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La Santa Crociata in onore di San Giuseppe


tolici messicani non si rassegnarono: per iniziativa di alcuni laici, sorse la Lega in Difesa della Libertà Religiosa, i cui mem- bri, pur deplorando la guerra, decisero d’im- bracciare le armi per scendere sullo stes- so campo di chi voleva limitare la loro li- bertà. Al grido di «Viva Cristo Re», per cui furono dispregiativamente chiamati “cri- storreyeros” e più tardi “cristeros”, que- sti combattenti moltiplicarono i loro in- terventi specialmente negli Stati del Mes- sico centrale. Anche Macario e Miguel, i suoi due fra- telli maggiori, erano entrati nel movimento e anche lui desiderava seguirli, impedito comprensibilmente dai genitori a causa del- la sua giovane età. “Mamma, non è mai stato così facile come adesso di andare in paradiso” controbatteva, così che alla fine ottenne la benedizione paterna. Pregando sulla tomba dell’avvocato mar- tire Anacleto González Flores, ora beato an- che lui, che aveva dovuto accettare l’in- tervento armato, ma era stato arrestato e torturato a morte, chiese la grazia del mar- tirio. E il momento arrivò presto. Nell’estate del 1927 riuscì ad unirsi ai «cristeros» insieme ad un altro amico, adolescente come lui, svolgendo compiti che non comportava- no la partecipazione alla lotta attiva. Il suo compito era quello di attendente alle truppe, ma in seguito, grazie alla sua di- sciplina, alla sua religiosità e alla sua de- dizione alla causa, divenne trombettista e portabandiera. Per proteggere la sua fa- miglia, chiese di farsi chiamare José Luis. Nella battaglia di Cotija, il 6 febbraio 1928, il cavallo del generale Guízar Morfín ven- ne ferito a morte. José gli offrì la propria cavalcatura dicendo: «La vostra vita è più utile della mia», diventando così facile pre- da da parte dell’esercito federale, che lo cat- turò insieme a Làzaro, un giovanissimo in- dio. Nella prigione scrisse alla madre: «Mia cara mamma, sono stato fatto prigioniero in combattimento oggi. Credo di stare per mo- rire, ma non importa, mamma. Rassegnati alla volontà di Dio. Io muoio molto con- tento, perché muoio in prima linea, a fian-


co di Nostro Signore. Non affliggerti per la mia morte: di’ agli altri miei fratelli che seguano l’esempio del più piccolo e tu fa’ la volontà di Dio. Abbi coraggio e mandami la tua benedizione insieme a quella di mio padre. Salutami tutti per l’ultima volta e tu ricevi per ultimo il cuore di tuo figlio che ti vuole tanto bene e che desiderava vederti prima di morire». Il capo politico, quel suo padrino di pri- ma comunione, lo blandì con numerose proposte lusinghiere, che egli rifiutò con fermezza. Venne perfino chiesto alla famiglia un riscatto per la sua liberazione, nono- stante egli avesse detto ai genitori di non pagare, perché “la sua fede non era in ven- dita”. Il riscatto fu pagato ma, nonostan- te egli fosse stato messo a morte, non ven- ne più restituito alla famiglia. In carcere trascorreva il suo tempo pre-


gando il Rosario e cantando e tramite una finestrella poteva comunicare con l’ester- no, così che poche ore prima di morire riu- scì a fare arrivare a una sua zia una lette- ra in cui comunicava che probabilmente di lì a poco sarebbe stato ucciso e chie- deva di fargli portare la comunione, che in effetti ricevette verso le otto di sera, con le ostie nascoste tra il cibo che gli fu dato. A notte inoltrata, i soldati gli spezzarono i denti col calcio di un fucile, gli spellarono le piante dei piedi con chiodi acuminati, fino a farli sanguinare, e lo costrinsero a vedere impiccato un giovane indio, catturato con lui, anche se poi costui riuscì a so- pravvivere. Poi lo spinsero, scalzo, per le strade della città verso il cimitero muni- cipale. Tra le lacrime e le preghiere con- tinuava a inneggiare: “Viva Cristo Re e San- ta Maria di Guadalupe”. E la stessa invo- cazione ripeteva, sul ciglio della fossa, con un filo di voce mentre cadde sotto le pu- gnalate inferte per ordine del capo della guarnigione, che non voleva che si sen- tissero gli spari di armi da fuoco, dato che c’era il coprifuoco. “Ci vedremo in para- diso” fu il messaggio che lasciò rispon- dendo al capo che cinicamente gli chie- se cosa volesse lasciare detto al padre. Un colpo di pistola sparato alla testa coronò il martirio.


2/2017


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