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ILSECOLOXIX DOMENICA 29AGOSTO2010
LE LETTERE Fiat/1Epifani
deve spiegare AllapropostadiMarchionnedi ri- durre la conflittualità sindacale, Epifani risponde: “parliamone”.A parte il fatto che sono 50anni che siparladella conflittualità sinda- cale senza approdare anulla,di cosa vorrebbeparlareEpifani, dell’assenteismo che al sudd’Ita- lia tocca il 10%contro il 5%al norde il2%del restodell’Europa? Oppure vorrebbe spiegare,non solo aMarchionne,ma a tutti, perchéuncontratto firmatodagli operaiUsa,per gli operai italiani costituisceuna violazionedidi- ritti?Eancora, chiarire le ragioni del susseguirsidi scioperipolitici? Oppure spiegareperché,quello che vabene gli altri sindacati ita- lianinonvabene allaCgil? Infine vorrebbe spiegareperchébloc- careuna linea, e impedire a chi vuole lavoraredipoterlo fare,non è sabotaggio,maundiritto che può essere esercitatodapochi fa- cinorosi? Sonomolte le cosedi cui parlare,mapoi sidovrà arrivare a una conclusione, altrimenti l’Ita- lia resterà il fanalinodi coda dell’occidente, enonsaranno scioperi e cortei aportare il la- voro. FRANCESCOBARALE E-MAIL
Fiat/2Ogni colpa
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LADOMENICA
epiùrestrittivo testounico sulla sicurezzadel lavoro invigoredal maggio2008 cheprevededegli adempimenti indispensabiliper il datoredi lavoro, inItalia i lavora- tori continuano amorirequasi a ritmoquotidiano.Capisco che il ministroquandoparla così (enon c’è smentita che tenga)pensa ad unadattamentodelle condizioni e sicurezza sul lavoro agli standard cinesi. Iopotrei anche esseredi- sposto a giustificarlo,qualora l’adempimentodelle sue funzioni loportasse a rischiare la vitado- vendo frequentare,per esempio, minieredi carbone (vediCile) o impalcature alte 30metri.Per sua fortuna, invece, l’unicopericolo alla sua incolumità èquellodi chiudersiunditonel cassetto della famosa scrivaniadiQuintino Sellanel suoufficio alministero e quindi abbiaunpo’piùdi rispetto per chi la vita la rischia sul serio. GIANCARLOMERLO E-MAIL
Tremonti/2
COM’ÈPOVERAL’ITALIA VISTADAWOLFSBURG
dallaprimapagina QuestolovolleAdolfHitler,eda-
re un’occhiata alla città e alla fab- bricaaiutaa capirecomeglièstato possibile ottenere un consenso di massa. Wolfsburg è una bella città, pro-
suglioperai Purnellapiena consapevolezza che la situazione economica -non solo italianama globale - richieda una visioned’insiemepiùampia possibile e vengano scongiurati determinati comportamenti egoi- stici,pernondire settari,daparte dideterminate categoriedi lavo- ratori,questo,nonvuol certodire che la classepadronale, approfit- tandodella situazione contin- gente,possa tranquillamente ri- tornare ai tempibui,pre-sinda- cali.Dicoquestoperchého sen- tito ildiscorso fattoda Marchionne che, giunto al sunto di tutto il ragionamento,ha rite- nuto congruo concludere addos- sando la colpa agli operai se lano- stra competitività e immaginedi Paesenelmondononèbuona.Eh no,nonsono assolutamented’ac- cordo!Nonsono certo tre sfigati operai a rappresentareunintero Paesenelmondo,ma è la suapoli- tica, gliuomini che la rappresen- tano.Che cosa fanno costoroper rilanciare l’economiadelPaese Italia?Ètroppo facile scaricare sempre le colpe sull’ultimo anello della catena. RENZOTASSARA E-MAIL
Tremonti/1
Lodica ai familiari IlministroTremonti sideve es- sere reso contodi averla fattadav- vero grossaquandohadetto: «Robe come la626sonounlusso chenonpossiamopermetterci». Infattipoche oredopo il suopor- tavoceEmanuelaBravihapar- zialmente rettificato leparoledel ministro sulla legge626e sulle re- gole eccessive. Inuncomunicato stampaTremontiminimizza, giu- dicando lapolemica che si è scate- nata “eccessiva”, io invece giudico le sueparolediuna gravità inau- dita.Parole giuntenello stesso giorno incui sonomortidue ope- rai,uno folgorato a Salerno,uno per aver respirato vapori inuna cisterna a SanFerdinandodiPu- glia.Perché ilministrononlo va a dire alle famigliediquesti operai che la leggeper la sicurezza sul la- voro èunlusso chenonpossiamo permetterci?Eanche alle famiglie degli operai chemorirannodo- mani eneiprossimi giorni?Per- chéquesta èdiventatauna strage quotidiana, casomaiTremonti nonsene fosse accorto,perché in molte aziendenonvengono ri- spettateneanche leminime normedi sicurezza sul lavoro. MARCOBAZZONI E-MAIL
