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ILSECOLOXIX MERCOLEDÌ 8SETTEMBRE2010


xte / spettacoli LA NOSTRA CLASSIFICA


MEEK’S CUTOFF di Kelly Reichardt


Unwesternatipicodovele donne delle carovane so- no d’acciaio. La Reichardt dice di essersi ispirata a Guantanamo. Sibillina


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ESSENTIAL KILLING di Jerzy Solimowski


Fuga disperata di un tale- banonelnordimmacolato di neve. Filmduro, con un solo protagonista: genere chemancava da tempo


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LA PECORA NERA di Ascanio Celestini


Vabene cheCelestini è un teatrantenato,manel film siparla troppoe si combi- napoco.Difficilechecorra davvero per il Leone


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POSTMORTEM di Pablo Larrain


Idea suggestiva: 1973, in un obitorio arriva il cada- vere di Salvador Allende, ma ilCile dell’addetto alle autopsie si è già visto


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HAPPY FEW di Antony Cordier


Lospuntoerabuono, ses- so come rivoluzione nella coppia d’oggi esattamen- tecome40annifa.Mailri- sultato è un pasticcio





LA PASSIONE di CarloMazzacurati


Deludente, SilvioOrlando più indisponente del soli- to, una storia con l’ambi- zione di raccontare la po- vera Italiad’oggi.Ancora


● a curadiRenatoTortarolo [+]


IL PROGRAMMA DIOGGI


ATTESA PER “THE TOWN” DI AFFLECK, IN CONCORSO ARRIVA “VENUS NOIRE”


Due i filmin concorso che verranno proiettati oggi. Al di fuori della gara, c’è attesa per le opere diBel- locchio eAffleck. In concorso: il greco “At- tenberg” diAthinaRachel Tsangari, conAriane La- bed eVangelisMourikis, e il francese “Venus noire” diAbdellatifKechiche con Yahima Torres eOlivier Gourmet. Fuori concorso: saranno proiettati “La prima volta aVenezia” diAntonello Sarno conClint Eastwood, RobertDeNiro,Al Pacino eCarloVerdone, “Sorelle mai” diMarcoBellocchio conAlbaRohrwacher e Donatella Finocchiaro e “The town” di e conBen Affleck. Per la sezione “Controcampo italiano” è in programma “Tajabone” di SalvatoreMereu con Abdullah Seye,OscarVin- cis eMuniraAmhetovic, mentre per la Settimana dellaCritica sarà proietta- to “Hora proelefsis” di Syl- las Tzoumerka. Per le gior- nate degli autori, sono in programma “Et in terra pax” diMatteoBotrugno e DanieleColuccini. Per “Orizzonti”, tra gli altri, “The externalworld” di DavidOReilly e “Aespada e a rosa” di JoãoNicolau. Retrospettiva dedicata a “ Eccezzziunale... veramen- te” diCarloVanzina


MOSTRADIVENEZIA


MAZZINI? UNVERO TERRORISTA


RAFFAELLAGRASSI


VENEZIA LIDO. Loro credevano. Credevano nella democrazia, nella giustizia, nella lotta armata per un’Italia unita. Credevano in qual- cosa che poi non è stato. La battuta del filmdiMarioMartone“Noi cre- devamo”, ieri inconcorso,definisce un’Italia “gretta, superba e assassi- na” e il regista napoletano la spiega così: «È la frase finale del romanzo diAnnaBantidacuiètrattoil film,è l’Italia del 1862, del dopo Aspro- monte,ma èanchel’Italiachesièri- proposta tante altre volte e della qualec’ètracciaancoraoggi. Il con- flitto fra spinta democratica e ten- sione autoritaria non è mai finito, dal fascismoainostrigiorni.Enonè un discorso di destra e sinistra, il filmnon vuole essere ideologico». Tre ore e mezzo di film-affresco


coprodotto dallaRai, budget di set- temilioni di euro, nessuna retorica facile,unfiume inpiena chepropo- ne equivalenze fra Risorgimento, Storia a venire, annidipiomboe at- tualità.Enon a caso il carcere dove nel filmviene giustiziatoFeliceOr- sini, l’attentatore diNapoleone III, è quello di Saluzzo dove negli anni ’70 erano rinchiusi i brigatisti. «Il filmnascedaunrapportocon


