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ILSECOLOXIX DOMENICA 29AGOSTO2010


il reportage


RICOSTRUZIONE DELL’ABRUZZO UNANNO E4MESI DOPO


ILSISMA AbitazionidelprogettoC.a.s.e. aPaganica. a circa 7 chilometridal capoluogo IL TENTATIVO DI RINASCITADOPOLA TRAGEDIA Fra le caratteristichedelle “casedei terremotati” ci sonoanche i laghetti artificiali


Levitesospese diBerlusconitown


Ilcalcio, ibarbecue, leferie.Elavogliadi tornareacasa ILVIAGGIO


dallaprimapagina


La famiglia DiNorcia, padre,ma- dre equattro figli, vive in98metri quadri nelle famose C.A.S.E. (acronimo di Complessi Antisi- smiciEcocompatibili e Sostenibi- li), edificate a tempo di record e inaugurate dal premier il 29 set- tembre scorso. Un miracolo di puntualitàper l’Italia,comericor- dauno striscione appeso aunbal- cone: «Almondoc’è solounuomo chefaimiracoli.ÈSilvioBerlusco- ni».Secondoidatiufficiali, si trat- tadi 185edifici seminati in19aree della conca aquilana, dove hanno trovato posto circa 4.500 famiglie peruntotaledioltre15milaperso- ne. A pocomeno di un anno dalla loro consegna, siamo andati a ve- dere come ci si vive. Per dormire “a casa di Berlu-


prie cose, lo capisci quando si rompelalavatrice.Comeieri.Qui è tutto dello Stato e per ripararla bisogna chiedere il permesso alla Protezione civile, che però ha la- sciatol’Aquila a gennaio.Rispon- dono che ci vuole almeno unme- se. Una famiglia di sei persone non può stare ad aspettare. Si chiamal’anzianoidraulicodelpa- ese e si risolve la faccenda a pro- prie spese. Un giretto serale nei cosiddetti


Due carabinieridavanti alpalazzodellaprefetturadell’Aquila


sconi” è bastata la raccomanda- zione di una coppia di amici abruzzesichelavorainPiemonte. Lei ha una sorella che vive nelle “C.A.S.E” e ci mette in contatto conManuela, lamammadiElena eAndrea(gemellidi8anni),Mat- tia (10) e Martina (11). Il rigido contratto di comodato d’uso che regola l’assegnazione non preve- de il divieto di ospitare giornali- sti. «Vieni quando vuoi, se rac- conti come si vive qui ci fa solo piacere»,diceManuela, che inse- gna italianoaidetenutidella casa circondariale dell’Aquila.Stes- sa generosa ac- coglienza dal marito Pier Lui- gi, un passato da centravanti nel- l’Aquila e una a vitaagestirecase di accoglienza per minorenni e madri “proble- matiche”. Il ter- remoto ne ha buttata giù una, vi- cino alla famosa Casa dello stu- dente, “ma imiei ragazzi si sono salvati tuttibuttandosidaibalco- ni”. Oggi si è dovuto reinventare con coraggio e fantasia: di giorno lavoranella ditta di unamico che ricostruisce il ricostruibile; la se- raallenaunasquadradi calcioju- niores. Le famose “C.a.s.e.” sono proprio quelle mostrate mille volte dalla tv. Sono di legno fode- ratodicartongesso,alteduepiani ecolorate.Hannotutteilterrazzo e vistose scale anti-incendio. La particolaritàperòèneigarageche


lereggono:unaselvadigrossipila- stri di cemento dotati di congegni antisismici. E quando ci si avvici- na, ci si accorge che in realtà ogni “piastra”, come qui chiamano le palazzine, è ingabbiata in una struttura di acciaio e cemento. Fuori, ci sono prove tecniche di


LO“STILEBERLUSCONI” Esattamente come


a “Milano 2”, a Sassa hanno costruito unlago artificiale


vicino alle abitazioni


pratinoall’inglese,alberelliappe- na piantati e uno spazio comune perfargiocareiragazzini.Inalcu- ni comprensori c’è il campo da calcettoodabasket.Inuno,aSas- sa, c’è addirittura un laghetto co- meaMilanoDue.AllafamigliaDi Norcia, pur in unmodo “pirotec- nico” che merita un racconto a parte, è stato asse- gnato un alloggio in un complesso che ha il campo da calcio. Risultato riassuntodamam- ma Manuela: «I maschietti appena tornano da scuola corronoagiocarea pallone; le femmi- ne stanno a casa a guardare la tv per-


