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la città PUNTIDIVISTA


LAPICCOLAAGRICOLTURA UNAREALTÀDADIFENDERE


MASSIMOANGELINI F


che, al tempo dell’ultimo censi- mento,nel territoriocomunaleri- sultavano ben 1623 aziende (un quinto delle aziende di tutta la provincia!) con 4.081 ettari di su- perficieagricolacensita,tutteatti- ve nei paesi che fanno corona alla città: daVesima fino a Sant’Ilario, passando per Murta, Cesino, Ag- gio, San Desiderio e ancora altre centolocalità.Eppurenonricordo programma politico che abbia te- nuto in serio conto questa realtà, né ricordo un ufficio comunale, non dico un assessorato, che spe- cificamente si sia occupato di agri- coltura: eppure, almenoperriguar- do verso i numeri, sarebbe il caso di pensarci. Il fragile interesse verso la piccola agricoltu- ra non si ferma certo alle porte della città, ma comprende, più in generale,ilmondoruraledituttoil nostro entroterra, troppo spesso relegatonell’ombradel florovivai- smo, delle colture da serra, della viti-olivicoltura, perché conside- ratofigliodiun’economiaminore, almassimopiùdasovvenzionaree mantenereinvitagiustoper ritar- darne l’agonia o solo perché nulla vada del tutto perduto. Che la piccola agricoltura, quel-


ladidimensionecontadina,quella delle periferie e dell’entroterra, siaeconomicamentepocorilevan- telodiconoifatturati,masesiesce dalla contabilità di quanto possa riguardarela circolazionedeipro- dotti, allora il discorso cambia e merita un cenno. Una decina di anni fa, parteci-


orse non tutti sannochenelco- mune di Genova sisvolgeunafitta attività rurale; basti pensare


pando a un convegno dedicato al dissesto idrogeologico, avevo sen- tito relatori che suggerivano solu- zioni raffinate gestione del terri- torio:chiragionavasullearginatu- re, chi sulla “glassazione” della montagna (proprio come imarro- ni),chiauspicavaunacrescitadel- la pianificazione e dell’ingegneria territoriale,tutti invocavanomag- giori stanziamenti. Nessuno ricordava che le pre-


ILDATO Nella “Genova dei


100comuni” 1.623 aziende con4.081


ettari di superficie agricola censita


messe di quello che era successo a Firenze nel 1966, a Genova quat- troannipiùtardi,epressochéogni anno a partire dagli anni Ottanta (vogliamo ricordare Stava 1986, Alessandria 1994, Sarno 1998 …), eranostatescrittenell’immediato dopoguerra, quando si era accele- rato ilprocessodi abbandonodel- le montagne e intere vallate in pochi decenni si erano vuotate, lasciando la ter- ra incolta, i bo- schinell’incuria, le terrazze inro- vina,


senza controllo. Ecco, a volte


li erano popolate di bravi “inge- gneri”delterritorio:eranoiconta- dini che sapevano come tenere in piedi lemontagne, regimentare le acque, amministrare il taglio dei boschie, inpocheparole,gestireil territorio, senza progetti né fondi comunitariecomenessunpianifi- catore saprebbe fare. Questoèsolounodeivaloridella


dimentichiamo chelenostreval-


l’acqua LETTERE Follia serba /1 I LETTORILAVEDONOCOSÌ


No a scaricabarile SindacoVincenzi, dalle dichiara- zioni rilasciate alla stampa vedo che persiste nell’atteggiamento vergognoso dello scaricabarile. Davvero lei ritiene che i cittadini siano ciechi a tal punto da farsi sviare dalle sue tardive proteste controMaroni, ilQuestore, ecc.? Certo questi personaggi non hanno fatto quanto in loro po- tere per prevenire gli scempi. Tuttavia, abbia anche lei il corag- gio di assumersi le sue corre- sponsabilità.Èpalese che lei non ha fatto quanto il suo ruolo di Sindaco le imponeva.Non sa chi deve pagare gli 80mila euro di danni arrecati alla città?Perché non dà il buon esempio: a titolo di risarcimento (anchemorale) dell’intera città inizi a devolvere allo scopo una parte del suo sti- pendio. Sarebbe un gesto di umiltà e di assunzione di respon- sabilità.Giustamente lei ha stig- matizzato i graffiti eseguiti dai vandali serbi suPalazzoDucale. Io ho segnalato più volte all’at- tenzione della sua amministra- zione lo stato deplorevole in cui versa gran parte del centro sto- rico, finanche viaBalbi patrimo- nio dell’Unesco.Comemai quei graffiti, in buona sostanza la- sciati da simpatizzanti dei centri sociali, non le hanno destato in- dignazione, al punto che non vengono rimossi damesi e in molti casi da anni?Adesso lami- sureremo con ilmetro della tem- pestività con cui ripulirà la città, e non soloPalazzoDucale! FRANCESCOSACCHETTO E-MAIL


