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Maggio 2010

Ricordato il Beato Don Carlo

Domenica 18 aprile il “Borgo insigne” di San Colombano al Lambro si è vesti- to a festa per ricordare ancora una volta il suo più illustre concittadino e ha ac- colto tra le sue mura centinaia di penne nere convenute per ricordare il cappel- lano della Divisione Alpina Tridentina. Dopo la solenne cerimonia di beatificazione dello scorso 25 ottobre in Piazza Duomo a Milano, ci sono sta- te altre occasioni per ricordarLo. La pri- ma fu la S. Messa celebrata dopo la sua beatificazione proprio a S. Colombano lo scorso 15 novembre, il 13 dicembre venne inaugurata una mostra fotografi- ca sulla sua vita organizzata dal Grup- po ANA di Roncello e lo scorso 27 marzo si tenne una rassegna di cori in suo onore presso il Gruppo ANA di Seregno (entrambi della Sezione di Monza). Importante evento è stato an- che il concerto tenuto dal Coro sezio- nale nel Duomo di Milano il 15 dicem- bre scorso.

Lo spirito di queste commemorazioni è di tornare a guardare alla figura carisma- tica di don Gnocchi come punto di rife- rimento sia per tutti noi Alpini, sia per tutti coloro che lo hanno preso a model- lo e anche per coloro che sono stati meno fortunati nella vita e che vedono nel suo messaggio un segnale di spe- ranza.

Erano presenti i vessilli delle Sezioni di Milano, Luino e Como e i gagliardetti di Abbiategrasso, Arese, Bareggio, Bresso, Bollate, Castano Primo, Cernusco sul Naviglio, Cesano Maderno, Cinisello Balsamo, Gessate, Limbiate, Lodi, Melzo, Missaglia, Se- sto San Giovanni e San Giuliano Mila- nese per la nostra Sezione più quelli di Vedano al Lambro, Carate Brianza, Capriano (Sez. Monza), Valganna, Ran- cio Valcuvia, Bedero Masciago (Sez. Luino), Ferno (Sez. Varese) e Albate (Sez. Como).

Nonostante scendesse una lieve pioggerellina, nulla rispetto a quanto caduto nella notte, i partecipanti si sono ritrovati presso le scuole medie intito- late proprio a Don Gnocchi per la ceri- monia che ha avuto come prima tappa per l’alzabandiera, il monumento a don Carlo posto proprio davanti alla scuola. La successiva tappa, e non poteva esse-

VITA SEZIONALE

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Gnocchi a S.Colombano al Lambro

re diversamente, è stata la casa natale del Beato, presso la quale è stata depo- sta una corona d’alloro con i discorsi del sindaco Gian Luigi Panigada, del nostro presidente sezionale Luigi Boffi e del presidente della “Fondazione Don Gnocchi” mons. Angelo Bazzari. La successiva corona d’alloro, deposta al monumento ai Caduti in Piazza del Popolo, ha fatto da preludio all’ultimo tratto di sfilata che ha portato gli Alpini verso il castello di San Colombano, pas- sando da Piazza Beato don Carlo Gnoc- chi.

Raggiunta la chiesa parrocchiale abbia- mo partecipato alla S. Messa (preventi- vata all’aperto) presieduta da S. E. mons. Serafino Spreafico che nella sua omelia ha ricordato come la vita cristia- na di don Carlo fosse partita proprio da questa chiesa, quando ha ricevuto il sa- cramento del battesimo. Al termine della funzione ecclesiastica un bel sole ha ac- compagnato le penne nere e gli abitanti banini all’uscita dalla S. Messa, come se don Carlo avesse voluto ringraziare così i partecipanti a questa splendida mattinata. Ma non ci si è limitati solo a questo e si è fatto le cose un po’ in gran- de e, pur senza fare paragoni con la se- rata del concerto del 15 dicembre in Duomo a Milano, alla sera nella gremi- ta sala-teatro del Collegio Scaglioni e alla presenza del vescovo di Lodi S. E. Giuseppe Merisi, il Coro dei congedati della Brigata Alpina Tridentina (che ha anche accompagnato in mattinata la S. Messa) ha alternato delle cante care al Beato con la lettura di racconti tratti dai suoi libri e da lettere da lui scritte, pre- sentate dalla signora Carla Galletti con la voce narrante di Riccardo Fraschini, mentre diverse diapositive ne rievoca- vano la vita. Sulle immagini del suo fu- nerale, alternate a quelle della sua beatificazione, le cante “Benia calastoria”, “Signore delle cime” e il “Trentatre” sono state la bella conclu- sione di questa giornata a ricordo del Beato don Carlo Gnocchi. Vogliamo infine rilevare come l’intera cerimonia sia stata seguita dalla Rai che ha mandato in onda un bel servizio de- dicato all’evento nelle edizioni del TG3 regionale della stessa giornata.

