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www.shippingonline.it I CANTIERI ITALIANI: PER NOI ÈUNASFIDADACOGLIERE


Nautica, lasfidadiTianjin unportoperiPaperonicinesi


Progettoda195milionididollari.Mapotrannoattraccaresoloi ricchi ALBERTOGHIARA


UN RECENTE studio di Merril Lynch ha rivelato che nellamacro- regioneAsia-Pacificovivonopiùdi3 milionidiultramilionari (indollari) echeper laprimavoltaèstatasupe- rata l’Europa in questa particolare classifica.Nella solaCina, il gruppo editoriale cineseHurun ha contato quest’anno 1.363magnati che han- no un patrimonio superiore ai 150 milionididollari,controicircamille diunannofa e gli appena24didieci anni fa. Secondo il Credit Suisse, la ricchezza delle famiglie cinesi è de- stinataaraddoppiaredaquial2015, da16.500a35.000miliardididolla- ri.La velocità con cui sta evolvendo l’economia cinese rende in poco tempoobsoletelarappresentazione che di volta in volta ci facciamo di questa nazione continente. E così, mentremolti ancora in Italia guar- dano alla Cina come al paese degli stipendi bassi, ilmercato cinese sta invecediventandoappetibile anche persettorinormalmenteconsidera- tidilusso,comequellodellanautica. L’ultima conferma di questa ten-


denzaapparentementeinarrestabi- learrivadaTianjin,doveèstatopre- sentato il progetto per la costruzio- ne di una marina da 195 milioni di dollari per accogliere i super-yacht che hanno invaso ilmercato, finora soprattutto quello del Mediterra- neo. Il futuro porto turistico avrà 750accostiepotràospitareyachtdi lunghezza fino a 90metri. Intorno sorgeranno alberghi a cinque stelle, centri commerciali e cantieri per la costruzione e la riparazione di yacht, per un ulteriore costo di 1,35 miliardi di dollari. L’accessoallebanchine sarà limi-


tatoinbasealcenso.Potrannoiscri- versi a questo club esclusivo e par-


FINORAILPAESEHA“OSPITATO”117BUCANIERI


cheggiare a Tianjin il loro yacht so- lamente colorochepotrannodimo- strarediguadagnarealmeno30.000 dollari.Èuna cifra non infrequente inItalia,madecisamentealdi sopra delle possibilità della stragrande maggioranza della popolazione ci- nese.La costruzionediuna struttu- radiquestedimensioniporterà con sé investimenti anche nel settore della cantieristica da diporto, un settore in cui oggi l’Italia è leader mondiale.Lametàdegliyachtsopra i35metridi lunghezzavienecostru- ito nel nostro paese. La Cina intende però cominciare


IN KENYA ALTRI 9 SOSPETTI PIRATI


Altri nove sospetti pirati arrestati dalle forzeUsa sono stati consegnati alle autorità keniane, sebbene da tempo il Paese africano chieda il sostegno di altre nazioni nella lotta alla pirateria.Dinora, inKenya sono stati portati 117 sospetti pirati.Di questi, solo 26 sono stati condannati


LA PARTNERSHIP


EUCINACORTEGGIALACITTÀDIQINGDAO «NELLAVOSTRADARSENAUNNUOVOSALONE»


••• L’UCINA(Unione dei cantieri industrie nautiche italiane) vuole entrare in grande stile nelmercato cinese. Per questo ha preso con- tatto con l’amministrazione diQin- dao per l’organizzazione di un sa- lone nautico nella città cinese, che possa convogliare qui i produttori di tutto ilmondo, a partire da quel- li italiani.Qindao è una delle locali- tà dove langue inutilizzata una del- lemarine costruite durante iGiochi


del 2008. L’obiettivo è quello di riattivare queste strutture e ac- compagnare l’espansione della nautica cinese. «Non è ancora possibile – spiega Franco Frediani, che si occupa per Ucina dell’internazionalizzazione della nautica italiana - dire quando verrà inaugurato il primo salone nautico,ma qui simuovonomolto velocemente.Ce la faremo inme- no di cinque anni».