In “Noi credevamo” diMartone l’Italia gretta e assassina del Risorgimento, così simile a quella di oggi


scienza, fare un film sul Risorgi- mento è importantenonintermini retorici o sentimentali ma psicoa- nalitici. Se ilnostroPaese èmalato, è importante guardare bene in fac- cia le sue radici, conoscerle fino in fondo» continuaMartone. Che de- dica un ricordo adAngeloVassallo, assassinato due giorni fa in un ag- guatomafioso,suoamicopersonale esindacodiPollica,unodeicomuni delCilentochehannofattoda loca- tions al film. «”Noi credevamo”na- sce anche dall’amore e dalla fre- quentazione di questa terra» dice Martone «di fronte a un fatto così paurosobisognaprendereunaposi- zione ferma, fare inmodo che que- stostatodicosenondegenerianco- ra di più». Traipersonaggidel filmc’èanche


ilpresente» continuaMartone,che lo ha scritto con GiancarloDe Ca- taldo «è rigorosamente storico, i dialoghisonopresidalettereescrit- tidell’epoca,lalinguaèquellaostica ottocentesca, non abbiamo voluto strizzare l’occhio all’attualità in manieradiretta,ma il rapporto con l’oggi è indubbiamente forte». Nel filmci sonoGiuseppeMazzi-


ni e Francesco Crispi, rispettiva- mente Toni Servillo e Luca Zinga- retti, ci sono carbonari e garibaldi- ni, truppeborbonichee sabaude.Ci sonosogni, furori,utopie,esilii, tra- dimenti, ghigliottine e salotti pari- gini. Ad alimentare i parallelismi storici ci pensa Luca Barbareschi, nel filmil deputato-giornalistaAn- tonioGallenga che da ragazzo si of- fre di pugnalare Carlo Alberto ma poi si tira indietro all’ultimo mo- mento. «Mazzinimiha fatto venire in mente Toni Negri, gente che ha vissutolarivoluzionesullapellede- gli altri» sparaBarbareschi.Nessu- no coglie la provocazione. Martonespiegaperché, inunari-


costruzione scenografica perfetta, in tre momenti diversi compaiono ungarage, il carceredi Saluzzo eun abortodipalazzoincementoarma- to a pochimetri dalmare. «Agli oc- chi dello spettatore creano unpon- te con la realtà di oggi, i luoghi non sono stati ricostruiti ma piuttosto “riscavati” nel nostro presente, i blocchi di cemento lasciati a metà sulla costa ci portano all’abusivi- smo edilizio che ha distrutto il no- stroSud,alnostropaesecheèunal- beropiantatoconleradici sbagliate comediceunpersonaggiodel film». L’utopiadei repubblicani risorgi-


mentaliaffoganellaragiondiStato, elafucilazionedeigaribaldiniaccu- sati di diserzione dagli ufficiali pie- montesi a fine filmne èunimmagi- ne-chiave. «Cinema ememoria so- nolegati,bastipensareilcontributo che hanno dato alla crescita della coscienza democratica degli Stati Uniti filmcomequellidiJohnFord, hanno creatounveromito fondati- vo. Ilcinemaèsognomaèancheco-


Toni Servillonel ruolodiMazzini


ILPASSATO SERVEACAPIRE


Èun filmstorico, con un rapporto stretto con l’oggi: è giusto indagare le radici di unPaesemalato


MARIOMARTONE regista di “Noi credevamo”


MIRICORDA TONINEGRI


Mazzinimi ha fatto venire inmenteToni Negri, come lui ha vissuto la rivoluzione sulla pelle degli altri