Dario Bignami

CALENDARIO ATTIVITÀ

MANIFESTAZIONI NAZIONALI SIGNIFICATIVE

27 giugno 11 luglio 23-24 luglio 4-5 settembre

22-23 maggio 6 giugno 13 giugno 20 giugno

- Rifugio Contrin: pellegrinaggio - Monte Ortigara: pellegrinaggio - Monte Adamello: 48° pellegrinaggio - Monte Pasubio: pellegrinaggio solenne

PROSSIME MANIFESTAZIONI SEZIONALI

- Milano: Festa di Primavera - Ponte Selva: Raduno sezionale

- Lacchiarella: Premiazione Concorso Letterario - Cesano Maderno: Stracada con gli alpini

Adunata

(segue da pag. 1)

solito bar, tutti ancora in baita dove alla presenza di due Vessilli Sezionali e 11 Gagliardetti, don Stefano Garilli, cap- pellano della Sezione di Piacenza ed ex parroco di Varsi (PR) celebrava la S. Messa. A seguire un piccolo rinfresco e il trasferimento al Municipio di Villa di Serio, situato nella splendida villa Carrara, dove il Sindaco ci voleva rin- graziare (lui!) di averci ospitati. Un pic- colo aneddoto: arrivati all’ingresso del Municipio ci hanno fatto aspettare per- ché non era ancora terminata la cerimo- nia di un matrimonio. Allora: “Alpin allerta”; abbiamo organizzato all’ester- no un ricevimento con il coro di Caprino e quando abbiamo “tirato fuori” gli sposi dal municipio, abbiamo fatto festa. Loro erano un poco imbarazzati, ma anche felici di essere festeggiati dagli Alpini con tanto di coro che cantava “Piero me toca”. Saliti in aula consigliare; ci rice- veva il Sindaco con la Giunta al com- pleto. Dopo poche parole di presenta- zione del paese, ringraziava ogni Grup- po con la consegna di due volumi ri- guardanti il territorio di Villa di Serio e una splendida stampa di Papa Giovanni XXIII. Inoltre ci regalava del vino pro- dotto nell’unica cantina della valle Seriano, sita proprio in Villa di Serio. Di solito sono i debitori che ringrazia- no i creditori. Io, non avendo altro, ho lasciato al Sindaco il nostro guidoncino. Da tutti abbiamo avuto molto di più di quanto ci aspettavamo con una ospita- lità eccezionale. Dopo il pranzo in baita, partenza destinazione Bergamo. Avete presente gli assalti al treno in cer- ti film dell’orrore? Noi vi abbiamo as- sistito e vi abbiamo partecipato; ma non era un film. Ormai Bergamo era prati- camente occupata dagli Alpini. Dopo aver ammirato il restiling del mo- numento agli Alpini e girovagato un po’, siamo ritornati a baita con il secondo assalto al tram. Nella mattinata di do- menica ci hanno raggiunto quattro soci del mio Gruppo che, ancora novizi in fatto di adunate, hanno trovato una bel- la confusione (loro hanno detto “bel ca- sino”)! Domenica è stata per me, e cre- do per tutti noi del Gruppo di San Giu- liano Milanese, la giornata che non di- menticheremo mai, anche se campassi- mo ancora cento anni.

Sveglia presto. In palestra/dormitorio era- vamo in trecento circa e il russare colletti- vo sembrava una segheria in piena attivi- tà. Raccolte le nostre cose, partiamo per Bergamo alta in Duomo dove abbiamo fatto il picchetto alla Teca con le spoglie del Beato Don Carlo Gnocchi. Arrivati alle 9.30 subito ci hanno passato le consegne, e abbiamo terminato alle 14.

