documentazione, denominati “ego-documenti” e cioè la corrispondenza privata, gli achivi privati, le glosse su libri e testi ma anche le notizie e articoli di giornali e le pubblicità di eventi, insomma tutto quanto fa parte del vissuto quotidiano di una certa epoca. Infatti da questi documenti si possono trarre quelle informazioni che meglio circoscrivono e spiegano i micro-cambiamenti culturali e sociali che concorrono, in particolare per il XVIII e XIX secolo, a determinare il sorgere del fenomeno dell’opinione pubblica e a dare i significati generali di macro-eventi che altrimenti sarebbero difficili da comprendere nel loro originarsi e attuarsi. In ordine di data di pubblicazione il primo testo è La République Universelle Des
Francs-Maçons - De Newton À Metternich [1999, Éditions Ouest-France, Rennes]. L’Autore esplora la Massoneria nella sua espressione di “rete sociale” dentro la realtà politica e socioculturale, una rete impregnata del senso speciale dell’utopia socialmente configurata come possibilità di relazione universale tra gli uomini; una riproposizione della “repubblica universale” dai toni classici, una sorta di ecumenismo laico. Utopia poi sconvolta dal settarismo giacobino. È questo un testo di filogenesi storica che conferma la tesi di un Hobsbawm sulla tradizione della Massoneria risalente ai tempi biblici quale “tradizione inventata”, un’invenzione tutta presente nella parte storica delle due edizioni delle Constitutions of the Free Masons del 1723 e 1738. La sensibilità antropologica dell’Autore evidenzia i processi di “inferenza” tra la cultura profana e quella iniziatica, in particolare una particolare “francesizzazione” e secolarizzazione (extrainiziatica) dei principi massonici originali della fine del XVII e inizio del XVIII secolo che sarà accettata da molta parte del mondo massonico continentale. L’Autore segnala le reazioni negative al processo “cosmopolita” massonico prima dal giacobinismo e poi dalla Santa Alleanza ratificata dal Congresso di Vienna del 1815 che successivamente comportò per la Massoneria l’abbandono del dogma del non intervento nelle questioni politiche e militari. Il secondo testo è Franc-maçonnerie et sociabilitè – les métamorphoses de lien
social XVIII° - XIX siécle [2013, Editions maçonniques de France, Montelimar]. Il tema è dunque quello della «sociabilità» espresso nei legami tra i rappresentanti dell’intellighenzia europea; un carattere socio-antropologico che contrassegnò due secoli pervasi dal bisogno di uscire dagli angusti ambiti delle differenze e separazioni religiose, politiche e nazionali. La Massoneria si appropriò di questo bisogno e ne fece un suo carattere distintivo, elaborando una forma di prassi sociale fondata sul “legame” tra persone diverse e lontane e superando così ogni forma di differenza di classe, ceto e di condizione economica e religiosa. La socialità massonica rompe con ogni logica elitaria e di chiusura dentro gli ambiti locali aprendosi a una visione cosmopolitica ove ogni Massone trovava la propria collocazione in qualunque loggia di qualunque paese, come società aperta d’élite, cioè come modello sociale di una mondanità per certi versi aristocratica ma non cortigiana o per meglio dire come espace public ove si manifestano i modi migliori di fare socialità. La Massoneria dunque diventa il veicolo più rilevante del passaggio dai legami sociali chiusi del mondo aristocratico e clericale a quelli fondati su emergenti bisogni sociali conseguenti alla crisi dei vecchi valori socioculturali. Il terzo testo, Franc-maçonnerie et cosmpolitisme au siècle des Lumières [2014,
Editions maçonniques de France, Montelimar] approfondisce il tema del cosmopolitismo nel momento storico dell’Illuminismo. Epoca nella quale la questione della
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