piccola agricoltura – per il com- mercio poco rilevante, determi- nanteper l’ambiente–che ancora sopravvivenella “Genova dei cen- to paesi” e nelle nostre valli, ed è unodeimotiviseriperchéleistitu- zioni dovrebbero cominciare dav- vero a prendersene cura. MASSIMOANGELINI,presidentedel ConsorziodellaQuarantina


Follia serba /2


ILSECOLOXIX VENERDÌ


15OTTOBRE2010


29


Genova capocronista: Massimo Righi Tel. 010.53881/fax 010.5388627 - 010.5388629 e-mail: genova@ilsecoloxix.it 16121 Piazza Piccapietra, 21


LA TARGA PENDENTE DI VIAMONTECORNO


CI SCRIVEGiovanni Terramoccia: «L’inclinazione della targa inmarmo di viaMonteCorno aQuinto costituisce un pericolo sia per gli autoveicoli sia per i pedoni. La situazione, una quindicina di giorni fa, é stata fatta presente alla poliziamunicipale diQuarto senza ottenere alcun risultato».


Da che pulpito... Ecosì il giorno dopo, spento il fuoco dei fumogeni e puliti i vetri rotti sono arrivate le polemiche: in prima fila la nostra sindaca che spara a zero sulla gestione


dei violenti da parte delQuestore e delministero dell’Interno. Dall’alto di una città tenuta come uno specchio, dove la delin- quenza di tutti i giorni è stata de- bellata e tutti noi cittadini go- diamo di un ambiente urbano bello e pulito laVincenzi come può criticare e dare lezioni: ar- riva l’alluvione e la colpa è del Governo, non di unComune che non pulisce i rivi; gli zingari oc- cupanoBrignole damesi e inva- dono porzioni di città e la colpa è delministero dell’Interno che nonmanda rinforzi diPolizia (ma quando fu proposto di in- viare aGenova gli alpini laVin- cenzi sbottò: “Non vogliamo l’esercito”); ilCarloFelice non ha più risorse: colpa diBondi e del suoministero che nonmanda più i soldi, non della cattiva ge- stione più che ventennale del no- stro amato teatro. In compenso è


una donna sempre presente tranne quando serve: si è vista a SestriPonente solo alcuni giorno dopo, era aBruxelles a guardare gli altri parlare di cose di cui lei non aveva competenze;meno- male che era inBelgio, peccato solo sia tornata da noi giusto in tempo per criticare ilGoverno e Bertolaso che a differenza della nostra sindaco è arrivato a Sestri il giorno dopo l’alluvione.Eguai a criticarla: al pover’uomo che ha osato apostrofarla nel fango di via Sestri ha risposto piccata che lei non ha sbagliato nulla, lei non può sbagliare.Come si può pen- sare dimigliorar la nostra città senza ascoltare anche le critiche dai propri concittadini e finan- che sbagliare per imparare dai propri errori e cambiar idea?Alle nostre illuminate autorità citta- dine basta sbagliare... e basta. E.OTTONE E-MAIL


Follia serba /3


Steward incompresi Sono un operatore dello stadio addetto al settore ospiti, dove martedì ci sono stati tanti pro- blemi con i tifosi.Fatto sta che i tifosi sono stati controllati nel minimo dettaglio lasciando fuori cinture con fibbie in ferro, cate- nine portachiavi e tutto quello che poteva essere un’“arma”; quello che non capisco emi fa rabbia è che noi steward era- vamo a stretto contatto con i ti- fosi serbi rischiando in prima persona; nonostante tutto sem- bra di capire che la gente indi- rizzi critiche nei confronti degli steward per l’operato svolto. Ringrazio tutti quelli che ci capi- scono e che capiscono il nostro operato. R.V. E-MAIL


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