xte / spettacoli MICHELEANSELMI
ALLAFINEci cascanotutti,anchei piùinarrivabili,speciequandoi loro filmfaticano al botteghino. L’Italia paga a peso d’oro le star hollywoo- diane se c’è da fare una pubblicità: un giorno di lavoro, la garanzia che lospotnonsivedràmainegliUsa,un modoperarrotondarela“paghetta” neimomenti dimagra.Ricorderete BillMurrayin“Lost inTranslation” di Sofia Coppola: finiva a Tokyo a promuovereunwhisky che gli face- va cordialmente schifo. La pregiata lista s’è appena arric-
chitadiunapresenzasorprendente: JuliaRoberts.Purelei, l’aristocrati- caMonnaLisadel cinema,ha cedu- to alle lusinghe del caffè Lavazza. Proprio oggi le tv cominciano a tra- smettere lo spot di 45 secondi del- l’agenziaArmandoTesta in cui l’at- trice - luminosa, sorridente e silen- ziosa - incarna al cospetto di Paolo BonoliseLucaLaurentiunanovella Venere botticelliana con tanto di conchiglia. In tutto poche ore di la- voro, il 5 novembre aCinecittà. Firma lo sketchUmberto Carte-
AVIDITÀDADIVI
ILSECOLOXIX DOMENICA
28NOVEMBRE2010
43 COME ERAVAMO
MASULTEVERE NEGLIANNI ’60 RECITAVANO
IGRANDIMITI GIULIANOGALLETTA
C’ERA UNA VOLTA Gregory Pe- ck che girava per Roma in Vespa con AudreyHepburn.Un atletico KirkDouglas nella parte diUlisse e la bellezza stellare di Liz Taylor prestata a Cleopatra. Hollywood sieratrasferitaaCinecittàelestar a Roma erano a casa loro, se la spassavano alla grande e contri- buivanoa costruirequelmitodel- la“DolceVita”cheFelliniavrebbe raccontato in tutti suoi amari ri- svolti inuncapolavorodellastoria del cinema. Oggi nè il cinema nè l’Italia sono più le stesse e non esistono più nemmeno le star. Gli attori
ni, registadella commedia gay-poli- tica “Diverso da chi?”. Racconta al Secolo XIX: «Un onore averla sul set. Puntuale, professionale, dispo-
nibile.Neancheuncapriccio.Certo, avrei preferito che nello spot parlasse,manon era previsto». Carteni non si nasconde dietro un dito: «So be- ne che lo fanno per soldi, però attenti allo sno- bismo nel giudi-
carli.Non parle-
DAOGGI
conBonolis eLaurenti perun cachet
L’attrice da capogiro
rei dimarchetta, è lavoro. Fa parte del gioco, per le star, partecipare a una campagna pubblicitaria. Prefe- ribilmente all’estero, perché in pa- triahannoun’immaginefortedadi- fendere».Proprio così. Naturalmente Julia Roberts è in
buona compagnia. Basta accendere
latv.JohnTravoltascherzainitalia- noconMichelleHunzikerperTele- com, Dustin Hoffman maltratta “L’Infinito” di Leopardi per la Re- gioneMarche,RichardGererisalele montagne del Tibet con la Lancia Delta, Uma Thurman cita Shake- speare guidando la Giulietta, Geor- ge Clooney e JohnMalkovich cian- ciano di capsule perNespresso,Til- daSwintonsfoglialamargheritaper Pomellato,ScarlettJohanssonsiro- tolatralelenzuolaperDolce&Gab- bana, e via reclamizzando. L’effetto, ogni tanto, è involonta-
riamente comico. Nell’aprile 2010, mentresuSkycinemaandavainon- da il dittico di Steven Soderbergh sullegestadi“Che”Guevara,voluto, interpretato e prodotto da Benicio Del Toro, ilmolto sexy e progressi- sta attore di origine portoricana compariva, a tutte le ore e in tutti i canali, nello spot di un gelato. Il NewMagnumGold, per l’esattezza. Probabilmente l’obamiano Del To- rononsapevacheAlgidaappartiene a una potentemultinazionale, l’an- glo-olandeseUnilever,ches’èdimo- strata lestanel licenziare aCagliari. Meglio lui, comunque, di Cloo-
GeorgeClooney nellospot Nespresso. Troppopiacione
John Travoltaper Telecom. Invecchiatoe tropposerio
Uma ThurmanperGiulietta AlfaRomeo. Impeccabile
BenicioDel ToroperAlgida. Ma non era un noglobal?