a far sentire il proprio peso anche qui, come ha dimostrato il progetto presentato all’ultimo Salone nauti- co genovese dal cantiere Kingship Marine diHongKong.L’ultimo na- toèilKingship56,unabarcada47,5 metrichenelnomerichiamalapro- duzione di alcuni cantieri italiani. Per questi ultimi, però, la Cina, non è unaminaccia. Almeno questa è la convinzione diFrancoFrediani, di- rettore commerciale di Overmari- ne, la società di Viareggio che si è candidata ad acquistare i cantieri Baglietto:«C’èunagrandeattenzio- ne per questomercato da parte dei cantieri italiani,ma il lavoro da fare è ancora lungo, soprattutto sul pia- noculturale. InCinasonostaterea- lizzate molte marine in occasione delleOlimpiadidel2008,madopola fine dei giochi sono rimaste vuote. Manca ancora una cultura dell’im- barcazioneperché i cinesinonsono abituati ad andare permarené a di- strarsinel tempolibero».Perquan- toriguardalaconcorrenzaaicantie- ri, non ci sono timori: «I cinesi sa- ranno attori di questomercato,ma non so quando e se arriveranno al


nostro livello». ©RIPRODUZIONERISERVATA


ILSECOLOXIX VENERDÌ


15OTTOBRE2010


15 RIORGANIZZAZIONE:PARLAL’AMMINISTRATOREDELEGATO


«HamburgSüd,Genova restaunasedestrategica»


GENOVA. In riferimento alle notizie diffuse da fonte sindacale relative al- la riorganizzazione della sede diGe- nova, l’amministratore delegato di Hamburg Süd Italia,GiuseppeGoda- no, «precisa anzitutto che non è vero che le persone impiegate nell’ufficio Hamburg Süd diGenova sono 58,ma 120. Secondo la direzione aziendale, la ristrutturazione è conseguenza di una riorganizzazione a livellomon- diale. Infatti, si passerà a una gestio- ne generale tramite cinque “Re- gion”, al posto delle attuali otto. Il Mediterraneo verrà accorpato alla “Region” Europa, con sede adAm- burgo.Quindi: nessun atto ostile nei confronti diGenova, «città alla quale l’azienda è profondamente legata» (l’Italia, tra l’altro, è perHamburg Süd il Paese principale del bacino Mediterraneo),ma un normale avvi- cendamento di sedi e responsabilità globali dettate, soprattutto, da si-


nergie gestionali. Per l’azienda, non è vero che “Hamburg Süd elimina Genova dalla cartina delle proprie strategie internazionali”; prova ne sia che pur abbandonando lo status di “Region”,Genova sarà la sede del- la costituenda “AreaWestMediter- ranean”, con responsabilità dell’ope- ratività aziendale in Italia, Spagna, Portogallo, Sud Francia,Marocco,Al- geria, Tunisia eMalta. Infine, l’azien- da conferma che è stato avviato un fattivo processo collaborativo con i locali rappresentanti sindacali per ri- durre il più possibile l’impatto nega- tivo a livello occupazionale». Le 58 persone sono quelle impiegate nella “Region”, ci scusiamo per l’er- rore.Nessuno ha parlato di ostilità nei confronti diGenova,ma rimane il fatto che la riorganizzazione porterà una compressione degli organici e del perimetro geografico di riferi- mento dell’ufficio genovese.


a.q. DOPOL’ENTRATANELL’AZIONARIATODISNAV


Pressingpartenopeo,maGnv rimanesottolaLanterna


GENOVA. Pressing istituzionale da Napoli perchéGnv sia un po’meno genovese e un po’ più partenopea. Dopo la notizia dell’entrata diMa- rinvest, la finanziaria diGianluigi Aponte cui fa capo Snav, nel capita- le diGnv, ieri con una nota, il presi- dente della Provincia LuigiCesaro si è augurato che « dalla fusione di questi due grandi gruppi, il primo nato aMessina anche se di adozione partenopea, il secondo radicato a Genova, possa prevalere la scelta di una posizione geograficamediata che vedaNapoli come sede della di- rezione generale». «Ho chiesto all’assessore alleRisor- seMareMarcoDi Stefano - ha pro- seguitoCesaro - di adoperarsi affin- ché questa nuova realtà imprendi- toriale possa trovare lamigliore ac- coglienza presso il porto diNapoli e le strutture del territorio».Un pres-


sing che nasce però da un equivoco e che l’amministrato- re delegato GnvRoberto Martinoli stop- pa immediata- mente: «Non c’è alcuna fu- sione traGnv e Snav,ma il conferi- mento di alcune unità della flotta partenopea al gruppoGnv, attra- verso un aumento di capitale dedi- cato aMarinvest» e con cui, quindi, Aponte diventa azionista al 50%di GrandiNaviVeloci. «Ma a livello di sedi, ovviamente, a parteminime cose non cambierà niente: Snav continuerà a gestire i collegamenti per il golfo dalla sua sede diNapoli, noi continueremo ad operare qui da Genova».


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