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ILSECOLOXIX DOMENICA 17OTTOBRE2010
xte / cultura ILFENOMENOKERET SILVANAZANOVELLO
ENTRARE in una “Pizzeria Ka- mikaze”, un limbo parallelo dove i ragazzimortinegliattentativagano come i protagonisti di un fumetto noir, inunasortadicarnevalesplat- ter, a Tel Aviv non è possibile sol- tantoperchénessunoresuscitapiùi morti. C’è anche il cantante Kurt Cobain, il leader dei Nirvana, ma nessuno lo sopporta perché non fa che lamentarsi. «Tel Aviv è una città di grandi di-
versità ediparadossi» spiegaEtgar Keret, scrittore israeliano, classe 1967,unodegliautoripiùapprezza- ti della nuova generazione, che mercoledì al teatro dell’Archivolto assisterà alla primanazionale dello spettacolo tratto dai suoi racconti insiemegrotteschi, crudelieteneri, precedutodaunincontroaPalazzo Ducale.Autorediraccontiafumetti e raccolte di storie brevi come “Le tette di una diciottenne”, “Gaza blues” scritto insieme al palestine- se Samir El-Youssef, e “AbramKa- dabram”, pubblicati in Italia dalle edizioni e/o,Keret è diventato uno dei rappresentanti più controversi della nuova letteratura israeliana. Scrive per il cinema e per la tv e
tato una storia simile». Come si vive, oggi, aTelAviv? «Sipuòdiscuteresul fattoche sia
davvero il postomigliore per viver- ci,ma una cosa è certa: nonostante tensionieconflitti, evocareraccon- ti e ne ha un forte bisogno». “Pizzeria kamikaze” è la rappre-
sentazione di un limbo beffardo; uno dei giovani che vi si aggirano a uncertopuntochiede spiegazioni a Nasser: èproprioquestoilparadiso dovelesettantaverginidovrebbero accogliereimartiridell’Islam?Ilca- po egiziano, ridotto a pezzettini, gli risponde laconico: hanno fregato ancheme. Perché ha scelto proprio Nas-
ser, il nome del presidente del- l’Egitto morto quarant’anni fa, come interlocutore? «Soloperquestioni fonetiche,mi
suonava bene,nonpensavo a parti- colari riferimenti politici». I giovani israeliani che il saba-
to sera vanno al bar o indiscote- ca,armaticomeperunassaltoal fronte, si identificano davvero nei suoi personaggi? «Molti sì. Recentemente, e non
Kefiah e sassi: un’immagine crudadi ungiovanepalestinesedurante unamanifestazione controgli israeliani
nonhamaipensatodi lasciareilsuo Paese, anche dopo il successo otte- nuto come regista al Sundance Fe- stival e aCannes.Per ildebutto che dovrebbe regalargli anche in Italia lapopolarità già conquistataneidi- ciannovePaesidove è tradotto,Ke- rethalasciatocartabiancaalregista GiorgioGallione.Comenell’allesti- mento dell’“Antologia di SpoonRi- ver”diLeeMasters-DeAndré, atto- ri edanzatoriuscirannodaogni an- frattodellaplateaedeipalchettico- me fantasmi. Il ragazzo suicida, protagoni-
sta in questo al di là che assomi- glia aunapizzeria, è israelianoo palestinese? «L’hoscrittopensandoaunisrae-
liano,ma sono sicuro che anche in Palestina potrebbero aver raccon-
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MODERNO E SURREALE
NOI,VITTIME DELMONDO SOTTOSOPRA
Lo scrittore israelianomercoledì aGenova per il debutto dello spettacolo tratto dalla raccolta di racconti “PizzeriaKamikaze”
UNANUOVAGENERAZIONE DI AUTORI: ECCO CHI SONO
Una scritturamoderna per raccontare personaggi surreali: permolti Etgar Keret, 43 anni, è il simbolo della nuova generazione di scrittori israeliani.Qui sopra “PizzeriaKamikaze” (E/O, 137 pagine, 8 euro)
NAVA SEMEL «Loscrittoreècoluiche ascolta quello che non dovrebbe ascoltare» dicelaromanzieraeau- trice di teatro e poesie. Nata a Tel Aviv nel 1954, scrive per «deci- frare i segreti e imisteri degli adulti»
ZERUYA SHALEV Israeliana, nata in un kibbutz nel 1959, vive a Gerusalemme. Il suo li- bro più famoso è “Una relazione intima” (Frassinelli, 312 pagi- ne, 9.50 euro). Del 2004 è “Il bambino dellamamma”
ESHKOL NEVO Nato a Gerusalemme nel 1971, ha vissuto fra Israele e StatiUniti. Fra i suoi successi “Nostal- gia (Mondadori, 349 pagine, 17.50 euro) e “La simmetriadeidesi- deri” (Neri Pozza, 376 pagine, 14.40 euro)
RON LESHEM Scrittore e giornalista israeliano, 33 anni, è autore di “Beaufort” - nell’edizione italiana il titolo è “Tredici solda- ti”(Rizzoli,376pagine, 17 euro) - da cui nel 2007 Joseph Cedar trae il filmomonimo