Cina, se il traffico
gettata secondo i principi della CartadiAtene;èriccadiverde,fun- zionale, i suoi quartieri operai for- mati da villette a schiera, separati daparchiecollegaticonampiviali. La fabbrica stessa, che è pratica- mentealsuocentro,èstataamplia- ta nel corso del tempo sempre con grandeattenzioneanoninvadereil tessuto urbano, è servita da canali navigabili su cui viaggiano i suoi prodotti senza intralciare strade e ferrovie, e, a vederla, èpersinobel- la, così da non trovarla affatto di- sdicevole, ricca di strutture in le- gno e in vetro, con le vicine archi- tetturedelmuseodell’Autostadt,e quelle del Phaeno, il più grande museo scientifico dellaGermania. Questimusei, come quello di ar-
tecontemporaneaemoltialtriser- vizidellacittàsonostati largamen- tepagatidallafabbrica,comedovu- toriconoscimentoversola comunità.Del resto la figura giuridica della Volkswagen non èmai stata quella di impresa a scopo di lucro ma di Fondazionepubblica, edè rimasta talepratica- mente fino a un decennio fa, quando è nato il gruppo Vw, proprietario anche di Audi, Seat, SkodaemezzaPorsche, ilpiùgrandeprodutto- re europeo di automobili. Il venti per cento di quel ben diDio è tuttora di proprietà della co- munità. Ecco, seguardoTorinodaWolfsburg, ilquar-
Un’automobileVolkswagen in allestimentoaWolfsburg
rà un granché,ma dove dopo le quattro del po- meriggionessunolavorapiù,esivaapasseggia- re sui viali, anuotarenei laghi, al cinema, a tea- tro,aberebirrasullungofiumeeagodersiDiego RibasdaCunha allostadio, transfuga,ma guar- da un po’, dalla Juventus. Che dispiacere che hanno di quello che succede in Italia, e poi di quello che è successo allaFiat,di quello che ac- cadrà. Certo,midicono,anchequiabbiamofattosa-
tieredelLingottodaunodei suoiquartieriope- rasi, la Fiat dalla Vw, il primo pensiero, racca- pricciante,chetivienedafareècheAdolfHitler ebbeperglioperai tedeschiunaconsiderazione che il senatore Giovanni Agnelli non si sognò neppure, né i politici del suo Paese, da Benito Mussolini inpoi,glichieserodiavere.EMelfi,e Pomiglianononlivedineppure,spinti laggiù, in fondo all’Europa. Eparlodiquestocongliamici.Chehannotut-
ti nostalgia dell’Italia, e dicono di tornare un giorno,comegiuranodi farlounavoltapertutte i loro padri, così come giuravano i loro nonni; ma, fatteleloroduesettimanedi ferie,senetor- nanoastarsenenelcuoredellaBassaSassoniaa casaloro,cheèWolfsburg,doveilclimanonsa-
crificiconlecrisidegliultimiventianni.Già,qui hanno inventato i contratti di solidarietà, han- no stretto accordi di ferro e lunghi epoche con l’azienda, e dunque con se stessi.Ma i loro sti- pendi rimangono ancora incomparabili con quellidei lorosfortunati fratelli italiani,elavita infabbricaenellacittà, imparagonabile.Hanno un po’ di nostalgia dei bei tempi di Kohl, del buonvecchioStatosociale a cuihannoattenta- toisocialdemocraticiprimaelaAngelaoggi.Ma hannopur sempre la lorosettimanadi ferie au- tunnale, l’asilo nido sotto casa, le tessere per tutti imuseiegalleriechevogliono, ilmedicodi famiglia che li chiamauna volta almeseper ac- certarsi che vada tutto bene; e tutto il resto che addolciscelenevicateinvernalielepioggeesti- ve, tanto che le due settimane in Italia si fanno
sempre più spesso una. E con ponderata considerazione per le di-
sgraziedeilorofratellioperaid’Italia,midicono che lorononhannocolpa,manemmenoce l’ha Marchionne. Che colpa ne ha, dicono, l’ameri- cano, se è costretto a cercare di far soldi con quellaroba?Quellarobasonolesueautomobili. Viste da chi fabbricaVw,Audi, Porsche, e viste dai lorocuginidiStoccardaeMonacochefanno MercedeseBmw,laSuperpunto,laMito,laMu- sa,conqueibellissiminomi,persinolafantasti- ca 500, sonosolo“quella roba”.Equella roba si faticherà sempredipiùa venderla, e a ricavarci anchesolounonestoprofitto,eundignitosola- voro. Questo vedendo le cose dalla piovosa fine
estate diWolfsburg, dalla città che gli italiani hanno costruito per fare più grande laGerma- nia,mentre i lorocolleghi tedeschi eranooccu- pati a costruire la Linea Sigfrido, dando inizio per ordine del Führer delReich agli eventi che porterannoalla seconda guerramondiale e alla disfatta.Anche l’Italia ha fatto la stessa strada, quella versoladisfatta, e a voltehol’impressio- ne che sia ancora lì.