Scarlett Johanssonper Dolce ?
Gabbana.Perfetta
USA,L’ITALIA VALEUNOSPOT
JuliaRoberts da oggi nel videoLavazza.Le star diHollywood amano la nostra pubblicitàma in patria non lo fanno sapere
ney. L’antidivo engagé con la trage- dia del Darfur nel cuore considerò «irritante» la domanda di una gior- nalista allaMostradiVenezia2007. Guai a chiedergli se non fosse con- traddittorio l’atteggiamento di un attore che da un lato denuncia nei film il potere delle corporation e dall’altro gira spot per Nestlé, con- testatissima multinazionale. Offe- so, il bel George tagliò corto: «Non mi devo giustificare se ogni tanto faccio pubblicità per guadagnarmi da vivere».Guadagnarsi da vivere? Commenta Aldo Grasso, critico
televisivo del Corriere della Sera: «L’Italia, che è ilPaese della doppia morale,piacemoltoaidivistranieri. Vengono, girano uno spot in qual- che bella località, prendono un mucchio di soldi e impongono una clausola ferrea: “Quello spot non può essere proiettato negli Stati Uniti”.Così inpatria - salvorare ec- cezioni - fanno la figura dell’artista chenoncedeallelusinghedellapub- blicità. Nel frattempo però, grazie alla generosità delle ditte italiane, possono rimpinguare il conto in banca». Il risultato? «Vedere Julia Roberts in mezzo a Bonolis e Lau- renti è come vedereMaradona dia-
ALTORINOFILMFESTIVAL
MAILPUBBLICO APPLAUDE
LUCIEOMBRE DEGLIAGNELLI
Il documentario rinverdisce il mito
dell’Avvocato ma svela anche i lati più segreti raccontando le storie di Edoardo, suicida, e del fratello di Gianni, Pietro, morto in una clinica
JuliaRoberts,43 anni,Venerebotticelliana nellospotdiUmbertoCarteni
logare sul campo conPine Scagnel- lato(contuttoilrispettoperiduedi- fensoridelPadovadiNereoRocco). Però ci vorrebbe qualcuno, ancora interessatoalmitodivaJulia, che le spiegasse in chemani è finita. Non tutto ha un prezzo».Già. Nondimeno il fenomeno sembra
inarrestabile. Da noi cominciò, nel lontano 1982, Catherine Deneuve. C’eradalanciarelaLanciaDeltaLX. L’attrice parigina scendeva dalla
TORINO. Tutto esaurito per le proiezionideidueprimi filminpro- gramma alTorinoFilmFestiva che si è aperto venerdì a Torino. “The Infedel”,dell’ingleseJoshAppigna- nesi, èun’ironica e acida commedia allaBollywood su un pakistano, pa- dre di un giovane fondamentalista islamico, che scopre di essere figlio adottato diuna famiglia ebrea. “Las Marimbas” del infierno» del suda- mericanoJulioHernandezCordon, racconta invece la storia di un suo- natoredimarimbachehapersoil la- voro e cerca di sbarcare il lunario progettandodimetter suunabanda marimba rock con un suo amico ex metallaro satanista. Particolare cu- riosità, ovviamente, per il docu- mentariosullafamigliaAgnelli rac- contata attraverso gli “assenti” di casa, inprimoluogoil figliodell’Av-
berlinetta, si allontanava di spalle, poi voltandosi di colpo, sospirava: «Oui, je suis Catherine Deneuve». Come adire: sì,
sonoproprioio.Ne- gli anni a seguire sono arrivati in
tanti.PeterFalkper laCoop,Harri- son Ford per Lancia, Richard Gere perFerreroRocher,MarlonBrando per Telecom, Robert De Niro per Beghelli, Kevin Costner per Valle- verde, Brad Pitt per Damiani, Ca-
therineZeta-JonesperAlfa.Cachet
sempremoltogenerosi, siarrivaan- che2milionididollari;el’oceanodi mezzomette al riparo da figuracce. «Ho usato anch’io testimonial fa-
mosi, come Paul Newman o Sofia Loren, ma devono avere un senso, una coerenza con il prodotto» teo- rizza il pubblicitarioGavino Sanna. Il rischio, temuto dalle aziende, è che il testimonial finisca conl’oscu- rare ilmarchio.Qualchemilione in piùperlastarènulladi fronteall’in- vestimento generale. Ma lo spot funziona, dicono i guri, «se avviene untrasferimentodinotorietàepre- stigio dalla star al prodotto». Poi, certo, non sempre succede. Già nel 2001 l’esperto di comunicazione Salvatore Sagone ammoniva: «Un testimonial deve servire a costruire una marca nel tempo, com’è acca- duto conManfredi per il caffè.Non puòessereunmordiefuggi. Ildivoè unvirusinsitonellapubblicità.Ogni tanto esplode come l’influenza. Adesso c’è la febbrehollywoodiana. Passerà».Aquantoparenonèanda- ta così se dopo 13 anni di Paradiso Lavazza serve laRoberts per riscal-
dare la coppiaBonolis-Laurenti.