Quello che abbiamo fatto è stata la cosa più gratificante che un Alpino possa spe- rare di fare. Io, quale responsabile del ser- vizio d’ordine, mi sono dato da fare, ma i miei Alpini sono rimasti fermi e immobili per quattro interminabili ore.

Per loro è stata davvero pesante! La sorte ci ha riservato poi due sorprese. La prima

Veci e Bocia - 7

è stata la S. Messa cantata con il Duomo pieno, e la seconda è stata l’incarico di leg- gere “La Preghiera dell’Alpino”. Ero in- deciso se accettare o meno, ma pensando a Don Gnocchi ho detto di si.. Ero agitato: non avevo mai parlato da un pulpito e al- l’annuncio della “Preghiera dell’Alpino”, ho alzato la testa e ho visto il Duomo gre- mito all’inverosimile di penne alpine. Un brivido mi partiva dalla schiena, ma ci sono riuscito e con fermezza, senza intop- pi, sono arrivato al “Così sia”. Toccante anche il Silenzio suonato al termine della Preghiera con l’armonica a bocca da un Alpino di Bergamo. Mi è difficile spiegare tutte quelle emo- zioni: davanti all’urna di Don Carlo nel Duomo, con tutto quel silenzio, con tutte quelle penne rivolte al cielo, mi sono sen- tito arricchito di quell’amore, fede, fiducia nell’intercessione dei Santi che prima non avevo. Dopo la S. Messa si formava una fila di alpini e persone davanti alla Teca del Beato. Non so quantificare quanta gente sia passata ma, nonostante fossero tre file, non sono mai finite sino quando siamo smontati dal servizio. Quando è stato beatificato a Milano eravamo in tanti, ma in Duomo a Bergamo per l’adunata penso che non ci sia stato Alpino che non sia pas- sato da Lui. Terminato il servizio abbiamo mangiato qualcosa e poi via all’ammassamento in periferia. Raggiunto il luogo incomincia- va a piovere, ma ci si badava. Alle 19.20 parte anche la nostra Sezione. Il mio Grup- po è stato ancora impegnato perché ha portato il secondo striscione della Sezione di Milano con il testo molto applaudito: “La montagna ci ha formato come uomi- ni. La leva ci ha formato come cittadini”. Nonostante la pioggia, che in alcuni mo- menti è stata forte, ai lati della strada c’era un costante tripudio di gente che applau- diva e tutte le tribune erano stracolme di gente.

Abbiamo sciolto la sfilata alle ore 20.50 già con il buio. Pensate che dopo di noi sfilava la Sezione di Bergamo, che è la Se- zione più numerosa con circa diecimila Alpini. L’adunata è terminata solo alle 22.30: un altro record di Bergamo! Noi, di passo veloce, siamo tornati in sta- zione dove avevamo le macchine già pron- te, e quindi via a casa.

Per concludere, l’Adunata di Bergamo è stata magnifica. Il tempo inclemente ci ha certamente disturbato, ma ci ha reso anco- ra più determinati a restare sino alla fine. Molti ci chiedono: “Perché andare in tutto quel trambusto?”

La risposta è semplice: perché siamo Al- pini, perché vogliamo ritrovarci e provare il piacere di stare insieme, perché voglia- mo sentire ancora i nostri cori e le nostre fanfare e perché oggi siamo maggiormen- te motivati per avere un Santo Alpino come Don Carlo Gnocchi. Grazie Bergamo e grazie Alpini bergamaschi! Avete confermato il vostro attaccamento alle radici alpine, avete raf- forzato in tutti noi il valore di essere Italia- ni e abbiamo avuto ancora modo, grazie a Voi, di poter dimostrare l’amore al Trico- lore. Viva Bergamo, Viva gli Alpini.

Lorenzo Zuccotti Page 1  |  Page 2  |  Page 3  |  Page 4  |  Page 5  |  Page 6  |  Page 7  |  Page 8  |  Page 9  |  Page 10  |  Page 11  |  Page 12  |  Page 13  |  Page 14  |  Page 15  |  Page 16
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