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La Santa Crociata in onore di San Giuseppe


preghiera nella quale viene affidata a Gesù il Redentore la sal- vezza delle anime che lasciano alle spalle la terra e bussano al- la porta dell’eternità.


Il ruolo di san Giuseppe al servizio delle anime


2/2017


ce incoraggiare la lodevole iniziativa e favorire il pio divisamen- to andando innanzi con l’esempio ed accettando di celebrare Noi stessi, a questo caritatevole scopo, il santo Sacrificio della Mes- sa; e ciò faremo il primo giorno di ciascun mese, ovvero il se- condo, quando il primo sia giorno festivo». E si spingeva oltre, stimolato dalle innumerevoli morti che la strage della guerra ope- rava soprattutto nei campi di battaglia, concedendo «a quei pii Sacerdoti che annualmente applicheranno qualche Santa Mes- sa per i poveri morenti» alcune facoltà per indulgenze Aposto- liche e l’indulgenza plenaria in alcune festività liturgiche e nel giorno anniversario della loro Ordinazione sacerdotale. In una recente intervista trasmessa da Tv2000 papa Francesco


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citando santa Teresa di Lisieux ha raccomandato di pregare per i morenti e diceva: «I Santi sono stati tentati fino all’ultimo mo- mento. santa Teresa del Gesù Bambino diceva proprio che si de- ve pregare tanto per i moribondi perché il diavolo scatena una tempesta di tentazioni, in quel momento. E anche a lei, santa Te- resa, è stata tentata di sfiducia, di mancanza di fede. Con l’ani- ma arida come una pietra … Ma è riuscita ad affidarsi al Signore, senza sentire niente, trovare sollievo contro questa aridità e co- sì ha vinto la tentazione. E diceva santa Teresa che per questo è importante pregare per i moribondi. “La vita dell’uomo sulla ter- ra è una battaglia”, lo dice il libro della Sapienza. La nostra vita è una lotta continua per vincere le tentazioni che sempre ci ac- compagneranno». La battaglia si acuisce soprattutto alla fine, quando la nostra uma- nità si trova disarmata, la persona con il bagaglio delle sua sto- ria è inghiottita dall’estrema e solitaria povertà e ha, quindi, bisogno di un aiuto spirituale per non abbandonarsi nelle mani del Male. La «Messa perenne» è questa speciale e formidabile catena di


L’abside della nostra basilica riproduce il mosaico del Transito di san Giuseppe in un atteggiamento sereno che alza gli occhi al Cielo, circondato da Gesù e da Maria, stringendo la sua mano destra in quella del Figlio. La Chiesa, divinamente ispirata, con premura di madre, ha pensato di costituirlo protettore dei suoi fi- gli in questo momento culminante della vita, dal quale dipende tutta la nostra eternità. E si sa, anche per l’esperienza di tanti santi, come Satana in quegli istanti decisivi sferri i suoi ultimi at- tacchi per impedire la felicità eterna. San Giuseppe, amico del Sacro Cuore di Gesù, e padre e cu- stode anche delle anime dei morenti, ne veglia l’agonia e ne di- legua gli sconforti e i timori, svelando loro in alto i Cieli aperti e pronunciando con autorità rassicurante l’invito: « Su coraggio salite al Cielo!». Il Catechismo della Chiesa Cattolica così sintetizza: «La Chiesa ci incoraggia a prepararci all'ora della nostra morte invocando con le antiche Litanie dei santi di liberarci dalla morte improvvisa e a chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi “nell'ora della no- stra morte” e così anche nella recita dell’”Ave Maria” e ad affidar- ci a san Giuseppe, patrono della buona morte» (CCC, 1014).


Nel cuore della Prima Guerra mondiale davanti a tanti lutti e la- crime per la morte di giovani al fronte, «La santa Crociata in ono- re di san Giuseppe» invitava i sacerdoti ad iscriversi nell’elenco di questa catena di misericordia in modo che si potesse com- pletare il giro delle lancette dell’orologio con una perenne invo- cazione di aiuto dal cielo per i morenti. Ma c’era di più, la Direzione della Primaria Pia Unione del Tran- sito esprimeva il desiderio di giungere ad avere un numero di ce- lebrazioni, che permettesse di coprire tutto l’arco delle ore dell’intero anno. Scriveva, infatti, don Cesare Pedrini, primo di- rettore della nostra rivista: «Si affretti il giorno sospirato in cui ad ogni mezz’ora, sia di giorno che di notte, un sacerdote deponga nelle mani di san Giuseppe il prezzo infinito della Redenzione unitamente alle preghiere di milioni di fedeli per la salute eterna dei morenti fratelli». Un desiderio che, come appare scorrendo i vari numeri mensili del periodico, si è progressivamente rea- lizzato e che oggi è abbondantemente soddisfatto. In quella stagione dell’«inutile strage», come aveva chiamato il


conflitto il papa Benedetto XV, monsignor Menicatti, Vicario Apo- stolico in Cina, scriveva alla nostra rivista: «L’idea di una santa Messa per moribondi ogni giorno, anzi ogni ora, è qualche co- sa di divino… San Giuseppe deve esaudirla fra poco tempo!». In questa iniziativa spiccava l’impegno dei gesuiti che nelle lo- ro missioni in ogni parte del mondo la diffondevano, così che,


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