damentali. I Direttivi Nazionali di Sezione e di Gruppo non sono più eletti ma nominati dall’alto, i Presidenti si chiamano ora “Comandanti”, le Sezioni “Battaglioni”, le Sottosezioni “Compagnie”, i Gruppi “Plotoni”: Pur- troppo anche gli alpini saranno coinvolti da altre due guerre e quella più dolorosa di contrapposizione fratri- cida su versanti ideologici diversi. Pur nella drammati- cità degli eventi, chiari e netti sono gli esempi di solida- rietà fra alpini in congedo ed in armi con sottoscrizioni, raccolta ed invio al fronte di generi di conforto, aiuti alle famiglie bisognose, ecc. Meno “normale” e per questo più significativo, è il comportamento tenuto verso la popolazione nei terri- tori occupati e verso i soldati forzatamente nemici, det- tato da quell’innato senso di rispetto e solidarietà che contraddistingue il montanaro-soldato. Con la caduta del Regime ed il ritorno alla pace nel 1945, anche L’Associazione Nazionale Alpini forzata- mente decimata nei ranghi, riprende gradatamente la rinascita e l’ordinamento originario. Alle generazioni di ex combattenti si affiancano i giovani di leva ver- so i quali sono riposte le aspettative e la continuità dei valori. L’esperienza di una nuova coscienza civica vis- suta nel periodo del servizio militare dalle generazioni più giovani, che li ha visti operare in varie occasioni di emergenza in soccorso alle popolazioni colpite da calamità, diventa patrimonio di nuovi concetti che può sintetizzarsi nel motto di un nuovo indirizzo onorare i morti aiutando i vivi. Dal piccolo Gruppo alle grandi Sezioni cominciano a delinearsi sempre più spontanee iniziative rivolte alla solidarietà, senza enfasi e pubblicità, quasi con pudore per un qualcosa ritenuto normale. La svolta decisiva che coinvolge unitariamente tutta l’Associazione avviene all’indomani del tremendo terremoto che nel maggio 1976 sconvolge il Friuli. La Sede Nazionale chiama tutti i soci ad un grande gesto di solidarietà realizzando un’imponente progetto di soccorso e di ricostruzione al quale gli alpini rispondono con fattivo entusiasmo: Per l’impegno ed i risultati raggiunti, all’Associazione viene conferita la medaglia d’oro al merito civile, risul- tando il primo ed unico esempio del genere di un alto riconoscimento civico ad un’associazione. Sull’esem- pio degli alpini che hanno dimostrato grande capacità organizzativa ed operativa, comincia a delinearsi nelle autorità governative l’idea di costituire un organismo di volontariato. Sono le basi della futura Protezione Ci-
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vile che vede oggi prolifica di numerose associazioni o enti morali, con un ordinamento riconosciuto con legge dello Stato. Anche l’Associazione Nazionale Alpini è iscritta all’Albo del Volontariato di Protezione Civile, nella quale operano soci alpini e soci aggregati uniti e riconosciuti indistintamente dall’unico appellativo di Volontario. Dal 1987 anno in cui nasce ufficialmente la Protezione Civile degli Alpini, piccole e grandi opere di civile so- lidarietà ne hanno caratterizzato l’impegno su iniziati- va del piccolo Gruppo, delle Sezioni o Sede Nazionale. Molte Regioni italiane, purtroppo colpite da calamità, hanno espresso un riconoscente grazie ai volontari ac- corsi con generoso altruismo, ma anche da territori este- ri come l’Armenia, l’Albania e la Francia che ci hanno visto operare, sono giunti sinceri apprezzamenti. Que- sto vasto impegno è stato più volte riconosciuto anche dalle Istituzioni con il conferimento all’Associazione Nazionale Alpini di una medaglia di benemerenza al merito civile (Basilicata e Campania 1980), una meda- glia di bronzo al merito civile (Valtellina e Valbremba- na 1987, Armenia 1989), una medaglia d’oro al valore civile (Piemonte e Alta Emilia 1994) ed una, recente, medaglia d’oro di benemerenza concessa dalla Croce Rossa Italiana (Aosta 2003). Va comunque precisato che questo nuovo indirizzo è solo uno dei campi nella miriade di iniziative ed opere di solidarietà espresse dagli alpini, rimane infatti dif- ficilmente traducibile un elenco che cerchi di racco- gliere e censire dati ed attività, delle quali erano do- cumentate solo quelle promosse dalla Sede Nazionale come la costruzione dell’Asilo a Rossosch in Russia, la ricostruzione della scuola “Bovio” di Alessandria, la scuola multietnica di Zenica in Bosnia, gli zaini alpini per il Mozambico e le donazioni in occasione dell’an- nuale Adunata Nazionale ad ospedali o enti benefici, proprio perché è insito e naturale per gli alpini la gene- rosa spontaneità ed il piacere intimo di realizzarla come semplice dovere civico. Solo a titolo indicativo, e considerato che molti Gruppi nemmeno vogliono far sapere cosa hanno effettivamen- te fatto (fedeli al motto del 5° Reggimento Alpini: “Nec videar, dum sim” – essere mai apparire!), nel solo anno 2009 Sezioni e Gruppi dell’Associazione Nazionale Alpini hanno donato in opere di solidarietà la comples- siva somma di €. 8.981.667,51 oltre ad 2.395.748 ore di lavoro.
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