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ILSECOLOXIX VENERDÌ 15OTTOBRE2010


LE LETTERE Follia serba /1


Serve repressione Ho assistito all’indecoroso e inci- vile spettacolo presso lo stadio Marassi.Tutta l’Italia si chie- deva: dove sono i tutori dell’or- dine?Perché l’Italia è prigioniera del suo garantismo?Perché non si danno pieni poteri alle forze di polizia senza rischiare che lama- gistratura possa poi incriminarli per aver cercato di garantire la si- curezza al popolo Italiano?Vi pare accettabile lo spettacolo of- ferto aGenova dai tifosi serbi e la totale assenza di repressione da parte delle forze dell’ordine?Ai cittadini non servono le teleca- mere sparse per le nostre città, per poi consentire l’identifica- zione dei delinquenti dopo che questi hanno commesso i reati. Ai cittadini serve sicurezza con- creta e non si capisce comemai tutti i politici, di destra e di sini- stra, continuino ad ignorare que- sto problema. ANGELONITTI E-MAIL


Follia serba /2


commenti


Scrivere a: lettere@ilsecoloxix.it Fax: 010.5388.587 Piazza Piccapietra 21 – 16121 Genova


LE INCOGNITEDELLARIFORMA


non puoi entrare se hai una bot- tiglietta di acqua o diCoca-Cola, l’altra sera questi criminali pluri- pregiudicati, pagati, dopo aver di- strutto tutto quello che hanno loro permesso, sono entrati tran- quillamente allo stadio!Chi ha dato l’autorizzazione?Chi ha permesso che nel nome di uno sport che non ha più nulla di sportivo si assista sempre più spesso a spettacoli indegni, a guerriglie urbane, a violenza inaudita? R.R. E-MAIL


Follia serba /4


ILFEDERALISMO? RISCHIADIESSERE UNAFREGATURA


MAUROBARBERIS


Vogliono la guerra AMarassi si è scatenata la vio- lenza degli ultras nazionalisti serbi, non certo permotivi spor- tivi,ma per evidenziare ancora una volta unmessaggio: “per noi la violenza non è finita”.Non è stata sufficiente una guerra, ec- cidi, fosse comuni, stupri etnici, l’odio è ancora radicato in quel drappello di uomini dellamorte serbi.Quanti di loro sono stati soldati?Quanti hanno ucciso? Quanti non si sono “rassegnati” alla pace?Allora è vero che la convivenza pacifica è possibile solo quando a governare esiste il tallone di un governo dittato- riale?La libertà è difficile da go- vernare, soprattutto quando i po- poli non sanno cosa significa es- sere liberi. MARINA GENOVA


Follia serba /3


Come sono entrati? Debbo confessare che venuto a conoscenza della designazione di Genova quale città ospitante la partita Italia - Serbia ho da su- bito nutrito dei timori, cono- scendo lo stato di tensione esi- stente in quelPaese. Sentiti i continui proclami sul buon ope- rato di questoGoverno inmerito alla sicurezza dei cittadini, confi- davo che fossero stati predisposti i necessari controlli, anche alla frontiera, per evitare quanto in effetti poi si è verificato.Aben vedere, questa banda di delin- quenti di chiara tendenza nazifa- scista è giunta aGenova, armata di coltelli, catene, bengala e quant’altro,ma se avessero por- tato anche fucili e lanciagranate chi se ne sarebbe accorto?Perché è stato consentito loro di acce- dere allo stadio dove si trovavano famiglie e tanti bambini che hanno assistito ad uno spettacolo indegno, difficilmente cancella- bile dalle loro giovanimenti? RENZOTASSARA E-MAIL


Follia serba /5 L’


sia una buonanotizia: se proprio deve cadere, sa- rebbemeglio che il governo cadesse sul federali- smo.Vogliodire:suunproblemavero,benchémi- sterioso, invece che su un falso problema, inven- tato dal centrodestra per salvare il premier, e ri- preso dal centrosinistra per affossarlo definitivamente. Perché, diciamolo, sulla giusti- zia bisognerebbe vivere su un altro pianeta per nonavereancoracapitodichesitratta:mentresul federalismo,alzi lamanochicihacapitoqualcosa. Per iniziare dalle cose più semplici, ho visto


hadettoancheGianfranco Fini nell’ormai nota inter- vista alla stampa estera: se il governo cadrà, sarà sulla giustizia, non sul federali- smo.Ecco,nonsosequesta


nuova,eppurelagenteridepuntualmentedoveri- devano i francesi, e dove ridevamo pure noi ve- dendol’originaletradotto.Tantochegiàiprodut- torihannomessoincantiereilsequel,stavoltanel Nord-Est,congliocchiilluminatidalla$deldolla- ro, come zioPaperone. Poi però mi sono buttato sull’ultimo numero