micheleanselmi@tiscali.it ©RIPRODUZIONERISERVATA
vocato, Edoardo,morto suicida nel 2000 a 46 anni. «Il pezzomancan- te»del registaGiovanniPiperno, ri- costruisce, inpocopiùdiun’oraeat- traverso una trentina di interviste ad amici, parenti e collaboratori, la storiadelladinastia.Dalla fabbrica- famiglia, con i suoi asili, sanatori e piscineperidipendenti, algirodivi- te diCesareRomiti. Tuttoperò consullo sfondodella
L’avvocaGiovanniAgnelli
vitadiEdoardo,ma anchediPietro, fratello di Gianni e Umberto che morìa35anniinunaclinicapsichia- tricasvizzera. Inprimopiano,natu- ralmente, ilmitodell’Avvocato: idi- scorsisullafabbrica,«oral’autopar- la italiano. Fino a oggi parlava solo piemontese»amavadire, egliepiso- di più stravaganti come quando a Portofino comprò un pinguino da un turista che lo portava al guinza-
sono diligenti professionisti pagati benis- simo a cui si addice il gos- sip tv e natu- ralmente lo spot. CosìGe- orge Clooney arriva nel- l’amata Italia per farsicade- re sulla testa un pianoforte in coppia con John Malko- vich, un San Pietro aman- te del caffè. E l’epopea della Hollywood sul Tevere di- venta soltan- to un oggetto damemorabi- lia, come nel libro di Steve Della Casa, edito da Electa o nel documenta- rio di Marco
Spagnol.Cosìnellefotoinbiancoe neroenelle sbiaditeimmaginidei cinegiornali vediamo scorrere i voltidegli straordinariprotagoni- stidi quell’epocad’oro, americani ma anche italiani, in grado di im- partire qualchelezionedicinema. Orson Welles poteva dialogare con Pier Paolo Pasolini, Vittorio De Sica incontrare Charlie Chaplin in un caffè,RobertoRos- sellini innamorasi di IngridBerg- man, AnnaMagnani recitare con Marlon Brando e Louis Arm- strongsuonareinunfilmdiMario Soldati. E ancora, citando a me- moria e dimenticandone tanti, passano sotto il cielo di Roma Stanlio&Ollio,AlfredHitchcock, Cary Grant, Peter Sellers, Hum- phrey Bogart, Henry Fonda. Non ricordoperòquantidiquesti siso-
KirkDouglas Liz Taylor CharltonHeston
no visti aCarosello.
galletta@ilsecoloxix.it ©RIPRODUZIONERISERVATA
glio. E ancora i suoi rapporti con il fratello Pietro, figura di cui per de- cenninonsièmaiparlato.«Lodete- stava» racconta un’ex fidanzata. Tangibile, nel film, l’amore di Tori- noperl’Avvocato.Unaffettochesiè sentitoancheinsalacontitolidi co- da salutati da un grande applauso. Protagonistadellagiornatadiog-
gi sarà invece “I due presidenti” del registaamericanoRichardLoncrai- ne, commedia politica con Dennis QuaideMichaelSheensulrapporto, umano e politico, fra Bill Clinton e
TonyBlair.Archiviate,almenoperil momento, le polemiche dell’ inau- gurazione ma l’assessore regionale allaCulturaMicheleCoppola, Pdl, ha ribaditocome sia statounerrore fareentratevenerdìlaprotestadegli studenti alTeatroRegio. G.G.
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