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ILSECOLOXIX VENERDÌ 15OTTOBRE2010


xte / cultura ALLANFOLSOM BIASARASINI


ROMA. È uno di quei romanzi di avventura e spionaggio che sem- brano presi dai titoli dei giornali “Il dossier Hadrian” (Longanesi, 458 pagine, 19,60 euro) di Allan Folsom.Unastoriachenelraccon- tare le nuove vicende di Nicholas Marten, expoliziottodiLosAnge- les già protagonista di “L’esule” e “LaregoladiMachiavelli”, tuttidi- sponibiliinedizioneTea,haalcen- troilbenepiùpreziosoepiùconte- so del nostro tempo, il petrolio. La scoperta di un nuovo giaci-


QUANDOLA STORIA È INMANOALL’INTRIGO


RIFKIN L’economista JeremyRifkin nel 2002 pubblica


un saggio in cui immagina come sarà lo scenario energetico nel prossimo futuro


mento di greggio nell’AfricaOcci- dentalesmuovepetrolieri,governi e avventurieri, incuranti della vita e del destino dell’area e degli abi- tanti.Folsomè convinto che il pe- trolio sia oggi lamigliore storia da raccontare: «Per ilmio personag- gio NicholasMarten avrei potuto scegliere l’Iraq o in Afghanistan come scenario, ma l’ho scartato deliberatamente.Negliultimidie- ci anni sene èparlatomolto, si so- nofattimoltifilm.Nonostantetut- toanchei leadernonhannoleidee chiare.Efrancamentecredochela questione del petrolio sia ancora più importante di queste guerre». Fra i personaggi del romanzo


CRICHTON Nel romanzo “Preda” l’autore racconta le conseguenze disastrose dell’impiego delle nuove nanotecnologie


GRISHAM In uno dei suoi romanzi più noti, “Il rapporto Pelican”, John Grishamdisegna una cospirazione per controllare riserve di energia


c’è un presidente preoccupato che le risorse petrolifere non cadanoincattivemani, cioèav- verse al suo paese. «Misembraun’ideadibuonsen-


so.Ilpetrolioèlanostraprincipale fonteenergetica.Èundatodi fatto chechihapiùpetroliohapiùpote- re.Perquestocredodisì,perlaloro sicurezzagliStatiUnitidevonoas- sicurarsi che l’energia sia disponi- bile per loro». Il suo presidente somiglia a


qualcunodegliinquiliniallaCa- saBiancanegliultimi anni? «Mettiamola così: se fosse stata


elettaHillary Clinton, ilmio per- sonaggiosarebbe stataunadonna. Ionehofattounafigurapragmati- ca, uno che cerca di risolvere pro- blemi. Lui eMarten, il protagoni- sta, sonoigoodguys, i “buoni”del- lastoria.Chehauntemaricorren- tecomeneglialtrimiei libri: l’usoe l’abuso del potere». Nel libro, lacompagniapetro-


liferaabusadelpotere,prontaa sacrificare tutti. Fra presiden- te,capodeiservizidisicurezza, dirigenti, non si salva nessuno. Corrisponde alla realtà? «Citerò Alfred Hitchcock.


Quando le do- mande si faceva- no troppo pres- santi, diceva: «È solo un film». Io ora le dico: è solo un romanzo. È il lettore che deve valutaresequeste vicende gli ricor- dano qualcosa di reale, farsi le sue opinioni». Perchè ha scelto la Guinea?


IL PETROLIERE Nel filmdel 2007 con DanielDay Lewis, dal romanzo diUptown Sinclair, l’avidità del protagonista èmeno immorale di ciò che tramano, ai primi del 900, le compagnie


ILCASOMATTEI Nel 1972Gianmaria Volonté interpreta EnricoMattei, presidente dell’Eni morto in un incidente aereo nel 1962. Si è sempre pensato che sia stato ucciso


SYRIANA Il filmdi Stephen Gagan, 2006, vede GeorgeClooney, nella foto, eMatt Damon coinvolti nei complotti per guidare la politica petrolifera araba


ILPETROLIO MISERVE EMELOTENGO


Il romanziere americano: «IlmioPaese deve proteggere a ogni costo le sue riserve di energia»


«L’hoimparatoquandoscrivevo GUERRE


«I leadernonhanno le idee chiarema


credo che il petrolio sia ancora la causa di tante guerre»


