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alternativa alle logiche imperialiste occidentali perseguita da Massoni arabi alla fine dell’Ottocento. Un dizionario dunque a dir poco originale che se da una parte affronta i temi “classici” come Alchimie, Quatre Éléments, l’Ésoterisme et Franc-maçonnerie, Tableau de loge, Secret assieme a Ouverture des travaux, Femmes et Franc- maçonnerie d’adoption, Philanthropie e tanti altri, troviamo temi inusitati come Performance, Médias, Pacifisme et culture de paix, Internet, Sport e anche temi scottanti di attualità come Manipulation politique: la loge P2 e Nationalisme arabe. Le tematiche sono ovviamente affrontate in una visuale massonica o almeno in relazione all’azione e al pensiero massonico. Il Prof. Beaurepaire ha creato un’opera che ha un sapore d’irriverenza rispetto agli


stilemi classici dei tanti dizionari massonici come quelli di Mackey o di Macoy o anche quello, con tutto il rispetto per il rigore storiografico di Daniel Ligou, senza dimenticare forse l’unica opera italiana di ampio respiro e ambizione, e non a caso intitolata Nuova Enciclopedia Massonica, di Michele Moramarco. Il Dictionnaire de la Franc-Maçonerie non ha pretese enciclopediche o da vocabolario massonico, non dà definizioni in poche righe ma piuttosto pone delle problematiche e dei modi di vedere la proteiforme realtà del fenomeno Massoneria in modalità lontane da una logica tradizional-pedagogica. Gli ottanta brevi saggi corredati spesso da un’essenziale e cruciale bibliografia hanno non lo scopo di insegnare ma di far riflettere e suscitare il senso critico in una moderna accezione del “libero pensiero” teso al vero significato del pensiero speculativo. Non c’è il timore di uscire dai tratti distintivi un po’ stantii del considerare questo


fenomeno della Massoneria con un’erudita e pedante deferenza. Ciò non vuol dire che le tematiche siano affrontate in modo superficiale, i redattori delle voci sono tutti studiosi esperti nel campo della tematica affrontata, piuttosto l’impostazione generale svela una logica molto moderna e si direbbe quasi quella di un acuto e scrupoloso ma scanzonato ricercatore che non si preoccupa di mischiare sacro con profano perché la Massoneria è ambedue le cose. C’è l’evidente tradizione culturale francese storiografica ma anche d’indirizzo


massonico gallico di considerare il fenomeno socio-culturale della Massoneria non chiuso nel suo ambito ma nel vasto contesto della cultura occidentale alla quale essa diede moltissimo ma anche dalla quale cultura fu fortemente influenzata. È una visione dove appare con evidenza la relazione dialettica tra mondo iniziatico e mondo profano che ha caratterizzato la Massoneria continentale degli ultimi tre secoli e in particolare di quella Massoneria che oggi viene definita di indirizzo francese, diversa da quella d’indirizzo britannico. Una recensione teoricamente dovrebbe evidenziare anche qualche critica. L’unica


possibile è che ci sono ancora tanti altri “vocaboli” che non sono stati affrontati, ma si spera in una prossima e più ampia edizione. Anche perché in Massoneria e nella ricerca storiografica non esiste la battuta Rien ne va plus, les jeux sont faits.


Vanno altresì segnalati tre saggi del Professor Beaurepaire di storia


massonica che sono esemplari per il metodo stor iografico seguito. Egli affronta la Massoneria in una visione storiografica delle pratiche sociali e culturali utilizzando in particolare l’analisi, che lui stesso chiama micro-histoire, di una particolare


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