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La Santa Crociata in onore di San Giuseppe


ANNIVERSARIO BACCIARINI


di Eugenio Corecco


Una persona di casa da poter imitare


Il vescovo Eugenio Corecco, vescovo di Lugano, 25 anni fa ha commemorato l’ordinazio- ne episcopale del venerabile Aurelio Bacciarini nella parrocchia di Lavertezzo dove Aurelio era nato ed è stato battezzato il 9 novembre 1873 il giorno dopo al sua nascita. Durante la Messa mons. Corecco ha sviluppato la sua commemorazione insistendo sull’importanza del sacramento del Battesimo, porta di ingresso nella vita stessa di Dio e vincolo di perenne co- munione.


battesimo. Il battesimo è uno solo. Nel Credo professiamo: “Credo in un solo battesimo»”. Non ci sono tanti battesimi. […] C’è un unico battesimo che tutti riceviamo, perché di- ce San Paolo: «c’è un solo battesimo, un solo pane, l’Euca- restia, e un solo Signore». […] Io sento che mons. Bacciarini è presente. È presente come vescovo, come pa- store nostro, perché ha aiutato i nostri genitori. Tutto indica nella sua vita una persona che è andata in profondità nel suo rapporto col Signore. La santità è semplice: è avere un rap- porto vero con il Signore. Penso che Bacciarini sia stato il vescovo più determinante per la nostra diocesi. Ha creato le strutture fondamentali che non hanno perso assolutamente di attualità: l’Organizzazio- ne sindacale cristiano-sociale, «Il Giornale del Popolo», l’Azione cattolica e tante altre opere. Ha dato alla diocesi tre strumenti che tante altre diocesi an- cora non hanno: l’avere un giornale quotidiano è un fatto ra- rissimo in tutto il mondo per una diocesi; avere un’organizzazione sindacale cristiana e aver fatto un’espe- rienza di Azione cattolica come quella che abbiamo noi è davvero un grande dono di Dio. Cosa direbbe mons. Bacciarini se ci potesse parlare adesso? Tante cose che ha già detto allora. Soprattutto ci raccomanderebbe, di frequentare la catechesi. Se mons. Bacciarini sentiva lui l’urgenza, la necessità di dire a tut- ti i fratelli e sorelle nel Signore, a tutti i suoi fedeli che la catechesi era un obbligo, forse l’obbligo principale per i cristiani di allora, vi rendete conto come lo devo dire io a voi, con quale forza, con quale insistenza e con quale convinzione oggi che la cultura moderna nella quale vi- viamo ci ha minato i fondamenti della fede, perché ci ha fatto pensare che la fede è contraria alla ragione. Ci ha detto che non è vero che Dio può parlare, che non è ve- ro che l’uomo può conoscere veramente Dio, che la Sa- cra Scrittura e la Bibbia non raccontano fatti storici, che Gesù Cristo non era figlio di Dio.


A


urelio, «battezzato in questa chiesa ed è presente in que- sta chiesa, è in mezzo a noi, perché siamo uniti a lui nel


La cultura moderna ci ha resi tutti dubbiosi sulle verità del- la nostra fede ed è per questo che oggi la catechesi è dieci volte più importante di quanto non lo sia stata per i nostri genitori. Il mio voto ardentissimo è che questo amore all’istruzione religiosa, così caro e prezioso agli occhi di mons. Bacciari- ni e così degno di un popolo cristiano, possa riaccendersi vi- vo e forte ed inculcare nei figli gli esempi dei padri. Io spero che questo sentimento cristiano, che il popolo nostro ha sempre conservato malgrado le procelle che ne hanno tur- bato la vita, si ravvivi, e si riaccenda forte il desiderio della catechesi. Spero, diocesani carissimi, nella docilità vostra, ché questa mia parola sia tutta intesa a farvi comprendere la necessità assoluta dell’istruzione religiosa. Noi sappiamo tante cose, più di quanto sapevano i nostri genitori, i nostri avi, ma in compenso siamo fragili nella no- stra fede. Siamo fragili nella nostra fede perché abbiamo dentro di noi il dubbio che serpeggia. Ci crediamo moderni, per cui pen- siamo che certe cose, certe affermazioni del nostro «Cre- do», non possono essere vere. È per questo che dobbiamo riaccostarci alla catechesi per ritrovarci assieme, per aiutar- ci a capire la verità profonda della nostra fede. Oggi l’elemento più importante, che dobbiamo ricordare pensando a mons. Bacciarini, è quello della necessità della formazione religiosa per gli adulti. Non potete perdere la fe- de perché non avete il prete. Dovete salvare la vostra fede perché il fatto di salvare la fede è compito di ciascuno di voi. Tocca a voi risvegliarvi, riaccendere forte il desiderio della fe- de, come diceva mons. Bacciarini. Speriamo di poter, qui a Lavertezzo, fare memoria di questo pastore che è vostro e di tutti: la Chiesa veglia per poter di- chiarare che egli è una persona da imitare per le sue virtù. Questo può avvenire; dobbiamo pregare perché ciò avven- ga. Dobbiamo sentirlo così presente in mezzo a noi per far vedere agli altri e manifestare quello che egli è stato ed è per noi e domandare al Signore di farci capire come dobbiamo accoglierlo di più nelle nostre comunità.


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