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La Santa Crociata in onore di San Giuseppe


CALENDARIO Febbraio


«Febbraio finì la scorta e fece bruciare la tavola e la porta»


Febbraio per quanto sia il mese più corto dell’anno sembra in- terminabile per il gelo che attanaglia la campagna, per il fred- do che è penetrato nelle case, per la penuria di cibo: le riserve alimentari cominciano a scarseggiare e i nuovi raccolti sono ancora lontani. Così raccontano i proverbi. Ma febbraio è anche il mese in cui la natura comincia a uscire dal letargo inverna- le, il grano mette le radici e forse negli ultimi giorni uno spraz- zo di tepore indica vicina la fine del lungo inverno. Campagna. I prati iniziano a risvegliarsi richiedendo attenzio- ni: nelle aree infestate dal muschio, si distribuisce una solu- zione di solfato di ferro e/o solfato ferroso; si arieggiano le superfici erbose e si eseguono le concimazioni. Dove neces- sario si fa la trasemina. Fruttetto e vigneto. Si effettua il riordino e la pulizia e si prepa- ra il terreno per gli impianti primaverili. Hanno inizio le pota- ture delle pomacee e dei fruttiferi in genere. Si prelevano le marze di un anno dalle drupacee per gli innesti. Si eseguono di- serbi e concimazioni organiche. Orto. Ci si dedica alla lavorazione del terreno e alla concima- zione di base. Si rincalza il pisello seminato in autunno e si fa pregermogliare la patata destinata alla semina. Si prepara il ter- reno per l’asparagiaia. Si semina, in semenzaio in coltura pro- tetta: lattuga e cappuccio primaverile, sedano, agretto, bietola da orto, carota, pisello, prezzemolo, ravanello, rucola; a dimo- ra all’aperto: bietola da coste, cipolla bianca e colorata, lattuga e radicchio da taglio, spinacio, valerianella; in semenzaio ri- scaldato: basilico, sedano, melanzana, peperone, pomodoro; in vasetti riscaldati: anguria, cetriolo, melone, zucchina. Giardino. Si potano siepi, rosai e piccoli alberi a fioritura in- vernale. È il momento di piantare alberi e arbusti, in particola- re clematide e altri rampicanti, forsizia e rosa, e rampicanti come convolvolo e pisello odoroso. A metà mese si dividono i cespi delle erbacee perenni, come campanule, echinacee, astri ecc., per ottenere nuove piante in semenzaio riscaldato si se- minano: begonia, bocca di leone, garofano, petunia, portulaca, salvia ornamentale.


1/2017


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C'era una volta una conchiglia. Se ne stava in fondo al mare cullata dalle onde, sfiorata dal passaggio sinuoso di pesci colorati e cavallucci marini fino a quando una tempesta giunse fino a lei sconvolgendole la vita. La violenza delle onde la capovolse più e più volte facendola girare, rotolare, urtare, trasportandola lontano fino a che, ammaccata e dolorante, si fermò. Stava cercando di capire dov'era finita quando, improvvisa, una fitta lancinante la trapassò. Che stava succedendo ancora? Ah... ecco! Attraverso le valve, nello stravolgimento di prima, era riuscito a intrufolarsi un sassolino che, pur piccolo, aveva contorni spigolosi e appuntiti. Sulla carne viva faceva proprio male... La conchiglia provò a muoversi e a "sputarlo" fuori, ma senza risultato. Tentò e ritentò anche nei giorni seguenti. Il dolore non passava. Pianse, e pian piano le sue lacrime ricoprirono il sassolino. Strano, il dolore iniziava ad attenuarsi. Cercò ancora di eliminarlo ma ormai faceva parte di lei. Tra le maglie della rete, assieme ai pesci, un pescatore vide una conchiglia. La aprì e, meraviglia, si trovò tra le mani ruvide e callose una perla bellissima, rilucente. La girò e rigirò: perfetta! I pescatori sanno che ogni perla ha una storia da raccontare e... l'accostò all'orecchio. Ascoltando, ripensò alla sua vita. Quante tempeste aveva attraversato, quante solitudini, quanto dolore e rabbia e ribellione... Quante lacrime si erano mescolate alle gocce del mare! Ma proprio quelle lacrime erano riuscite a compiere il miracolo anche dentro di lui. Una perla frutto del dolore, della rinuncia, della pazienza, di quel "sassolino" che ti entra dentro e non riesci più a buttar fuori; una perla capace di donare luce a chi si avvicina... Il pescatore guardò quel miracolo racchiuso nella mano, guardò la sua luce, alzò il viso al cielo terso e, limpido, sorrise.


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