina pubblicitaria. Proprio per ri- marcarel’impegnodiunagrandeso- cietà a favore di una scuola. Ci sem-


brava unmessaggio positivo». ©RIPRODUZIONERISERVATA


nalità cui hanno voluto puntare prima i genitori dellemedieD’Oria Pascoli e poi quelli della Bertani con le sue due sezioni (via Bottaro e via Cabrini). Alcuni deigenitori,inpar- ticolare quelli del consiglio d’istitu- to, in realtà conti- nuano a difendere la scelta: «Non ab- biamo mica usato uno sponsor in contrasto con la didatticaovolgare. Unicredit ha ac- cettatolaproposta soloconloscopodi dare una mano. Siamo stati noi a insistere per una


Ed è questa la fi- PARLA LA PRESIDE DELL’ISTITUTO


«NONMIASPETTAVOLEPOLEMICHE LOHANNOCHIESTOIGENITORI»


«NONMIaspettavoquestepolemicheeovviamentemi dispiacemolto che un’idea intelligente sia oggi conte- stata. Ma posso assicurare che prima di mandare in stampa il diario unico, ho chiesto un parere legale e scritto alla direzione scolastica, proprio sulla questio- nedellasponsorizzazione.Soloquandomihannodetto che si poteva fare, ho dato il via libera alla stampa». Sandra Pastorino, preside della Bertani, interviene


con puntiglioma anche con grande disponibilità sulla questionedellapubblicitàUnicreditnellaquartadico- pertina: «Sono pronta a incontrare i genitoricheoggiprotestanoinqualsi- asimomento.Socheaqualcunononè andata a genio l’idea della pubblicità; ma sono stati proprio alcuni genitori, in sede di consiglio di istituto, a pro- porreunasponsorizzazioneeacerca- relabanca–aggiungePastorino–Fra l’altro non abbiamo ancora ricevuto i soldi della pubblicità; anche se sono certo che Unicredit onorerà l’impe- gno».Dichiarata lapropriacorrettez-


ILVIALIBERA


«Ho avuto il parere legale e della


direzione scolastica. Epoi èunsoggetto istituzionale»


zadalpuntodivistagiuridico, lapresideaggiungedi ri- tenerediesseredallapartedelgiustoancheperquanto riguarda l’opportunità: «Una banca è il classico spon- sor istituzionale, che interviene per sostenere un pro- getto.Abbiamo casi continui di banche che sponsoriz- zanopubblicazionidientipubbliciepersinoecclesiali. Non credo che la quarta di copertina, oggi contestata, possa offendere qualcuno». Rispetto alla polemica, in attesa di vedere come reagiranno i genitori nei prossi- migiorni,valelapenadisottolinearechec’èchihafatto decisamente peggio: a Firenze un isti- tutoprofessionalepubblicohasponso- rizzato il diario unico con una nota scuola privata del gruppo Cepu, spe- cializzato in corsi scolastici per ripe- tenti. «In quel caso avrei detto di no, perchésisarebbetrattatodicattivogu- sto; non si può pensare che la scuola pubblica faccia pubblicità a quella pri- vata», concludePastorino. E.M ©RIPRODUZIONERISERVATA


UNPRETE GENOVESE AL QUIZ TV “CHI VUOL ESSERE MILIONARIO?”


DonAlessandroBuccellato, parroco a Sampierdarena, stasera cerca di raccogliere un gruzzolo per restaurare la chiesa VIANI >> 27


  


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min. max.


16 ° 25 °


min. max.


ILSECOLOXIX DOMENICA


26SETTEMBRE2010


15 ° 23 °


15 L’AUTONOMIA LO CONSENTE,MALA SCELTA DEL CONSIGLIO DI ISTITUTO PER RISPARMIARE SULLE SPESE DIVIDE LE FAMIGLIE «Noaldiarioconlosponsor»


LapubblicitàdiunabancaincopertinascatenaleprotesteallascuolamediaBertani DALLA GERMANICA


«Il teppismo nonhaconfini» Tar“espelle” studentessa


MATTEOINDICE LEINTEMPERANZEfraibanchi


La copertina, un’illustrazione e l’ultimapaginadeldiariodella scuolamediaBertani, con il logodellabanca FORNETTI


non conoscono confini e distinguo. Anche se avvengono in una scuola Germanica e a compierle è una ra- gazzina, figlia d’un noto docente universitario. Si potrebbe sintetiz- zare così, la sentenza emessa nei giorni scorsi dal Tar, che ha infine respintoil ricorsocontrol’espulsio- ne d’una studentessa diciassetten- ne, allontanata tempo fa dall’istitu- to perché aveva lanciato unmelone dalla finestra e s’era resaprotagoni- sta di altri exploit. La vicenda nei mesi scorsi aveva destato un certo interesse perché la famiglia, oltre a sottolinearecheduranteilpresunto “lancio” «in classe regnava una grande confusione», s’era vista con- cedere dai giudici stessi una specie d’insperata ancora di salvezza: l’af- faire fu sospe- so,nellaneces- sità di appro- fondire le nor- me


regolano la di- sciplina in un centro forgiato sul dettato te- desco. La scuola


che


L’ULTIMA PAROLA


dell’istituto


I giudici: valgono le regole “interne”


giàdecisodi farelo“scioperodeldia- riosponsorizzato”: «Amia figlia, che faseconda,hoacquistatounodeidia- ri classici. La scuola deve avere un minimo di serietà e, anche se è vero che l’autonomia scolastica ammette gli sponsor, non è accettabile che a farne le spese siano minorenni in- consapevoli.Ame,poi, lebanchetra- dizionali non piacciono per ragioni ideologiche, dunque non trovo giu- sto chemia figlia sia costretta tutti i giorni a guardarsi quelmarchio». I fondi promessi dall’istituto di


credito dovrebbero coprire il 60 per centodelcostodistampa.Perquanto riguarda il prezzo di copertina del diario, effettivamente è più basso ri- spetto ai classici diari che si trovano in cartolerie e librerie: 7 euro per ogni famiglia, contro i circa 15 euro


italiana stabili- sce infatti che l’espulsione d’uno studenteavvengasoloinpresenzadi episodi gravissimi, attraverso una procedura “garantista”. Quando è stata sollevata la questione, i diri- gentidellaScuolaGermanicaaveva- nopuntualizzatodirifarsiproprioai regolamenti tedeschi. A quel punto il legaledella ragazzina aveva obiet- tato che, poiché laDeutsche Schule èparificata e rilasciadiplomidima- turità riconosciutidall’ ordinamen- to italiano, non si capisce perché possa autoregolamentarsi in base a parametridiunaltroStato.IlTribu- nale aveva così deciso di chiedere al Ministero dell’Istruzione di accer- tare«lespecifichedisposizioni»,ar- rivando tuttavia nei giorni scorsi a una conclusione più semplice del previsto. L’Italia dà ampia discre- zionalità agli istituti che insistono sul suo territorio, specie nella ge- stione della disciplina. E poiché in base al regolamentoscolasticodella Germanica quelle intemperanze vanno punite con l’espulsione, la studentessarestafuori.Sarebbean- data così, fanno capire, anche in un istitutoitalianocheavesseavutoco-


dici “interni” più omeno simili. indice@ilsecoloxix.it ©RIPRODUZIONERISERVATA


OGGI DOMANI


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