gelosa conservazione della religiosità tradizionale30, ma altro non si sa. Insomma, le corporazioni d’epoca romana erano costituite da imprenditori per patteggiare i propri interessi davanti alle autorità e utilizzavano sofisticate tecniche professionali che non avevano nulla di esoterico e anzi erano conosciute e applicate in tutto l’Impero31. Per una serie di ovvie ragioni non c’era motivo di tenere segrete le conoscenze e le tecniche costruttive possedute dai Collegia structorum, cosa invece necessaria nel Medioevo quando quelle conoscenze e tecniche si erano perse collettivamente e venivano rielaborate solo da chi ne aveva le capacità intellettuali e culturali e le metteva a disposizione di organizzazioni disposte a pagare tali conoscenze. In quest’ultima epoca l’economia era priva di controllo statale e la competizione tra corporazioni era assai vivace e conveniva conservare il “segreto industriale” per ottenere le commesse. È noto che era costume e norma perentoria delle corporazioni che alla fine dei lavori ogni documento fosse distrutto, probabilmente per evitare che altre corporazioni concorrenti potessero copiare le metodiche costruttive e infatti questo monopolio tecnico- progettuale32 era difeso con patti interni di segretezza. Incidentalmente è curioso notare che la pratica di distruggere i documenti fu ripresa dalle prime logge massoniche che eliminavano alla fine dei lavori ogni traccia di ciò che apparteneva ai rituali evitando accuratamente che trapelassero fuori dalla loggia massonica informazioni su ciò che in essa si svolgeva. Ma questo certamente non giustifica una continuità storica tra il passato e quel presente. Di là dai Collegia religiosi o politici, i Collegia e i Corpi a carattere economico-
È probabile che il Senato volesse un parere sulla moralità di spendere eccessivamente per dei giochi, ma i
Pontefici non si fanno coinvolgere e distinguono nettamente tra questioni amministrative e religiose. 30 Sempre Livio cita un caso nel quale una festività pubblica fu fatta ripetere per parere ponticale perché il rituale
fu svolto in modo errato avendo omesso un richiamo al senato e al popolo romano. 31 Un esempio è un’iscrizione della presenza del “Collegium fabror(um)” ai margini dell’Impero che è stata trovata in Britannia, Chirchester (Novomagnus) databile nel periodo 43-410 e nella quale si legge che il Collegium dedica un tempio a Nettuno e Minerva. [N]eptuno et Minervae templum [pr]o salute do[mus] divinae [ex] auctoritat[e Ti(beri)] Claud(i) [To]gidubni r[eg(is) m]agni Brit(anniae) [colle]gium fabror(um) et qui in eo [sun]ṭ d(e) s(uo) d(ederunt) donante aream [… Pud]ente Pudentini fil(io) »; si veda on line:
https://romaninscriptionsofbritain.org/inscriptions/91 Un’altra epigrafe funeraria rintracciata a Corbridge cita un “vessillario di Palmira” che gli esperti ritengono portatore di vessillo di una corporazione, non esistendo nella terminologia militare e politica romana un tale titolo. Altra epigrafe britannica interessante è quella di un membro del Collegium peregrinorum (persone libere ma senza cittadinanza romana che in epoca claudia erano l’91 % della popolazione di 70 milioni di sudditi); si veda ibidem …/69 Il termine di peregrinus fu utilizzato dal 30 a.C. al 212 d.C. Il lemma Collegium è quindi da intendersi qui come aggregazione di persone. Numerose sono le epigrafi britanniche di persone che si dichiarano adoratori di differenti divinità, sia appartenenti a gruppi sociali che professionali. In ogni caso è evidente che le corporazioni professionali erano presenti nell’Impero e non solo sul suolo italico a dimostrazione del loro carattere laico e
secolare. Infatti nessuna epigrafe fa riferimento a culti misterici. 32 Sul monopolio tecnico-produttivo e sul protezionismo economico delle corporazioni, sulle sue ragioni e ricadute socioeconomiche e sulle condizioni di segretezza delle conoscenze si veda Douglass C. North Structure and Change in Economic History, ed. sc. 1981, p. 134 e anche Henry Pirenne Economic and Social History of Medieval Europe, Harcourt, Brace, 1937.
21
Page 1 |
Page 2 |
Page 3 |
Page 4 |
Page 5 |
Page 6 |
Page 7 |
Page 8 |
Page 9 |
Page 10 |
Page 11 |
Page 12 |
Page 13 |
Page 14 |
Page 15 |
Page 16 |
Page 17 |
Page 18 |
Page 19 |
Page 20 |
Page 21 |
Page 22 |
Page 23 |
Page 24 |
Page 25 |
Page 26 |
Page 27 |
Page 28 |
Page 29 |
Page 30 |
Page 31 |
Page 32 |
Page 33 |
Page 34 |
Page 35 |
Page 36 |
Page 37 |
Page 38 |
Page 39 |
Page 40 |
Page 41 |
Page 42 |
Page 43 |
Page 44 |
Page 45 |
Page 46 |
Page 47 |
Page 48 |
Page 49 |
Page 50 |
Page 51 |
Page 52 |
Page 53 |
Page 54 |
Page 55 |
Page 56 |
Page 57 |
Page 58 |
Page 59 |
Page 60 |
Page 61 |
Page 62 |
Page 63 |
Page 64 |
Page 65 |
Page 66 |
Page 67 |
Page 68 |
Page 69 |
Page 70 |
Page 71 |
Page 72 |
Page 73 |
Page 74 |
Page 75 |
Page 76 |
Page 77 |
Page 78 |
Page 79 |
Page 80 |
Page 81 |
Page 82 |
Page 83 |
Page 84 |
Page 85 |
Page 86 |
Page 87 |
Page 88 |
Page 89 |
Page 90 |
Page 91 |
Page 92 |
Page 93 |
Page 94 |
Page 95 |
Page 96 |
Page 97 |
Page 98 |
Page 99 |
Page 100 |
Page 101 |
Page 102 |
Page 103 |
Page 104 |
Page 105 |
Page 106 |
Page 107 |
Page 108 |
Page 109 |
Page 110 |
Page 111 |
Page 112 |
Page 113 |
Page 114 |
Page 115 |
Page 116 |
Page 117 |
Page 118 |
Page 119 |
Page 120 |
Page 121 |
Page 122 |
Page 123 |
Page 124 |
Page 125 |
Page 126 |
Page 127 |
Page 128 |
Page 129 |
Page 130