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2/2017


Dobbiamo dunque concludere che la cura pedagogica di Gesù verso le folle si interseca inscindibilmente con la pe- dagogia e la missione degli apostoli. Resta, tuttavia, una differenza di livelli, di linguaggio, di gradi, tra queste due realtà.


Gesù pedagogo delle folle L'attenzione di Gesù verso la gente si


manifesta immediatamente attraverso le opere prodigiose che egli opera. Ge- sù scaccia i demoni, guarisce il leb- broso, fa alzare il paralitico dal suo lettuccio. Gesù inizia ad educare le fol- le, venendo incontro ai loro bisogni, alle loro debolezze. Liberando dal ma- le. La sua pedagogia è basata sull'evi- denza delle cose, tanto che la reazione della gente è questa: «Non abbiamo mai veduto nulla di simile» (2,12). Anche per gli apostoli Gesù pone i mi- racoli, ma il testo appena citato di Mc 3,31-35 fa da spartiacque tra un prima e un dopo nella pedagogia vocaziona- le di Gesù. Da questo momento egli sarà un pedagogo dichiarato, visto che "sua madre e i suoi fratelli" sono colo- ro che "fanno la volontà di Dio". Ora


Gesù è dichiaratamente un pedagogo alternativo alla Legge. Vediamo di in- dividuare gli aspetti speciali della pe- dagogia che Gesù usa verso gli apostoli.


L'insegnamento particolare per gli apostoli a. La spiegazione delle parabole: «(...) quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: A voi è stato confida- to il mistero del regno di Dio, a quelli di fuori, invece, tutto viene esposto in pa- rabole» (Mc 4,10-11 ). Gesù insegna ai Dodici e a quelli loro vicini una specia- le conoscenza delle cose, il "mistero" che c'è dentro la parabola. «In privato ai suoi discepoli spiegava ogni cosa» (Mc 4,34). b. L'impegno e la fatica della missione: Gesù dà una grande missione ai Dodici (cf Mc 6,7-13). Li invia due a due a scacciare demoni, operare guarigioni, ad insegnare a tutti quanto riguardava Gesù stesso. L'opera missionaria dei Dodici consta delle stesse cose che operava Gesù, il quale, a sua volta, in- segnava e compiva miracoli. Alla fine


della loro missione: «Gli apostoli si riu- nirono attorno a Gesù e gli riferirono tut- to quello che avevano fatto e insegnato» (Mc 6,30). c. La cura delle debolezze e dei senti- menti più umani: rientra nella pedagogia di Gesù il suo stile gentile ed affettuoso, comprensivo e vicino all'intima umani- tà dei suoi apostoli. Non si scandalizza dei loro sentimenti di paura, anzi, va lo- ro incontro per poterli rassicurare: «Per- ché siete così paurosi? Non avete fede?» (Mc 4,40); «Coraggio, sono io non temete» (Mc 6,50); con estrema dolcezza Gesù si avvede e si preoccupa per la stanchezza che essi possono ave- re, dopo la missione e, come una ma- dre, li invita dicendo: «Venite in disparte e riposatevi un po'» (6,31). Gesù si pre- occupa della stanchezza dei suoi, della loro fragilità e si riposa con loro in un luogo solitario. Gesù mostra, infine, mi- tezza e pazienza nell'aspettare che i Do- dici comprendano ciò che lui sta compiendo nella sua vita pubblica. Con umiltà e trepidazione li interroga: «Non capite ancora?» (Mc 8,21). (continua) * Relazione al Convegno dei Giuseppini a San Giuseppe Vesuviano


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La Santa Crociata in onore di San Giuseppe


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