per la diversità dei fusi orari, «anche quando da noi è notte e le chiese sono buie e silenziose, in altri luoghi vi è chi offre la Vit- tima santa».
La tradizione della Chiesa
I libri liturgici del tempo offrivano un formulario di Messa per gli agonizzanti: «Missa votiva pro uno vel pluribus infirmis morti proximis», ma si desiderava un riferimento maggiormente espli- cito al patrocinio di san Giuseppe. Un padre Marista, missio- nario in Oceania, aveva composto un saggio di Messa, che, in un’udienza privata, era stato presentato a Benedetto XV dal Di- rettore della Pia Unione del Transito. Il Papa aveva trasmesso il testo alla Sacra Congregazione dei Riti. Questa però non l’aveva approvata, ma aveva modificato le orazioni della messa prece- dente. Ora nel messale del rito romano come in quello ambro- siano c’è un rituale della messa per i “morenti”.
Attualità della Messa perenne
Oggi, purtroppo, si sta perdendo l’abitudine di chiamare il prete ad assistere i morenti negli ultimi momenti. È la frazione di tem- po più importante dell’esistenza: è un nuovo parto. In quel momento non si cancella la vita, ma il dono dell’esisten- za terrena entra in una nuova dimensione. I sacerdoti con la san- ta Messa, ma anche i laici non solo possono pregare ma diventare tutti missionari della carità che portano soccorso sicuro nel momento più serio e decisivo della vita umana e fare sì che dove non arriva l’opera del sacerdote supplisca la Misericordia di Dio sollecitata dalla nostra solidale preghiera. Ed ecco il grande progetto della santa «Messa perenne»: «co-
Lettura “riservata” ai sacerdoti Una scialuppa di salvataggio
l’esistenza terrena che il libro di Giobbe chiama «il re della paura» (Gb 18, 14). La morte è la radice di tutte le paure. Gesù le ha attraversate tutte per seminarle di coraggio e di speranza. La pietra di paragone è l’agonia nel Getsemani. In quella circo- stanza drammatica a Gesù «gli appare un angelo dal cielo per confortarlo». Il sacerdote con la partecipazione alla catena del- la «Messa perenne» si fa angelo di consolazione e di forza per aiutare a traghettare verso l’eternità. I sacerdoti che desiderano aderire a questo perenne aiuto ai morenti possono dare la loro disponibilità alla Pia Unione 06 39737681, 06 39740055, e-mail
santa.crociata@
guanelliani.it, per saldare gli anelli della catena risponderemo fissando il gior- no nell’arco dell’anno in cui celebrare la messa per i morenti. È plausibile che almeno al mercoledì, giorno dedicato a san Giuseppe, patrono dei morenti, nella preghiera dei fedeli si possa aggiungere anche un’intenzione per gli ammalati gravi e per i morenti.
N Nota bene: anche i nostri Associati laici possono suggerire ai loro sacerdoti l’iniziativa della Messa Perenne. 15
ello scritto della «Messa perenne» è stato sottolineato il grande atto di amore verso le persone che attraversano la valle buia dell’agonia e l’aiuto che la nostra preghiera può dare ai nostri fratelli e sorelle che vivono questo momento finale del-
me la terra ininterrottamente presenta i suoi meridiani al sole, così un sacerdote, ad ogni momento, presenta l’immenso valo- re del Divin Sacrificio al Padre, accompagnato dalla supplica a san Giuseppe di milioni di fedeli». San Massimiliano Kolbe non solo era iscritto alla “Messa pe- renne”, ma invitava i sacerdoti ad iscriversi. Dio a dato a padre Kolbe, martire della carità, il compito concreto di donare la sua vita e accompagnare nel campo di concentramento di Auschwitz i suoi nove compagni condannati a morire di stenti. Padre Kol- be ha così “concelebrato” con Gesù l’estremo sacrificio della sua esistenza. Gli eroi hanno sempre delle intuizioni profetiche; per questo dob- biamo pregare che queste intuizioni di solidarietà per chi tocca il fondo della povertà umana possano avere una risposta gene- rosa.
2/2017
La Santa Crociata in onore di San Giuseppe
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