La nazione africana che vende all’esterotutteleproprierisor- se, fra perforazioni senza con- trolli e guerre è laNigeria. «Non ha torto. Faccio scoprire


unenormegiacimentodigreggioe mi sono documentatomoltissimo sulla zona.Ma ho preferito tener- mi lontano da un contatto troppo ravvicinato con la realtà». L’inizio del romanzo è fulmi-


nante.NicholasMartenè infu- ga, nel belmezzo di una foresta tropicale.


sceneggiature per la tv a entrare subito nel cuore dell’azione, con inizi molto spettacolari e dram- matici.Nellostessomodoicapitoli finiscono tutti con un taglio bru- sco.Il lettorealqualepensoèvelo- ce, lo vedo sempre come un’au- dience, un pubblico televisivo». Due personaggi, il frate che consegnaaMar- ten il materiale che è il motore della storia e lo scrittore pre- mioNobel, ven- gono assassina- ti. Di entrambi non spiega mol- to.Comemai? «Hosceltodiaf-


fidarmi alla colla- borazione del let- tore, che saprà


riempireiparticolarichemanca- no: perché dovrei dire tutto? In realtàavevoscrittolalorosto- ria,mapreferiscotenerealto il ritmo dell’azione». Hasceltoilpetrolioper- chéèunosfondoideale per un thriller, o per sostenereuna tesi? «Fra i motivi che


mi hanno spinto in questa impre- sa, il più importante è ilmio inte- resse per ilmondo deimercenari, delleagenziedeiservizidisicurez-


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LAPAURA INLIBRERIA


QUANDO LA COMPAGNIA CORROMPE IL POTERE E UCCIDE GLI UOMINI


“Il dossierHadrian” (Lon- ganesi, 458 pagine, 19,60 euro) è il nuovo romanzo diAllan Folsom, 60anni diBoston, autore di best seller catastrofici come “Il giorno dopo domani”, “La confessione”, “L’esu- le” e “La regola diMachia- velli”.Nel “DossierHa- drian” racconta lemano- vre di una compagnia pe- trolifera per sfruttare un ricco giacimento nell’Afri- caOccidentale


za.Ilbelloèchevengonoimpiegati solo in due casi: negli scenari di guerre o nel campo petrolifero». Lei ha detto: “il dossier Ha-


drianèstatoscrittopocoprima del terribile disastro petrolife- rodelGolfodelMessico.Questa tragedia fa della storia che ho raccontato un argomento di forte attualità”.Conferma? «L’ho già detto prima. Il proble-


ma del petrolio è perfino più im- portante delle guerre in cui siamo impegnati, noi americani, senza neanche più capire bene perché e di cosa siamo stanchi. Nelle sorti del petrolio è in


ballo il futuro». bia.sarasini@tiscali.it


©RIPRODUZIONE RISERVATA


GUARDAREL’ARTECONTEMPORANEA


ILCAOS ENTRA ALMUSEO


AVilla Croce “Il principio della narrazione”, mostra di Giuliano Galletta dove il pubblico costruisce una storia con materiali casuali


SIMONEREGAZZONI


PIANO TERRA delMuseo, prima sala:c’èunamuccainvetroresinaa grandezzanaturale,dipintaintera- mente di rosso.Con una casetta di legno appesa al collo, anch’essa rossa. L’impatto visivo è forte.Ma non è unamera provocazione, co- me il cavallo imbalsamato diMau- rizioCattelanaccompagnatodaun cartello recante la scritta INRI. Qui l’opera, che si intitola “Il


principio della narrazione”, dà il “la” alla mostra, parlandoci del rapporto critico, conflittuale, e al limitecatastrofico,franaturaecul- tura.Maèsolol’inizio.Poièuncre- scendo di opere – oggetti, installa- zioni, fotografie, video-proiezioni –adareformaaquellocheilsuoau- torehabattezzato“Ilmuseodelca- os. Ambienti oggetti immagini pa- role 1978-2010”. Non siamo alla TateModern di Londra, che in oc- casione di una mostra del maggio 2010ispiròallarivistaVogueiltito- lo“TotalChaos allaTateModern”. Siamo al Museo d’arte contem-