“Benvenutialsud”, il filmcampioned’incassidel- le ultime due settimane, con il lumbard Claudio BisioscaraventatoaNapoli a fare i conti contutti i suoi e nostri pregiudizi. Avevo visto l’originale francese,GiùalNord,ancheluicampioned’incas- si,emi incuriosivacapiresinoachepuntoil cine- maitalianopotevaarrivarenelloscopiazzareidee altrui. In effetti, arriva lontano; non c’è un’idea


delMulino,dovel’economistaedirettoredelCer- pemGianfrancoViesti si sforzadidareunaiutino a tutti quelli che, come voi eme, del federalismo sanno poco e anche per questo ne diffidano. E al- cunecose, finalmente, lehocapite.Unaèchenon era tutta colpanostra, senonsappiamocosapen- sarne: il fatto è che i conti li ha ilministroGiulio Tremonti - ammesso e non concesso che almeno lui li abbia - e se li tiene stretti, e sinchénonsi ve- dono i conti si può giusto abbandonarci ai nostri pregiudizi, come Bisio,ma non si può avere uno straccio di opinione sensata. La seconda cosa è che, come in un aforisma di


chi ciperde:nonci guadagna ilNorda scapitodel Sud, ma piuttosto ci guadagnano Veneto, Lom- bardia,Campania ePuglia. Chidovrebbeperderci - leregioniastatutospe-


ciale - è stato sinora salvato dalla legge Calderoli del 2009 (il federalismo fiscale). E chi dovrebbe perdercidipiù, laSicilia,èinfibrillazione,conben duepartiti“sudisti”chegiàsisonostaccatidalPdl. La quarta cosa che ho capito è che tutto dipen-


derà da come verranno fissati i livelli dei costi standard per i servizi essenziali, come sanità, istruzione e simili.Se li si fisserà alminimo, le re- gioni più ricche risparmieranno sulle spese e po- tranno addirittura ridurre le tasse,naturalmente achi lepaga:maleregionipoveresi impoveriran- noulteriormentee,tantoperdirneuna,aumente- rannoiviaggidellasperanzadallesanitàdisastra- te a quellepiùefficienti.Viestidistingue a questo proposito un federalismo catastrofico e un fede- ralismo virtuoso:ma la scelta fra l’uno e l’altro è nellemani di Tremonti, e possiamo solo comin- ciare a pregare. L’ultima cosa, lapiùimportante, cheho capito,


ècheperreggereunprovvedimentodiquestapor- tata, conle redistribuzionidi reddito edi respon- sabilità verso la periferia che comporta, occorre uncentroforteeautorevole,attentoasorvegliare eprontoacompensarelesperequazioni,epurele maggiorispese,cheinevitabilmentesicreeranno. Ora, sinora, il centro è stato solo capace di but-


Kafka, il federalismo sarebbe un’ottima cosa:ma non per noi. Occorrerebbe infatti, dice Viesti «grandelungimiranza;sensodelloStato;misurae moderazione»;mal’autoreèilprimoasapereche seavessimotuttequestecosenonavremmobiso- gno del federalismo. La terza cosa che ho capito è chi ci guadagna e


tare centinaia dimilioni di euro per salvare dalla bancarotta le amministrazioni amiche diRoma e Catania,abbandonandoalpropriodestino,perfa- rel’esempiodiViesti,quelladiTaranto.Possiamo sperarecheunCentrodiversodall’attualesaràca- pace di non fare figli e figliastri?


MAUROBARBERISèprofessoreordinariodi filosofiadeldirittoall’Uni- versitàdiTrieste.