LUCABARBARESCHI attore, nel filmèAntonioGallenga


una donna forte, intelligente e se- duttiva che si muove decisa in un mondodeclinatoesclusivamenteal maschile. È Cristina Trivulzio di Belgiojoso,milanese, principessa e patriota, esule in Svizzera e poi in Francia, sostenitrice della causa unitaria, interlocutricemai passiva esempredialetticadiMazzinieCa- vour. Nel film è Francesca Inaudi negli anni giovanili eAnnaBonaiu- to nella maturità: «In Italia non la conosce praticamente nessuno, non ci sono vie che portano il suo nome eppure Cristina è una donna digrandestaturapolitica,moderna, coraggiosa, un personaggio straor- dinario, all’avanguardia, che meri- terebbeunfilmasé».Unacheinte- sta aveva più idee chiare e distinte che chimeriche illusioni. Ma il Risorgimento deluso e bef-


fato che “loro credevano” quando è crollato? «Ilmomento clou è stato la Repubblica Romana» sostiene Martone «che nel filmnon c’è. Un evento messo in sordina e sempre sottovalutato perché in Italia c’è il papatomainqueinovemesi simise inattounaCostituzioneinassoluto tra le più avanzate in Europa.Da lì poteva nascere un’Italia che avreb- becambiatolaStoria.MalaFrancia lo ha impedito e abbiamo dovuto aspettare altri cent’anni per avere unaRepubblica e unaCostituzione cheiniziacon“L’Italiaèunarepub- blicafondatasul lavoro”.Paroleche dobbiamo tenerci ben strette, non


dimentichiamolo». raffaella.grassi@fastwebnet.it ©RIPRODUZIONERISERVATA


ILCASO


DI “VALLANZASCA” AIFAMILIARI


DELLEVITTIME


Il ministro dell’Interno interviene nella polemica sull’opera di Placido e propone


un fondo che raccolga i proventi di libri, film e memorie tratti dalle imprese di criminali


MARONI: I SOLDI


IN GARA 1: “BALADA TRISTE”, NOIRAMOROSO


Un filmche è unametafora della Spagna, tragica emaledetta. In “Balada triste de trompeta” - ieri in concorso -Alex de la Iglesiamescola «orrore e amore». Salta fra due epoche, raccontate da due pagliacci: un clown allegro durante la guerra civile e uno triste negli ultimi giorni del franchismo. Il tutto condito da un triangolo amoroso al limite con la follia


IL GIORNO DOPO la presentazio- ne al Lido e le prime polemiche su “Vallanzasca.Gliangelidelmale”di Michele Placido, scende in campo anche il ministro dell’Interno Ro- berto Maroni che, intervistato su corriere.it, assicura: «Io sto con le vittime». Il titolare del Viminale è d’accordo anche la proposta di ver- sareglieventuali incassiottenutida film o libri del genere in un fondo gestito dallo Stato: «È un’iniziativa chehodecisodisostenereechepor- teròall’attenzionedelParlamentoe del governo. L’obiettivo è quello di introdurreancheinItaliaunarego- lamentazione come quella che c’è negli StatiUniti o nelRegnoUnito, inmodocheiproventidi libri, filmo memorie che in qualchemodo rap- presentano le gesta di questi crimi- nali confluiscano inunfondoper le vittime».


«Tra queste vittime non ci sono


soltanto privati cittadini, ma tanti uomini e donne delle forze dell’or- dinechesonostatiammazzati»dice ancora ilministro «sostenere que- sta proposta mi sembra un atto di civiltà, un atto dovuto per tutti quelli che in nome della lotta alla criminalitàcihannorimessolavita, oppure sono rimasti disabili. I veri eroisonoloro».PerMaroni, inoltre, «leistituzionidovrebberoevitaredi sostenere opere letterarie o cine- matografiche che producono que- sto effetto distorsivo della realtà: il carnefice diventa un eroe e la vitti- ma viene dimenticata». Le polemiche dunque sembrano


destinate a salire di intensità. Ieri è intervenuto ancheAntonioLeone, vicepresidente alla Camera dei de- putati, inareaPdl:«La santificazio- nedeicriminalièunatentazioneti-


KimRoss


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