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anche precedenti, e i Collegia in tali condizioni non potevano più operare. Le prime corporazioni di mestiere (Universitates) si avviarono tra la fine del X e inizio del XI secolo quando l’economia generale incominciò a riprendersi e si incrementarono gli scambi commerciali interni ed esterni; fu l’epoca in cui le potenze marinare specialmente italiane iniziarono il loro sviluppo47. È dunque impossibile ipotizzare una continuità storica tra Collegia e Universitates. La continuità era di logica produttiva poiché in mancanza di alternative permaneva la condizione di accorparsi sulla base dello stesso mestiere, ma ciò non era una scelta e neppure una causa della creazione delle Universitates ma una conseguenza di un’economia frantumata. La differenza tra le due istituzioni economiche in periodo medioevale, Collegia e Universitates, era netta, i Collegia operavano solo se autorizzati dal potere politico e con regole definite dallo stato e non interne, mentre le Universitates erano libere da ogni vincolo e le proprie regole erano stabilite dai responsabili e amministratori della corporazione o gilda e gli stessi poteri statali e giuridici non potevano intromettersi nelle questioni interne e nelle regolamentazioni delle corporazioni specialmente in situazioni comunali, vedremo poi che in ambito giuridico le cose non erano così nette. Nell’Impero nessuno poteva svolgere un’attività se non apparteneva a un Collegium mentre questa regola per le gilde e le corporazioni subentrò molto più tardi quando i poteri centrali e cittadini si rafforzarono. Unica eccezione fu nelle regioni italiane sotto dominio bizantino dove erano presenti nel VII secolo delle residuali corporazioni di tipo romano chiamate scholae, sotto il controllo pubblico48. Nell’area nord-europea erano comunque presenti nel VI secolo delle corporazioni e in particolare le gilde49, però


ambedue erano più che altro delle confraternite caratterizzate dalla solidarietà tra i membri, l’affratellamento di cui sopra. Sotto i Longobardi sussistevano rari casi di corporazioni di mestiere che erano regolamentate (ad es. con l’editto di Rotari) come i magistri comancini, costruttori con libertà di movimento da regione a regione e i saponai piacentini. Le prime forme di regime monopolistico delle attività produttive, corrispondendo tasse all’erario regio, si formarono nel XI secolo con i miniteria di mercanti, pescatori, cuoiai, barcaioli, saponai. Nell’epoca della fine dei poteri centrali, frantumati ormai tra nobili, feudatari e vescovi, le associazioni di mestiere assunsero più precisi caratteri religiosi quando erano sottoposti ai vescovati perdendo così quella natura di aggregazione di mestiere svincolata dalla religione come i Collegia d’epoca imperiale. Il controllo da parte dei poteri pubblici si rafforzò nel periodo comunale e dell’economia urbana impedendo alle attività d’interesse pubblico di operare senza vigilanza.


cristiano. A proposito dell’attività edile, in particolare cosmatesca, in Italia e nella Roma dell’Alto Medioevo si veda


G. Tomassetti, Dei sodalizi in genere e dei marmorari romani , in BCom, n.33 (1906), pp. 235-69. 47 Cfr. Gabriella Piccinni I mille anni del Medioevo, Pearson Italia, 2007, pp. 124-125. 48 In Summa Perusina - Adnotationes constitutionum codicum domini Iustiniani, a cura di F. Patetta, Bullettino


dell'Istituto di diritto romano 12, 1990. 49 La parola gilda viene dall’antico gjald, in gotico gild, in antico tedesco gelt, nell’antico sassone geld e nell'anglosassone gield, tutte parole con il significato di confraternita.


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