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produttivo in questa loro funzione pubblica, laica ed economica non si differivano dalle gilde e corporazioni medioevali, nel senso che nel Medioevo si proseguì la tradizione organizzativa e professionale romana per scopi economici e non per tradizione religiosa o iniziatica o esoterica. I rituali e le cerimonie di carattere civile e politico rispondevano alla diffusa religiosità del tempo33 e con non poca disinvoltura queste modalità religiose le si utilizzavano per una migliore appropriazione del consenso sociale a diretti scopi politici, infatti le corporazioni erano connesse ai potentati politici e religiosi che assicuravano le commesse. Si afferma talora che i costruttori romani possedessero delle conoscenze esoteriche come quelle pitagoriche. Le tesi elaborate da Pitagora e dai suoi discepoli e da tutta la cultura aritmetica e geometrica dell’antichità erano conoscenze sviluppate da un élite facente parte di un’accademia di tipo culturale, simile a quella platonica o aristotelica, con un più di scientificità e tali sapienze rapidamente furono conosciute da tutti e applicate dai romani per la loro funzionalità tecnica e non certo per la loro “valenza” esoterica. La costruzione di un ponte, di un circo o di una domus non assolveva scopi esoterici e la presenza di eventuali affreschi o statue di richiamo esoterico non giustificavano la costruzione in sé né l’operatività di chi costruiva, ma eventualmente i bisogni culturali e religiosi del committente. Le cerimonialità legate alle costruzioni di circhi, terme, ponti o acquedotti erano dei


Euclide e Pitagora Geometria e Aritmetica





rituali sociali con forte dimensione politica ulteriormente validata da cerimonie religiose, così come i loro scopi d’edificazione. Nel caso dei templi, come per ogni edificio religioso ovunque e sempre, le condizioni erano diverse, ma l’eventuale modalità esoterica era riservata ai committenti e all’edificio in sé e non addebitabile all’impresa costruttrice. I principi aritmetico-geometrici del costruire erano noti a moltissime popolazioni


che si scambiavano tra loro queste conoscenze e infatti le tecniche costruttive di un popolo passavano rapidamente a un altro popolo e senza speciali ritualità. Le opere edili civili e religiose dei romani spargevano tali conoscenze tecnologiche nell’intera Europa romanizzata. Naturalmente non erano conoscenze “popolari”, ma un bagaglio scientifico-culturale di specialisti e tecnici con elevata cultura, non erano cioè riservate a maghi, esoteristi o iniziati. I romani elaborarono autonomamente alcune tecniche costruttive, come ad esempio l’arco e la volta,


Officina di fabbro romano


33 Se però s’intende per esoterica una conoscenza professionale che è riservata a pochi “iniziati”, allora anche la fisica quantistica è una conoscenza “esoterica”, riservata a una ristretta cerchia di specialisti della fisica, “iniziati” mediante una laurea e successivi gradi di perfezionamento conoscitivo.


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