LEVIOLENZEALLOSTADIO


MAAMARASSIHOIMPARATO QUALCOSADIBUONO


Schiaffo allo sport Italia-Serbia una partita di cal- cio?Macché, è stata una vergo- gna inmondovisione.Una enne- sima dimostrazione di una indu- stria che non subisce inflazioni di sorta; che unisce tutto ilmondo politico (destra, sinistra, cen- tro,estremisti), un’offesa, uno schiaffo alla gente sportiva e non sportiva, con la complicità di tutti i “grandi protagonisti”: sponsor, società, federazioni, tv pubblica e private, donnettine tutte culi e tette che si improvvi- sano opinioniste o “intervista- trici”, arbitri perlopiù incapaci e spesso venduti, giocatorimulti- miliardari pieni di tatuaggi, orec- chini e ignoranza, giornalisti giornalai e chi più ne ha...Ab- biamo assistito a una forza di po- lizia che più debole non si poteva credere, incapace di contrastare cento delinquenti che hanno sac- cheggiatoGenova.Etutte quelle teste di cuoio di cui dispone il no- stroGoverno dove erano?Equei supermen-poliziotti che hanno massacrato dei poveri disarmati studenti allaDiaz, quei reparti speciali dove erano?Allo stadio


Nessun controllo I teppisti serbi sono risultati in possesso di bastoni, spranghe e fumogeni, successivamente se- questrati dalla polizia, ed è quindi chiaro che le perquisizioni all’ingresso dello stadio non ci sono state.Organi di sicurezza permissivi quelli italiani, aBel- grado non sarebbe successo, ha detto un autorevole esponente del governo serbo, e uno dei tep- pisti arrestati ha dichiarato che Genova era il palcoscenico ideale per devastare e delinquere impu- nemente, cosa non possibile a Belgrado. GIOVANNIBERTEI LASPEZIA


Follia serba /6 LUCABARABINO H


Maroni si dimetta RobertoMaroni si deve dimet- tere.Ciò che è successo allo sta- dio diGenova è gravissimo. Bande di teppisti armati sono stati fatti entrare in Italia nell’in- differenza totale di chi doveva garantire la sicurezza delPaese. Non è possibile che colui che ha invocato la cattiveria contro i clandestini, adesso si comporti come un pavido incapace di rea- gire.Così si fa la voce grossa solo contro i deboli e gli indifesi,ma si ha paura di confrontarsi contro gli autentici terroristi stranieri che devastano ilPaese. C.M. E-MAIL


gente e reso impossibile lo svolgimento di uno spettacolo: una semplice partita di calcio, una se- ratadi festa.Holettoanchel’interventodelsignor Alberto Zucchi, che non solo non condivido, ma trovo fuorviante. Comprendo il disagio, la paura, la diseducatività di quanto accaduto per i suoi ra- gazzietantibambini.Dicodipiù:quellanonèstata népotevaessereunaseratadisport.Manontrovo giustoparlaredi«scandalosainefficienzaorganiz- zativa del “carrozzone Italia”». Il tempo ci dirà se sonomancati i controlli e i coordinamenti edi chi potrebberoessere le eventuali responsabilità.Ma io da quella serata ho anche imparato a trovare meriti, comportamenti e valori. Di alcune perso- ne, di tanti cittadini, forse di una città intera.Chi miconoscesachenonsonoteneroconlamiacittà, acui spessoricordoloscarsosensodi responsabi- lità nell’affrontare e risolvere temi collettivi. Io, dalla folle serata dimartedì, ho colto anche altro. Di positivo. Hocoltol’intelligenzadelleforzedipolizia,vigi-


olettoconattenzione,nonso- lo la cronaca, ma anche il di- battitoeicommentisullafolle notte del Ferraris dove un gruppo di sedicenti tifosi ser- bi ha seminato il panico tra la


«ma perché non intervengono? Perché non cari- cano o usano gli idranti?». Era difficile compren- derel’entitàdeglistrumenticriminosidicuipote- vanoessereinpossessoalcunirappresentantidel- la tifoseria serba: per fortuna la competenza e la sensibilità di chi era lì preposto all’ordine pubbli- co-seppureconpocheunità-hacoltoilrealeperi- colo. Chi conosce il Ferraris, sa che il settore 5 dello


stadio - quello occupato dalla tifoseria serba - ha pocheviadifugaeprincipalmenteattraversoscale elicoidali. Generando pressione da parte di stewarde forzedell’ordine sulla tifoseria, serba si sarebbe creato un pauroso pericolo di incidenti. Giusto, quindi, avermantenuto la strategia della “calma e distensione”, prendendo il tempo di far sfollarelagentee,nelfrattempo,organizzarenuo- ve risorse opportunamente attrezzate, “guada- gnaretempo” fuoridallostadioeneipuntinevral- gici della città, a presidio della sicurezza. Iomi sentodidirechenonpotevaesseregestita