Ilprincipiodella narrazione, 2010


poranea di Villa Croce, a Genova, dove domani alle 11 e 30 si apre la mostra di Giuliano Galletta. Qual- chetempofa, inoccasionediundi- battitosulvaloredell’artecontem- poranea,dissichel’operadiGallet- taèmoltopiùinteressantediquel- la di Damien Hirst. Qualcuno pensò a una provocazione. Era, in verità,ungiudiziosincerosull’ope- ra di un artista che, assumendo e rielaborando l’eredità delle avan- guardie, lavora in modo originale nei margini del sistema dell’arte contemporanea. “Nell’arte con- temporanea non sei nessuno se non sei ancora stato brandizzato”, hascrittoDonaldThompson.Inal- treparole:nonvalinulla, artistica- mente, senonseiunmarchiosicu- roda vendere, a cifre folli, sulmer- cato dell’arte. L’opera di Galletta lavora proprio attorno all’essere- nessuno dell’artista, al contempo uno,nessuno,centomila,comefor- zaaltra,comevalorenon-monetiz- zabile e non-capitalizzabile in gra- do di sfidare le logichemercato. “È interessante


Asinistra, un’imma- gine scattatadopo ildisastrodellapiat- taformaBritishPe- troleumnelGolfo delMessico: l’ecosi- stemadell’area è compromesso


porre il problema dell’artista come soggetto: un colos- sale io, un io debor- dante.Eccoil tenta- tivo di creare un io molto più leggero, più flessibile, quasi inesistente” scrive Galletta. Non è un casose,per lelocan- dine della mostra, sia stata scelta un’operadel 1979in cui il volto dell’arti- sta viene annullato conunaXrossaain- dicare questapreci- sa strategia di sottrazione. Con la mostra di Villa Croce, curata da SandraSolimanoeMatteoFoches- sati, Genova rende omaggio a uno dei suoi artisti più originali che, da più di trent’anni, riflette critica- mentesulruolodell’artistaelosta- tuto dell’opera d’arte, attraverso un percorso originale che unisce raffinatolavorodiesplorazionedei linguaggi e forza comunicativa. Comel’inconscio,dacuiattinge,


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l’operadiGiulianoGallettanonco- nosce la contraddizione, e non ri- nuncia a niente. Soprattutto non rinuncia a rapportarsi al pubblico concui “attivamodalità di relazio-


Resti/1, fotodipinta, 1979


L’APERTURA ÈUNOSHOW


INAUGURAZIONE AL MATTINO CON BANDA E PUGILATO


Sarà una inaugurazio- ne anomala e caotica quella di domani alle 11 e 30almuseo diVilla Croce. L’artista ha in- fatti pensato un hap- pening che prevede unmatch di pugilato, una banda, giocolieri e una sala delmuseo tra- sformata in balera


ne e di scambio autentiche”, come ha ben evidenziato Viana Conti in uno dei saggi che compongono il volume/catalogo edito da “Il Can- neto”.AlfredBarr, ilprimoegenia- ledirettoredelMuseumofModern Art di New York, parlava del suo museonei terminidi “unlaborato- rio, ai cui esperimenti ilpubblico è invitato a partecipare”. Il museo delcaosdiGallettaèunlaboratorio cheinvitalospettatoreapartecipa- reall’opera.Questamostrapuòes- serepensata comeuna sortadipo- ema audio-visivo composto da di- verse stanze in cui l’artista archivia materiali eteroge- nei raccoltinel cor- so del tempo e che si richiamano l’un l’altrosecondoper- corsimultipli emai lineari.C’èunprin- cipio di narrazione latente in questo archivio caotico: ciascuno deve tro- vare il proprio filo da seguire, quasi il profilodiunordine nel caos. Come ha affermatoRiccardo Manzotti nel corso


di un dialogo con Galletta: “Cam- minarenelmuseodel caos èunpo’ come camminare dentro le stanze della mente di un soggetto in co- struzione, trailrealeel’immagina- rio”. Il viaggio all’interno del mu- seodelcaosèunviaggioall’interno di un autoritratto tridimensionale dell’artista in progress.Ma questo autoritratto, ci dice il suo autore, è un’autobiografia irreale, la costru- zione di un “io” che non coincide con l’uomo Galletta e che trova la sua nascita e il suo battesimo nel


museo/cattedrale diVillaCroce. simo.rega@libero.it ©RIPRODUZIONERISERVATA


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