tramanda il nome dell’architetto ma non i nomi di decine di maestri delle tante specializzazioni che avevano contribuito complessivamente all’opera. Esempio noto fu la costruzione della cattedrale di Saint Paul di Londra di cui si sa molto del suo architetto, Christopher Wren, ma poco o nulla della corporazione che la realizzò e dei suoi capimastri. Erano i primi timidi passi costitutivi delle libere professioni. Il fenomeno corporativo non può essere strappato dal contesto sociale, giuridico e politico e quindi deve essere contestualizzato nelle situazioni di macroeconomia; questa situazione di crisi di un passato in disgregazione nasce proprio con il sorgere del XVII secolo impregnato di problematiche non risolvibili con gli schemi solutivi dei secoli passati e quindi con risultati di crisi delle funzioni socioeconomiche delle corporazioni. Come sopra detto, l’intero processo sociale produttivo mutava velocemente e le corporazioni da associazioni di un solo mestiere si convertirono in aggregazioni di plurimi mestieri, in Trade Company, società d’impresa. Ciò investì immediatamente le corporazioni muratorie, quelle che assicuravano solo in parte le costruzioni religiosi delle cattedrali e chiese e che erano molto più impegnate nelle costruzioni civili, mercantili e militari, costruzioni ove architetti e capimastri avevano pochi spazi d’espressione delle loro eventuali conoscenze mistiche ed esoteriche e ancor meno spirituali. Riferendosi all’interessante seppure tradizionalista testo di Thomas Carr (1911)53
sappiamo che in Gran Bretagna fin dall’inizio del XVII secolo i cosiddetti “muratori” erano distinti in molte categorie connesse al loro pratico operare. Principalmente c’erano i Free Mason, membri effettivi della corporazione e poi altre specializzazioni utilizzate su comanda e organizzate separatamente: i Wallers (costruttori di mura principalmente di fortificazioni in pietra), gli Slaters (costruttori di tetti, in genere di ardesia), i Paviors (costruttori di pavimenti in pietra, marmo o pietre dure), i Plaisteres (stuccatori e imbianchini presenti a Londra già dal 1501), i Bricklayers (costruttori di mura in mattoni) i Carpenters (carpentieri o maestri d’ascia). Nel 1604 in Oxford esisteva una gilda chiamata The Company of Free Masons, Carpenters, Joiners, and Slaters of the city of Oxford54. In Kendall nel 1667 la 12th Trade (!) Company comprendeva Free Masons, rough masons (tagliatori di pietre o spaccapietre), wallers, plaisterers, slaters e carpenters. Sempre T. Carr riporta che nel 1761 in Gatesgate era presente una curiosa aggregazione, accorpata nella Cosin Bishop of Durham, di varie specializzazioni operative: Free Mason, Carvers (incisori di prima fattura della pietra), Stonecutter (scalpellini), Sculptures (scultori), Brickmaker (fabbricanti di mattoni), Tylers (piastrellisti), Bricklayers (muratori), Glaysiers (vetrai), Penterstainers (pittori d’interni), Fonders (fonditori in bronzo) Neilers (fabbricanti di chiodi), Pewterers (peltrai), Plumbers (idraulici), Millwrights (carpentieri di macchinari), Sadlers (sellai), Bridlers (fabbricanti di briglie per animali), Trunkmakers (tracciatori di delimitazioni) e Distillers (distillatori), dunque una serie di disparate specializzazioni artigianali e professionali non necessariamente accomunate dagli stessi progetti operativi. Ugualmente in Edimburgo erano incorporate nella St. Mary’s Chapel un’altra serie di diverse specializzazioni,
53 Carr Thomas, The Ritual of the Operative Freemasons’, London, 1911 54 Questa Company è citata anche da Robert Freke Gould in The Concise History of Freemasonry, Courier Corporation, 2012, p. 77.
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