Perlaprimavoltaintantianni, leforzedipolizia


sonostate applauditedaunostadiointero, condi- vise e supportate.Atestimonianza che i cittadini, il Paese è fatto anche di tanta gente per bene, che haimmediatamentecompresol’entitàdellasitua- zioneechesa,sechiamataascegliere,dacheparte stare.Questa non è inefficienza organizzativa del carrozzone Italia.Questa, semmai, è la dimostra- zionediunacittàediunPaesechehatantodaim- parare da nazioni con spirito civile e sociale più avanzato del nostro, ma che certamente ha sco- perto di non essere il Paese peggiore. Spiace per i ragazziacuièstatotoltodimanounsuccodi frut- ta,unbicchierecondentrounabibita,ochiestodi togliersididossounamagliacheesprimevailpro- prio genuino indirizzo sportivo.Ma poco c’entra conlaseratachepotevaessereeche,per fortuna- masoprattuttopercapacitàecompetenzadialcu- ni e senso civico di tanti - non è stata. Rimane l’interrogativo su come abbiano fatto


lidelfuoco,carabinieriedellestruttureaddetteal- la sicurezzanella sceltadinonintervenire eman- tenersi fredde e distensive. L’interventismo sa- rebbestatounerrore.Oggi saremmoaraccontare unaserataditragedia,disangue,probabilmentedi morte, di persone innocenti coinvolte che poco avrebbe avutodidiverso conla tragediadell’Hey- sel.Leforzedell’ordine,unitamenteallealtreisti- tuzioni presenti allo stadio, hanno immediata- mentepercepitoil rischiodiuneventualescontro conladelinquenza (perchédidelinquenza si trat- ta).La linea attuata é risultata felice, intelligente, strategica: onde scongiurare incidenti. In quel mentre,allostadioedacasa, intantisichiedevano


almeglio.Al punto che anchenel dopomatch, tra qualche scontro e grandi attacchi (della tifoseria serba) si è arrivati a fermare e ricondurre alla giu- stizia tutti - sottolineo tutti - i principali organiz- zatoridellasommossa.Mac’èaltro.C’èunatifose- ria genovese, di entrambe le sponde, compatta, una tifoseria italiana cheha compresola situazio- neehasceltodinonreagireadalcunaprovocazio- ne.Èstataunagrandeprovadimaturità,ancorpiù rimarcata dall’applauso alle vittime in Afghani- stan e dal canto corale dell’Inno diMameli forse unanime, come nonmai. Alla richiestadegli altoparlantidi abbandonare


lo stadio, in quanto l’incontro era stato sospeso, tuttoilpubblicodiparteitaliana,haordinatamen- telasciatoglispaltieleuscite,senzaalcundisordi- ne, senza alcuna rimostranza. Perfino la “colori- ta”,magenuinadecisionedelledue“tifoserieuni- te”,intornoallamezzanottediorganizzareunrag- gruppamento di “supporto” alle forze dell’ordine (per fortunanonnecessario),dà ideada cheparte fosse il paese civile.


adarrivare finqui così armati.Ce lodirannole in- dagini.Ma forse non solo ame è venuto inmente come, negli anni scorsi, sui barconi degli scafisti albanesi, inmezzoatantapoveragentecheveniva per cercare una nuova vita, c’erano anche decine di delinquenti, di cui il Paese aveva “scientemen- te” scelto di liberarsi. Il tempo ci dirà, se arriverà unarichiestadiestradizioneediprocessoinpatria per Ivan e i suoi “colleghi” di terrore.Oppure no. Genova ha dato una grande dimostrazione di


maturità, di responsabilità collettiva. La città è partelesa,manonsonopocopiùdi80.000eurodi danni a renderci infelici.C’era benaltro a rischio. La vitadellepersone.E, forse, anche il ricordo e la riflessione delle responsabilità degli incidenti del G8,diunacittàalloraveramentedistrutta, feritae piegata dagli incidenti, è stato di insegnamento. Ealloranonlamentiamociperchèaunbambino


èstatosottrattounsuccodifrutta.Èdemagogia.Ai ragazzidelleScuolaCalcio,aiqualidasempreven- gonoinsegnati valori e comportamenti, sarà spie- gatoperché seratecomequellanondovrannomai più ripetersi. Ai tanti altri bambini e ragazzi, al- trettantodai rispettivi genitori.Maperuna volta, amiomodestogiudizio, lacittàelesueistituzioni, hannomostrato unlato importante di loro stessi: il sensodel rispetto, la responsabilità sociale, l’in- teresse collettivo. Inuna triste serata,nonèpoco.


LUCABARABINOèamministratoredelegatodellaBarabino&Partnerse consiglierediamministrazionedelGenoaCfc.


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