ORLY CASTEL-BLOOM Dioriginiegiziane,nata aTelAvivnel’60: scrive in ebraico anche se è di lingua madre francese. Tra i suoi libri, “Parti umane” (E/O, 247 pa- gine, 15 euro) e “Dolly city” (Nuovi Equilibri, 162 pagine, 12 euro)
LA RECENSIONE
ILPUBBLICO APPLAUDE
IN“MISURApermisura”diWil- liamShakespeare,ambientatoin un’immaginaria corte viennese del primo ’600, ci sono già tutti i temi destinati a scuotere la no- stra coscienza politica emorale. Ilmerito dello spettacolo che ha apertolastagionedelloStabiledi Genova al teatro della Corte, di fronte aunaplatea affollata e en- tusiasta, stanel suggerirli conun giocosubliminale,andandooltre quella sommaria semplificazio- ne, lalottafrabenee male,chein altri allestimenti era stata indot- ta anche dal titolo evangelico. Il regista Marco Sciaccaluga
nellostessogruppodi fan,nehoin- contratiquattrocontatuaggicheri- producevano le illustrazioni di co- pertinadelmiolibro.Devoammet- tere che anch’io provo una sensa- zione inquietante di fronte a un’identificazione così forte». InIsraele si sente amato? «Come ogni artista serio sono
amatoeodiatoinugualemisura.Va benecosì.Inmolti incontrimichie- donoancheseiomi consideriunri- trattistapuntualedellanostra real- tà,naturalmentesempreattraverso ilparadosso,oppureunosservatore consapevolechelascianellesuede- scrizioni grandimarginidi ambiva- lenza.Pensochetuttal’artesiasem- preenecessariamenteambivalente perché cerca di catturare lo spirito dell’umanità che ha l’ambivalenza nel suoDna». Quali autori sono i suoi punti
di riferimento? «Kafka è ilmio scrittore preferi-
to. Il contattoconla suapercezione ossessiva della società mi ha cam- biato la vita.Mi piacemolto anche IsaacBabel,chemihamostratotut- ta la potenza del racconto breve». Checosarimanedellatragedia
daguerramondialeelepersecuzio- ni razziali mi abbiano reso molto piùconsapevoledellafragilitàedel- l’instabilità della natura umana e delle costruzioni sociali. Io apprez- zolabontàelacortesiaintornoame e allo stesso tempo la vivo come se, da un momento all’altro, potesse cambiare.Rendersi contodiquesto ti regala un a specie di preveggenza angelica sullo stato delle cose». Pensa che la pace in Medio
Oriente sia possibile? «Certamente.Sonopadreecome
cessi, non sarei capace di starci».
silvana.zanovello@
yahoo.it ©RIPRODUZIONERISERVATA
qualsiasipersonachealleviunbam- binoquidevocrederlo.Senonlofa-
orchestraungransabbaironicoe darkchenonsbagliauncolpo:sui rapporti tra giustizia e potere, su buongovernoe impopolaritàde- rivata da riforme necessarie, sul tassodi viziprivati concessi a chi predica pubbliche virtù. La sto- ria: un duca si traveste da frate per spiare gliumoridei sudditi,o per liberare la sua doppia perso- nalità, e lascia al suo posto un vi- cario moralizzatore, inflessibile con chi si macchia di colpe ses- suali.Ma dietro le quinte del tri- bunaleèprontoabarattarelasal- vezza di un condannato con la vergi- nità di sua so- rella. Il ritmo di-
ILGIUDICE SBAGLIA?
dell’Olocausto nell’autore di “PizzeriaKamikaze”? «PensocheiraccontidellaSecon-
verte il pub- blico per più di treore sen- za far scende- re tensione né attenzio- ne. Su un’on- da musicale coinvolgente che sottolineaognipassaggiocongu- stose trovate visive, vedi i perso- naggi che l’ascoltano in cuffia e che accompagna il colpodi scena finale concanzonidiTomWaits, lafusionefrailpassatoeilnostro presente si compie con natura- lezza e strappa gli applausi. Via via che si calano nella storia, gli spettatori non si chiedono più a quale epoca appartengano l’am- biguo emefistofelico duca- frate interpretatodaErosPagni, ilgiu- dice di Luca Gobbi, travolgente nella sua lotta tra razionalità e carnalità, il condannatoAldoOt- tobrino. LescenediJeanMarcStehlée
ErosPagni
Catherine Rankl suggeriscono unpresepeinfernale.Ipersonag- gi simuovonoinunagabbiadella tortura che si schiude in diverse sequenzeecheruotandodiventa giostra. Sullo sfondo, un grande pala dal barocca che si spacca su orizzonti fiamminghi, la Giusti- zia compare alla fine, icona fra- stornata e circondata da uno stuolo di angeli caduti. S.Z.
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