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affermare che le prime logge massoniche furono la prima forma di laicizzazione, poiché si separava l’associazionismo massonico da ogni forma di confessionalità religiosa e la laicizzazione non è la secolarizzazione. Che cosa fossero e come operassero le logge dei primi decenni del XVIII secolo


è ancora oggi abbastanza cosa avvolta nel mistero e qui poco interessa riportare ipotesi senza fondamento documentale. Unica osservazione da fare è che esse non rispecchiavano in alcuna forma le corporazioni medioevali se non per qualche aspetto allegorico come l’adozione di certi strumenti ritualistici e simbolici, tipo gli strumenti usati dai costruttori (squadra, compasso, livella, scalpello, martello, grembiule di lavoro, ecc.) e la gerarchia interna dei due gradi di Apprendista e Compagno. Ogni altra caratteristica delle logge massoniche fu di estrema novità rispetto al passato, un passato che assunse la veste di richiamo allegorico e non di continuità storica, ma piuttosto di contiguità ideale. Si creò una inedita struttura organizzativa, la Gran Loggia, che estremizzando potrebbe richiamare le corporazioni dei plurimi mestieri del XVII secolo. Dai dati di fatto attualmente conosciuti nei precedenti associazionismi di mestiere


romani o medievali non esistevano rituali iniziatici, ugualmente non si hanno notizie di pratiche esoteriche ma eventualmente di pratiche a carattere di pubblica religiosità e di cerimonialità istituzionale interna. Gli stessi ruoli assegnati agli “ufficiali di loggia” nella Premier Grand Lodge non esistevano in epoche precedenti e le nuove “logge” non corrispondevano come struttura organizzativa alle corporazioni. Unica eccezione può essere stata quella dell’uso del termine Waren, Guardiano Sorvegliante assegnata a Schaw, però allora nel senso di garante davanti all’autorità pubblica, ruolo diverso da quello delle logge massoniche settecentesche. La “loggia” nella nuova semantica definisce il gruppo di affiliati, mentre tutti sanno


che originariamente era una struttura edile presente nel cantiere che adempieva alle funzioni di deposito e di riunione e che estensivamente si applicava alla corporazione. Antecedentemente le diverse figure di lavoratori della pietra erano incarnate da


soggetti quasi sempre analfabeti, appartenenti al popolo e solo alcune rare figure di progettisti e capicantiere possedevano dei livelli culturali superiori. Condizione ben diversa nelle logge massoniche costituite tutte da persone istruite e colte. Gli stessi arredi delle logge forse furono una novità, anche se non si ha idea di come fossero arredate le logge di cantiere. È difficile pensare che in una realtà prettamente operativa si addobbassero i locali di lavoro in modo caratteristico o ritualistico se non in rare occasioni. La parola loggia (sin. in inglese di lodge) nell’inglese del XVII e XVIII secolo aveva


il significato di piccolo edificio o di abitazione del portiere di una casa e il verbo to lodge era quello di alloggiare, allocare in abitazione temporanea70. Il riferimento nell’ambito


70 Si veda in A complete dictionary of the English language, 1797, By THOMAS SHERIDAN, A.M. the fourth edition, vol, II, London, pr. for Charles Dilly et al., 1767: « To LODGE, Iodzh'. v. a. To place in a temporary habitation; to afford a temporary habitation; to place, to plant; to hx, to settle; to place in the memory; to harbour or cover; to afford place to; to lay flat. - To LODGE, lòdzh'. v. n. To reside, to keep residence; to take a,temporary habitation; to take up residence at nsight; to lie flat. - LODGE, Iodzh'. f. A small house in a park or forest; a small house, as the porter's lodge». Si veda anche: An Universal Etymological ENGLISH DICTIONARY..., Twentieth Edition with considerable Improvements, by N. Bailey, London, 1763: «A LODGE [loge. P.] a Hut or Apartment for a Porter of a Gate, &c. – To LODGE {loger, F. jelojian, Sax.] to lay up; to take up Lodging in. - To LODGE [among


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