MAURIZIOMAGGIANI (percommentare:SpazioMaggianinel
sitowww.ilsecoloxix.it)
Fare come ilCile? Mihanno stupito leparoledelmi- nistroTremonti sulle regole come la legge626,quella che trattadella salute edella sicurezzanei luoghi di lavoro: «Sonounlusso chenon possiamopermetterci; laUe e l’Italia sidevono adeguare al mondo».Guarda caso subitodopo è arrivata la smentitadel suopor- tavoce,maquesto ormai èungio- chetto che inostri governantinon si vergognanodipraticare rego- larmente.Comunque vorrei ri- cordargli che,nonostante ilnuovo
cresce all’italiana L’ingorgo spaventoso che si è ve- rificato inCinadovrebbe far ri- flettere sulmodellodi sviluppo chequelquasi continente sta in- traprendendo.Già ora ilnumero di targheper auto che vengono ri- lasciatedalle variemetropoli ci- nesi è strettamente contingentato per evitare il loro collasso.La cir- colazione stradale inquellaparte dellaCina è ora completamente paralizzata enonsiprevedeuna soluzioneprimadiunmese. Colpadei camionedel trasporto dellemerci sugomma, che inIta- lia rappresentaquasiunmonopo- lio a scapitodiquello surotaia e viamare. Se inItalianonsi verifi- cano ingorghi similidobbiamo dire grazie al fatto chenonsiamo così intanti, tuttaviaquestonon deve creare facili illusioni, ilmo- dellononèpernullada esportare. A.SCELLI E-MAIL
LASTORIA
CLAUDIA,MORTAPERAMORE AITEMPIDIFACEBOOK
dallaprimapagina Daunafiduciaassolutanelcuore,contrappo-
stoallaragione,perdefinizionearidaecalcola- trice. I nostri tempi sono più vuoti e disperati. Tutte le grandi passioni sembrano dimentica- te.Qualcosadisuperato.Sucuiridere,osogghi- gnare.Eppure per amore si continua amorire. Ce lodice ladrammatica vicendadella ragazza di Sanremo suicida in seguito alla recente scomparsa del fidanzato. Massimo Troisi, omonimo dell’attore grande e sfortunato, si è imbattutoneldestinopiùsfortunato,anchelui. Faceva una vita da dj.Nonla conosco, riesco
amalapenaaimmaginarla.Discoteche,musica da spaccare i timpani, amici, nottate.Econ lui una fidanzata,Claudia.Aun’età in cui oggi si è ancora ragazzi, 34 anni, si ammala di tumore e
lascia questomondo. Non è facile da digerire, per chi resta. Sembra l’ingiustizia suprema, quella che fa sembrare tutte le altre ingiustizie pallide e sopportabili. Massimomuoreamarzo.Claudia,atrent’an-
ni, comincia a vivere morendo. La sua storia d’amore è finita.Elei è stanca.Nonescedal la- birintodel lutto.Soltantoqualchedecenniofa, il conforto per Claudia poteva venire dalla fa- miglia, dalla chiesa,ma anche dallamilitanza politica, da un ideale da inseguire.Ma i nostri tempihannocancellatotutto.Siamonell’egoi- smoenellasolitudinepiùcompleta.Nonesiste piùuna comunità che aiuti, dia forza, sostenga neimomentipiùdifficilieduridellanostraesi- stenza.Osì, una comunità c’è, ed è quella elet- tronica, quella dei social network come Face-
Book. Èunacomunitàchesommalesolitudinisen-
za cancellarnenessuna.Chemette all’ammas- so innocenti esibizionismi e inconsapevoli di- sperazioni.Gliamici chehai suFaceBooksono finzioni, fantasmi,coniqualipuoiperdertisol- tantoinunchiacchiericcioperoccupareoredel tuo tempo senza troppo pensare. Nessuno di lorohaunamanodaporgerti,unabbracciorea- le da concederti. ClaudiahamessosullasuapaginadiFBisuoi
discorsi rivolti a Massimo oramai divenuto ombra. Ha messo lì il suo dolore, la sua stan- chezza di vivere, la sua impossibilità di uscire daunsensodivuotoincolmabile.Haannuncia- tolasuadecisionedimorireconunaimmagine agghiacciante, un occhio che lacrima sangue. Hainqualchemodospettacolarizzatolasuafi- ne.
Agghiacciante è anche l’idea che il mondo
virtuale possa far sembrare ormai la vita e la morte indifferenti. Ombre nel cyberspazio. Senza più vera terra. Senza più vero aldilà. GIUSEPPECONTE
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