ché non hanno amiche». Ai nostri ospiti è giustamente


toccata la pezzatura più ampia. Pocomenodi centometri cosìdi- visi:unsaloneconcucinaall’ame- ricana, tre camere da letto, due bagni e due ampi balconi. Glie- l’hanno consegnata perfetta- mentearredata,elettrodomestici compresi.Imobilisonotuttidi le- gno, funzionali e di buon gusto. Per personalizzarla un po’, Pier Luigihadipintolepareticontinte pastello. L’effetto è decisamente buono: appartamento accoglien- te e allegro. Merito anche dei


quattrobambini,com’èovvio.Al- la dotazione “personalmente pensata dal premier”, come reci- tano i comunicati dell’epoca, iDi Norcia hanno aggiunto le televi- sioni, qualche stoviglia e i pochi quadrirecuperatidallavillettabi- familiareda280metriquadrinel- laqualeabitavanoall’Aquila.Con qualche scusa, Manuela ci passa tutti i giorni anche se non si po- trebbe. La beffa è che c’è ancora unmutuodapagare, lecui rateri- cominciano dal mese prossimo. Così come le bollette del nuovo appartamento e le tasse, sospese solo fino al primo gennaio. Den- tro la villetta a due piani, si vedono crepe profonde, cumuli di macerie e un lettino semi- sfondato dai calci- nacci, che spiega perché ancora adesso ogni notte, verso le fatidiche tre emezza, Elena sialzaevaadormi- re dai genitori. Quellanottedel6aprile, iquattro fratellini sono usciti scalzi per strada in braccio ai genitori, e adesso non vannomai a dormire senza prima aver disposto ordi- natamentelescarpeabordoletto. Nell’alloggionuovo, lescossele


senti tutte. Racconta Manuela che “con i pilastri antisismici la casa balla come un budino”. Un budinosgradevole,cheperòsalva la vita.Elena non si è ancora abi- tuata, anche se congli intrusimi- nimizza: “Non è vero chemi sve- glio, sono solo sonnambula”. Che uno vorrebbe avere le pro-


viali conferma che qui l’attività calcistica è l’unicocollante socia- le.Colpiscechequasinessunoab- biamesso il cognome sui campa- nelli. E la personalizzazione dei balconi è rarissima: pochissime piante,qualchesdraioeunpaiodi bandiere dell’Italia. Alle nove, quando tutti si siedono nel ter- razzopercenare, ilsilenzioèqua- si assoluto. I barbecue verde-ne- ro, come la bandiera dell’Aquila, hanno l’aria intatta. «Qui non si fannofeste e ci s’invita a cenapo- chissimo», ci spiegano.Oggi,per i rapporti umani, restano solo i centri commerciali e le file negli uffici pubblici. Lanotte il silenzio è ancorapiù


ILLENTORITORNO I piùfortunati


torneranno a casa


propria fra tre anni. Mamolti dovranno aspettarne dieci


irreale.Nelle“c.a.s.e.diBerlusco- ni”sidormebenissimoe,senonci sonoscosse,nonc’èneppure l’ef- fetto-budino.Magari si staunpo’ stretti,mapoi sipensa a coloro ai quali è andata peggio. E poi qui ognuno si sente di passaggio, an- che se nessuno ti sa dire con cer- tezza quanto tempo ci vorrà per ricostruire casa propria. Chi abi- tava nelle zone periferiche, co- me Pier Luigi, spera di “farcela in tre anni”. Chi stava nel centro storico, dove la ricostruzione non è mai rico- minciata, teme di aspettarne una decina. Fino a quel


giorno, sarai sempre un “terre- motato”, sospettato di campare a spesedello Stato.L’ultimo episo- dio lo raccontaManuela. Sul tra- ghetto che li riportava a casa da unabrevevacanza,unasignoradi Roma le ha chiesto di dov’erano. E alla risposta «Siamo dell’Aqui- la», ha sentenziato: «Ah, terre- motati che vanno in Sardegna!». Chissà che avrebbedettose aves- se saputo che vivono addirittura “in casa diBerlusconi”. FRANCESCOBONAZZI bonazzi@ilsecoloxix.it ©RIPRODUZIONERISERVATA


LA SCOSSA Ore 3:32 del 6 aprile 2009 Magnitudo 5,9 della scala Richter


308 morti 1.500 feriti oltre 50.000 sfollati


TENSIONE DURANTE IL CORTEO STORICO


«Devivergognarti» Lettacontestato nelgiorno


dellaPerdonanza


Manifestazionediprotestadel “popolodelle carriole”malgradol’appellodel sindaco


LADIFFICILE


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